Il cambiamento dei temi centrali: dalla sostenibilità all’immigrazione

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Votazioni del 22 ottobre 2023 rinnovo del Parlamento federale

Rappresentanti grigionesi alla Camera alta e alla Camera bassa

Scontata la rielezione dei due senatori in carica Stefan Engler e Martin Schmid al Consiglio degli stati, che hanno avuto vita facile senza una vera concorrenza elettorale.

Per la Camera bassa invece la concorrenza era evidente con ben 125 candidati in corsa per cinque seggi. Eletti sono stati Martin Candinas con 28’400 voti ­– che ottiene il migliore risultato ­–, Magdalena Martullo-Blocher con 21’795, Jon Pult con 21’290, Roman Hug con 16’595 e Anna Giacometti con 16’184.

L’Unione democratica del centro (UDC), con 89’958 voti raggiunge il 30.59 % delle preferenze e risulta essere il primo partito a livello cantonale con una leggera crescita (+ 0.65), mentre al secondo posto si piazza l’Alleanza del centro (AdC) con 70’181 voti al 23.86%, in leggera flessione (-1.64).

Seguono il Partito socialista (PS) con 52’256 voti al 17.77% (+ 0.65), il Partito liberale (PLR) con 40’419 voti al 13.74% (+0,11), i Verdi liberali con 18’381 al 6.25% (- 2.10) e i Verdi con 15’424 al 5.24% (-0.28) e l’Unione democratica federale all’1.18% (-7.17). In sostanza non ci sono grandi mutamenti a livello cantonale, che vede a un quadro abbastanza stabile, la perdita più consistentre è stata registrata dall’Unione democratica federale con -7.17% e i Verdi Liberali con un -2.10%.

L’UDC riesce a conquistare il secondo seggio con Roman Hug, grazie alla presentazione delle diverse liste. Risulta che i candidati del Grigioni Italiano hanno contribuito in modo sostanziale alla conquista del seggio. In particolare si è distinta Gabriela Menghini-Inauen con un personale di 8’852 voti, che con Pietro Della Cà e Olaf Kuhnke hanno portato in casa UDC un totale di 9’628 voti. Eleonora Righetti ha portato all’AdC 4’881 voti, con Luca Fanconi e Sergio Pedroni portano al partito 5’884 voti. Il PS con Mattia Pianta e Ioanna Bachmann aggiunge al partito 989 voti, mentre Lorenzo Heis ha portato 257 voti ai Verdi liberali.

A livello svizzero si conferma l’avanzata dell’UDC come primo partito nazionale con una crescita del 2.96 %, sfiorando così il 30% delle preferenze. Crescono leggermente il PS e l’AdC. I perdenti di questa tornata sono invece i Verdi – 4 % e i Verdi liberali – O,6 %, mentre il PLR marcia sul posto. In questo contesto avremo un Parlamento che si sposta leggermente a destra con meno giovani e meno donne al suo interno.

Commento

A molti cittadini grigionesi la possibilità di scegliere tra 25 liste non piace, infatti si sa con certezza che in realtà solo cinque dei 125 candidati presentati verrà eletto. La pluralità nella competizione fra più candidati da diritto a una scelta migliore e rafforza la democrazia; se però i candidati in esubero sono troppi, la gente si sente un po’ presa in giro. Anche perchè la maggior parte dei candidati, come nel ciclismo, ha il ruolo di gregario, messo in campo per far confluire maggior voti ai primi della lista e allo schieramento politico a cui appartengono. Alcuni candidati hanno percorso le regioni da cima a fondo, buona parte di loro con la consapevolezza di fare squadra, per i giovani invece queste elezioni sono state una possibilità di confronto e di crescita politica da mettere a frutto in futuro. Passate le elezioni e spenti i fari della campagna elettorale, la maggior parte dei candidati farà però ritorno alla normalità. Il maggior numero di liste ha portato dei vantaggi all’UDC e all’AdC che hanno presentato ognuno cinque liste, inoltre una presenza regolare sui quotidiani e una campagna che ha visto le strade tappezzate da cartelli elettorali hanno pure aiutato. A parte lo scopo di convogliare dei voti a favore dei partiti, ciò però non è servito a mobilitare un maggior numero di votanti. Si nota pure a livello regionale la crescita dell’UDC, a discapito dell’AdC che nella nostra Regione era il partito di maggioranza. Altra nota da segnalare è che i due giovani Mattia Pianta PS e Luca Fanconi AdC hanno raccolto più voti di Pietro Della Cà, in controtendenza visto lo strapotere dell’UDC nel Comune di Brusio.

Negli ultimi quattro anni la percezione dei problemi a livello svizzero è mutata, la situazione dovuta alla pandemia, in seguito la guerra in Ucraina e ora il conflitto israelo-palestinese hanno cambiato le priorità. Se il cambiamento climatico e la politica energetica rinnovabile sostenuta dai movimenti giovanili era la speranza per un cambiamento di paradigma, che prospettava l’uscita dai carburanti fossili, quattro anni più tardi e dopo diverse crisi internazionali, troviamo un altro scenario. Ansie e paure per il prolungarsi dei conflitti internazionali, il livello di sicurezza, l’afflusso di profughi, il futuro energetico, il reperimento delle materie prime e delle merci per l’economia, la perdita del valore d’acquisto, il fallimento del Credito Svizzero e i costi della cassa malati hanno assunto un ruolo centrale nella preoccupazione degli svizzeri. L’UDC è stata abile nella scelta dei temi centrali per la campagna, indicando la sicurezza, l’immigrazione e una Svizzera con 10 milioni di abitanti come obbiettivi principali, riuscendo a mobilitare il suo elettorato e attirare l’interesse dei cittadini su questi temi. Queste questioni hanno permesso al partito di profilarsi con una politica di chiusura e di rafforzamento dei confini fornendo una percezione di maggiore sicurezza. Questo paradosso attesta che quello che accade fuori dalla Svizzera condiziona anche la politica interna, mentre le contingenze dovrebbero spronare la politica federale ad attivarsi a livello internazionale per trovare soluzioni e compromessi. Uno sguardo troppo concentrato all’interno dei propri confini non risolve le incertezze, che sono causate dal contesto internazionale. Converrebbe piuttosto cercare di affrontare in modo attivo e propositivo le difficoltà nel contesto globale.