Brusio: la poca voglia di mettersi in gioco è il termometro di una percettibile insoddisfazione

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Foto di Bruno Raselli

Il Comune di Brusio si appresta ad iniziare una nuova legislatura. Il quadriennio in dirittura d’arrivo è stato caratterizzato da una buona gestione, lo stato finanziario è forse il migliore di sempre e sono pure stati avviati importanti progetti infrastrutturali. La situazione è prospera e lo sarà anche nei prossimi anni. Ciò è rassicurante, ma non deve spingerci all’indifferenza rispetto a problemi endemici che persistono e richiedono soluzioni coraggiose.

Nonostante la situazione tutto sommato rosea, è innegabile che la lenta ma continua erosione di abitanti rappresenta una minaccia per il futuro. Non possiamo permetterci di rimanere passivi di fronte a questa tematica che obbliga le istituzioni a doversi cimentare con scelte sempre più ardue per mantenere sul proprio territorio i servizi essenziali.

La quasi totale assenza di un dibattito politico e lo scarso interesse rispetto l’assunzione di una carica pubblica (e qui va fatto un elogio a coloro che si mettono a disposizione) è inoltre un dato di fatto che deve preoccupare. La palpabile indifferenza della gente nei confronti della cosa pubblica e una manifesta lontananza dalle istituzioni possono essere interpretati quali segnali di sfiducia.

Bisogna guardare avanti. Guardare avanti significa rompere gli schemi consolidati e aprirsi a nuovi orizzonti. Per affrontare con determinazione le sfide che Brusio si trova di fronte è fondamentale avere il coraggio di oltrepassare anche la cosiddetta linea rossa. Argomenti quali l’aggregazione comunale non dovrebbero più rappresentare un tabù, ma degli spunti ai quali dedicare seri e validi ragionamenti. Se condotta con saggezza e in modo partecipativo, l’unione potrebbe condurre ad una maggiore sostenibilità, una razionalizzazione delle risorse, un’ottimizzazione dei servizi e un rafforzamento dell’offerta culturale.

Ma, appunto, una vera e propria risposta la si può ottenere solo dopo aver approfondito e valutato con attenzione ogni argomento, sia a favore che a sfavore. Solo in questo modo si possono ottenere seri riscontri e sapere finalmente se un’aggregazione può condurre a più benefici, quali per esempio una maggiore efficacia nell’organizzazione dei servizi pubblici, una riduzione dei costi amministrativi, una preminente rappresentatività politica sovraregionale e più forza nella gestione delle risorse, oppure se i vantaggi procurati non sarebbero tangibili, per cui il discorso potrebbe definitivamente essere affossato.

È innegabile che la politica preferisca spesso evitare di affrontare certi temi per paura di sollevare polemiche o di rompere un equilibrio consolidato. Tuttavia, oggi più che mai, è necessario adottare un approccio coraggioso e pragmatico. È il momento di guardare avanti, superare le inibizioni e sondare soluzioni nuove, anche se impopolari. Non farlo, lasciarsi trascinare da un lassismo preconcetto, provoca solo indifferenza, appiattimento e distacco. Assemblee semideserte, poca voglia di mettersi in gioco e insensibilità verso il dibattito politico sono il termometro di una percepibile insoddisfazione.

Il dibattito politico a Brusio ha bisogno di una scossa e, aprirsi a nuove prospettive, potrebbe far rinascere quel sano confronto di cui c’è bisogno. Brusio ha molte carte da giocare, ma occorre uscire dagli schemi e provare a ristrutturarsi. Ci vuole però una svolta capace di vincere indifferenza e apatia.

6 COMMENTI

  1. CRITICANTI
    Senti senti
    Da che parte della critica
    Arrivan i venti
    Eppur gente
    Con cervello fino sono
    Che preoccupazion non hanno
    A metter tre volte al giorno
    Qualcosa sotto i denti e con contorno
    Ma chi me lo fa fare
    Mettermi dalla parte
    Di chi amo criticare
    Forse un’amnesia locale
    Un comportamento corretto
    Di politica nazionale
    O un cento per cento regionale
    Su su amici miei
    Provar non costa niente
    Saltate il fosso
    E lasciatevi criticar
    A più non posso!

  2. Egregio Signor Pola,
    le parole hanno il tempo che trovano, sono i fatti a fare la differenza !!!
    Caro Piero visto la tua spiccata lungimiranza politica e la voglia di cambiamento, perchè non ti sei messo a disposizione per una qualsiasi carica ???
    Saluti Fabrizio

  3. Egregio Signor Pedrazzi. Se nella Regione Bernina si arrivasse ad un comune unico, la stessa Regione sparirebbe e l’unica cellula rimasta sana come la definisce lei, verrebbe aggregata alla Regione Maloja. A meno che, per non perdere la cultura politica come la definisce la Signora Bonetti, l’unico Podesta/Sindaco rimasto continuerà con la CoSi (Conferenza dei Sindaci) da solo davanti ad uno specchio! Rimaniamo con i piedi per terra per favore. La strategia del Cantone è quella di ridurre il numero degli attuali comuni da 101 a 50 e di conseguenza, si ridurrà anche il numero delle attuali 11 Regioni.
    Cordialmente
    Pietro Della Cà
    In Granconsiglio dal 2018 e nel Consiglio comunale dal 2020.

  4. Editoriale interessante, complimenti Piero.
    In un mio recente commento, esprimevo sollievo per il fatto che si fossero messi a disposizione tre candidati; non si conoscevano ancora i nomi. Purtroppo nessuno sembra rispecchiare le mie modeste aspettative, espresse allora.
    Se il prossimo sindaco sarà il sig. Della Cà; “di sicuro non porterà un progetto del genere”
    (cosi risponde alla domanda riguardo alla tematica della fusione; diretta dibattito per le elezioni di Brusio dal minuto 47:40)
    http://www.ilgrigioneitaliano.ch/articoli/attualita/6250-diretta-del-dibattito-per-le-elezioni-di-brusio
    Parlare di fusione, sarebbe già un grande passo. Non capisco perché “da due cellule sane non potrebbe uscirne una ancor più sana”

  5. Editoriale storico!!
    Finalmente il coraggio di dire e scrivere “parliamone”!
    Mi occupo di cultura più che di politica, ma il contenuto di questo editoriale è cultura politica. E da speranza.
    Complimenti Piero!