
Il 22 marzo 1934, le montagne svizzere di Bernina Suot furono testimoni di un evento che avrebbe segnato la comunità locale per generazioni a venire. Quel giorno, una valanga conosciuta come ‘Marianna’ si abbatté sulle montagne, causando un tragico incidente che portò alla morte due persone.
Il caposquadra italiano Giovanni Maffina (di 53 anni e residente a Pontresina) e l’operaio Giovanni Cortesi (di 24 anni e residente a Cologna) si trovavano sulle rotaie (erano scesi dallo spazzaneve per aiutare a liberare i binari manualmente), quando furono colti di sorpresa dalla furia della natura. Maffina, con coraggio e prontezza d’animo, riuscì a segnalare al treno proveniente dall’Engadina di retrocedere, mettendo così in salvo le quaranta persone a bordo.
Giovanni Cortesi venne ritrovato sotto la valanga 40 minuti dopo l’incidente: nonostante i tentativi disperati di rianimarlo da parte dei medici presenti, la sua giovane vita si spense troppo presto, ma il suo ricordo rimane vivo nei cuori di coloro che lo conobbero e lo amarono.
La tragedia non finì lì. Il corpo di Giovanni Maffina fu recuperato solo tre giorni dopo, a una distanza considerevole dal luogo dell’incidente.

Di fronte alla tragedia, la determinazione della comunità non vacillò. Tutti gli operai della linea del Bernina si unirono per partecipare ai lavori di ricerca e sgombero, dimostrando un’incredibile coesione e spirito di squadra. Grazie agli sforzi congiunti, il traffico ferroviario e stradale poterono riprendere il giorno successivo.
Oggi, a novant’anni di distanza da quel tragico giorno, ci uniamo al ricordo delle vite perdute e agli atti di coraggio che li accompagnarono. Il sacrificio di Giovanni Maffina e Giovanni Cortesi non viene dimenticato, continuando a ispirare generazioni future a essere altruisti e valorosi nelle circostanze più difficili.
Clicca qui per leggere l’articolo di Livio Luigi Crameri pubblicato sull’Almanacco del Grigioni Italiano del 2021