Venerdì 22 marzo, in occasione del BiblioWeekend 2024 col motto “A tavola!”, si è tenuto l’evento organizzato dalla biblio.ludo.teca ‘La Sorgente’ di Poschiavo dal titolo “Parole e note in salamoia – Storie prosciuttabili di affetti e affettati”. Lo scopo dell’iniziativa, come spiegato da Alessandra Jochum, è quello di sensibilizzare il pubblico all’importanza delle biblioteche riscoprendole, in questa occasione, sotto una luce diversa e insolita. La biblio.ludo.teca, infatti, è stata adibita a locanda in cui lasciarsi confortare dalla serena atmosfera conviviale di una chiacchierata accompagnata da buon vino. In questo spirito viene più facile comprendere quale sia il senso della condivisione e, concettualmente, questo stesso senso è ciò che promuove la biblio.ludo.teca.
Al centro della scena però non sono state le chiacchierate ma i racconti e le melodie, le parole e i suoni che Serena Bonetti ha letto e trasmesso intensamente. Attingendo da alcuni brani dello scrittore Plinio Martini, originario della Val Bavona e con cui si può dire iniziata la narrativa ticinese, ha rievocato la tradizione della mazziglia; e attraverso la malinconia di alcune canzoni della Vallemaggia ha riportato alla presenza la consolazione che sola può venire dalla fatica, i lutti e la fede che hanno segnato l’animo di chi quelle valli le ha vissute. Spesso i canti popolari più noti ci danno un’immagine di quei luoghi falsata, turistica. Sono canzoni create per chi veniva da oltrepasso per godere del bel tempo estivo cercando spensieratezza. Mentre le canzoni più autentiche sono spesso in tonalità minore e contrassegnate da una marcata solitudine malinconica.
I brani di Plinio Martini, tratti dalla raccolta poetica Delle streghe ed altro del 1979, sono racconti dettagliati e crudi, risoluti: senza spazio per sognare ma tanto per riflettere. La sua capacità descrittiva, grazie anche alla lettura di Serena Bonetti, ha permesso al pubblico di figurarsi nella mente le esatte scene descritte. Non solo: la mazziglia è sì evento cruento, ma ciò che va da questo evento appreso è la sua straordinarietà: dalle forme rituali da rispettare alla consapevolezza di ciò che stava avvenendo. Il norcino, la persona incaricata alla macellazione del maiale, si recava di casa in casa per trasformare la bestia e tutte le sue parti in alimento per la famiglia bastevole per l’intero anno. La tradizione della mazziglia è prettamente casalinga e di sussistenza. Il suo aspetto rituale non riguarda solamente la fase lunare o l’allineamento dei pianeti, ma quello che avviene nella condivisione di ciò con cui ci si ciba. Essere chiamati “a tavola!” dopo un tale evento è qualcosa che probabilmente ora facciamo fatica a immaginarci se non chi, pochi, conoscono ancora direttamente questa tradizione.
Ma dopo i racconti suggestivi e la proiezione di un breve quanto esaustivo video documentario prodotto da Plinio Tognina negli anni ’60, il pubblico è stato in tutto e per tutto messo a tavola per gustare prelibatezze di affettati e salumi locali. Perché la mazziglia è attesa e festa. Già dalla prima sera dopo l’intera giornata di lavoro, infatti, era possibile assaggiare il risultato della fatica spesa.
Come la condivisione del cibo in questa occasione e la condivisione di libri, giochi e iniziative durante il resto dell’anno, la stessa biblio.ludo.teca è tenuta insieme dai suoi operatori volontari attraverso la condivisione di un comune desiderio e dalla convinzione nella bontà del progetto: dare un contributo alla comunità, mettere a disposizioni oggetti e idee da condividere, supportare.