Il 68% degli abbonati che ha partecipato all’ultimo sondaggio del giornale online ilbernina.ch ritiene che il Governo non ha concesso agli organizzatori del Giro d’Italia il permesso di attraversare la Valposchiavo a giusta ragione; il passaggio era previsto per domenica 19 maggio 2024. Ricordo che si tratta di una delle ultime tappe dell’edizione 107 del Giro e sarà probabilmente il momento decisivo della corsa. Il gruppo composto dai migliori ciclisti del mondo – ma non la grossa carovana di addetti ai lavori e pubblicitari che avrebbe invece raggiunto Livigno via Foscagno – si sarebbe dato battaglia sulle nostre strade da Campocologno alla Forcola di Livigno. L’arrivo è previsto ai 2400 metri del Mottolino di Livigno. Il 4% dei lettori non ha saputo o voluto esprimersi, il restante 28% la ritiene un’occasione persa. Hanno partecipato al sondaggio 153 persone. Personalmente faccio parte di coloro che ritengono il rifiuto dell’Esecutivo cantonale un segno di poca sensibilità nei confronti della nostra regione. Un’occasione persa, appunto.
Sarebbe stata una grande festa sportiva popolare, e al tempo stesso una vetrina pubblicitaria eccezionale per l’intera regione. Duecento emittenti televisive di tutto il mondo – oltre ai servizi di numerosissime radio, giornali, riviste avrebbero trasmesso infatti in diretta i momenti cruciali della competizione. Già era pronta una scheda informativa per i cronisti, che durante l’ora di diretta dalla nostra valle avrebbero parlato dei terrazzamenti agricoli nel brusiese, del Trenino rosso, del Giardino dei Ghiacciai, del Progetto 100% bio Valposchiavo, della nostra storia. Il tutto praticamente gratis; ai due Comuni, che per voce del Sindaco di Brusio e del Podestà di Poschiavo già un anno fa avevano dato il loro consenso, l’organizzazione non aveva chiesto nulla. Confrontato con questa istanza inusuale il Governo dei Grigioni si è invece affrettato a dire di no. Forse è vero che la richiesta a Coira è arrivata in ritardo, ma i motivi asseriti per i quali si è negato il passaggio sono perlomeno discutibili. Problemi di sicurezza sulla Forcola e di soldi per l’apertura anticipata. Aprire il valico dieci giorni più tardi, come da accordi fra Svizzera e Italia, provoca al Cantone gli stessi costi. Se la sicurezza non era data (pericolo di valanghe, maltempo) a corta scadenza la direzione della corsa avrebbe potuto optare per un tracciato alternativo. Succede spesso nei grandi giri; per le tappe sui passi alpini è sempre pronta la variante b. Il secondo problema menzionato, quello dell’attraversamento dei binari ferroviari, già era stato discusso dalla direzione tecnica e ritenuto facilmente risolvibile. Ci si è insomma arrampicati sugli specchi, complice l’indifferenza di qualche dirigente indolente dell’Ufficio tecnico cantonale e di un’inesperta Consigliera di stato.
L’impressione personale è che il nostro l’Esecutivo retico non si è reso conto della portata dell’evento. Così come ne ha capito poco Grigioni Vacanze, e forse anche Valposchiavo Turismo. Altre località pagano fior di quattrini per rientrare nelle regioni toccate dal Giro. Il nostro Cantone sostiene in maniera sontuosa svariati eventi sportivi. Penso alle gare internazionali di sci alpino e di fondo a St. Moritz e Davos, alle gare di coppa del mondo di MTB e di biathlon a Lenzerheide. Gare con un potenziale promozionale che non sfiora minimamente quello del grande evento ciclistico di maggio, promosso dal prestigioso UCI Worldtour e organizzato dalla R.C.S Sport.
Qualcuno si è affrettato a scrivere che è mancanza di coerenza criticare l’inquinante passaggio di automobili in estate, e promuovere il transito della carovana del Giro in primavera. Credo tuttavia che è meno coerente concedere la chiusura del Bernina per quasi due intere giornate, in piena stagione turistica, per una gara d’auto di epoca che interessa un centinaio di appassionati milionari. Quella di 19 maggio prossimo voleva essere una festa sportiva, che coinvolge e emoziona tantissima gente di numerose nazioni. Un permesso d’eccezione che non avrebbe pregiudicato assolutamente l’apertura usuale della Forcola, concordata per i primi di giugno.
Quest’anno festeggiamo i 500 anni del Libero Stato delle Tre Leghe. Uno stato, il nostro, che ha soggiogato per quasi 300 anni la vicina Valtellina. Una festa sportiva congiunta di richiamo mondiale, sulle strade della Valtellina e della Valposchiavo, avrebbe potuto essere un atto di riconciliazione nel tempo, una maniera per dire “scusa”. Anche in questo senso un’occasione persa.
Bruno Raselli, aprile 2024