Assemblea ACV: da EQUA alla rinascita della tessitura locale

0
1338

Si è tenuta giovedì sera, presso la sala riunioni di Iseppi Frutta, l’assemblea generale dell’Associazione artigiani e commercianti Valposchiavo (ACV). Sono stati numerosi gli argomenti all’ordine del giorno. Carlo Vassella, presidente di ACV, nella sua relazione ha descritto l’anno trascorso come un «pasto completo, ricco di portate, contorni e vivande». Tutte queste portate, assieme, rappresentano l’operato dell’associazione e dei suoi membri.

Carta Equa, moneta della Valposchiavo
L’ingrediente che più di tutti è in risalto è EQUA, la nuova carta prepagata, numerata ma senza alcuna registrazione nominale, che permette – senza commissioni – di compiere transazioni nelle aziende e nei negozi che aderiscono all’iniziativa. Di questa carta sono già disponibili alcuni dati, spiega Vassella: al 13 marzo il bilancio è di 42’694 franchi emessi attraverso le carte prepagate, 20’092 franchi, ovvero il 47%, sono stati spesi. Di questi ultimi il 39% delle transazioni (7’836 CHF) riguardano negozi di abbigliamento e articoli misti, il 23% (4’506 CHF) per gastronomia/hotel/bar, il 29% (5’708 CHF) per generi alimentari e il 9% (1’800 CHF) per servizi al cliente. La somma cumulativa delle ricariche segna un trend stabile in lieve aumento dopo un picco intorno al 20 dicembre, giusto prima di Natale. La somma cumulativa della spesa, invece, segna un trend in crescita lineare. Questo tipo di carta ha il potenziale di essere una vera moneta locale. Per diventarlo del tutto, però, oltre all’avere un buon numero di fruitori, occorrerà superare alcuni limiti come quello dei punti di ricarica che al momento sono disponibili solo da Marantelli e da Balzarolo. Mancano invece delle alternative neutrali, vale a dire sportelli che abbiano la sola funzione di ricaricare la carta. Per questo si sta pensando a modalità di ricarica alternative e magari a una app da progettare prossimamente.

Il futuro professionale della Valle
La collaborazione di ACV con la Scuola di Poschiavo è di fondamentale importanza: attraverso l’Istituto di arti e mestieri è possibile promuovere in Valle numerosi apprendistati. È stato cruciale l’impegno dell’Associazione cantonale e del capo di dipartimento nel revocare le direttive prese dall’Ufficio della formazione professionale dei Grigioni (UFP), riguardo la chiusura di alcuni indirizzi a causa del basso numero di iscrizioni. Si sta cercando di attrarre il maggior numero di apprendisti che possono dedicarsi alle 24 professioni offerte: «i risultati sono buoni» spiega Manuela Kalt, l’81% dei ragazzi infatti ha frequentato uno stage. Di questi, il 100% si sono sentiti bene e gli stessi hanno approfittato di questa esperienza per maturare una scelta professionale. Tuttavia, diversi ragazzi hanno segnalato la nota negativa di non aver ricevuto un riscontro quotidiano sul proprio operato, bensì solo periodico.

I successi del turismo
Moreno Cortesi, Valposchiavo Turismo, ha esposto che durante lo scorso anno si sono registrati 80’310 pernottamenti negli alberghi, ossia un incremento del 3,5% rispetto all’anno precedente, cifra di poco sotto la quota raggiunta nel 2021. I risultati confermano crescita e stabilità ma non solo: molti turisti hanno scoperto la Valposchiavo nel periodo covid e tuttora continuano a visitarla. L’obiettivo è di destagionalizzare il turismo: il flusso maggiore rimane nel periodo estivo, ma si registrano pernottamenti record anche durante l’inverno, più del doppio di quelli di dieci anni fa.

Associazione Pro Tessitura in Valposchiavo
La tessitura inizialmente doveva essere chiusa, non tanto per il deficit di circa 25’000 CHF, quanto per la difficoltà organizzativa nel portare avanti l’attività. Per salvaguardare questa realtà, che è la penultima tessitura artigianale ad aver resistito in tutta la Svizzera, è nata l’Associazione Pro Tessitura con lo scopo di creare un nuovo comitato e di salvaguardare, mantenendola in vita, la produzione tessile locale. Questa attività, infatti, ha di per sé un grande potenziale di sviluppo ed è anche interessata da sostegni cantonali: “Sarebbe un peccato lasciarla andare proprio ora se la questione è meramente organizzativa”, spiega il revisore Romeo Lardi. Sono stati raccolti numerosi consensi e anche un discreto supporto economico in tutta la Valle; il sostegno che ACV vuole dare e che serve alla Pro Tessitura ora è di natura istituzionale.

Gli altri temi emersi durante lo svolgimento dell’assemblea e che sono stati trattati con la partecipazione attiva dei soci riguardano la possibilità di strutturare una filiera del legno sotto il marchio 100% Valposchiavo, a cui potranno aderire le falegnamerie presenti in Valle. Inoltre, la revisione parziale della pianificazione locale della zona artigianale Apollo, iniziativa portata in Giunta a Poschiavo e sostenuta con l’unanimità, ha sollevato alcune osservazioni circa disparità di trattamento.

«Giochiamo a fare i grandi»
Il presidente Carlo Vassella si è lasciato strappare questa battuta scherzosa e che non direi confidenziale, ma che di sicuro denota una certa umiltà. D’altronde il discorso è iniziato con la metafora di un pasto ricco, immagine non troppo idealistica: dato che il buon cibo non può mai mancare nelle assemblee valposchiavine, forse è stata una strategia per ingannare subliminalmente l’attenzione del pubblico e farlo resistere così fino al rinfresco. Oppure è stata sì un’immagine idealistica per far ‘gustare’ maggiormente i successi di ACV. Vale la pena, a questo punto, a proposito di suggestioni, ricordare che Platone, per immaginare il proprio dio, il demiurgo, si richiami espressamente agli artigiani dell’Atene della sua epoca, mondo di piccoli liberi lavoratori. Il dio platonico, a differenza di quello cristiano, non crea dal nulla ma plasma una materia già presente, lavorabile quindi artigianalmente. Platone dice, nel Timeo, che la genesi di questo mondo è mista, derivando da una composizione di necessità e intelligenza. E cosa fa l’artigiano se non muoversi tra queste due dimensioni, tra la necessità materiale e la libertà dell’intelligenza con cui opera sulla materia imprimendo la propria visione? Quindi, si tratta davvero di “giocare a fare i grandi”?