I 120 anni di Repower diventano un libro

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Repower è per la Valposchiavo molto di più di un’azienda, e di uno dei più grandi datori di lavoro. Il rapporto che lega il colosso energetico a questa valle alpina è economico, certo, ma anche affettivo e culturale. 
La presentazione del libro “Elettricità, opere, persone” nella ricorrenza dei 120 anni di Repower,  venerdì 24 maggio, è stata l’ennesima occasione per dimostrarlo.
Il volume, prezioso nella veste grafica e con un bellissimo apparato fotografico, sarà presto disponibile anche nei negozi della Valposchiavo.  A fare gli onori di casa Paolo Raselli, che ha quasi immediatamente ceduto la parola a Thomas Grond, responsabile comunicazione del gruppo, qui presente anche in rappresentanza anche del CEO di Repower Roland Leuenberger, assente perché malato.

“Da molto tempo – ricorda il discorso letto da Bronn e scritto dal CEO – non veniva scritto un libro su Repower. Non si tratta però di un libro di marketing, ma un contributo per ricordare un rapporto ricco e con molte sfaccettature”. In tutto questo tempo vi sono stati successi e fallimenti, nel passato come in tempi più recenti: eppure da ogni esperienza l’azienda si è rafforzata. Repower nasce in Svizzera e ne plasma il territorio, ma ha da sempre uno stretto rapporto anche con l’Italia.
Come ancora ricordato da Leuenberger, il libro è disponibile sia in italiano che in tedesco, con sintesi in romancio, capitolo per capitolo. 

Una presentazione di Daniele Papacella e Alessandro Mocenni ha poi introdotto due dei capitoli di cui si compone il volume.
L’italiano Mocenni, che inizialmente era stato chiamato per scrivere la storia di Repower Italia in occasione dei suoi vent’anni (quindi qualche anno fa) è entrato nella squadra del volume, raccontando proprio i rapporti con l’Italia. Una relazione secolare, già da quando gli italiani erano importanti azionisti delle Forze Motrici di Brusio che fornivano energia elettrica alla città di Milano, che ha però cambiato pelle negli ultimi decenni. La presenza in Italia si sostanzia oggi in un segmento di vendita di energia pulita ma ha anche il volto del design, con la panchina di ricarica divenuta un oggetto di culto. 

Papacella, tanto nel libro quanto nella serata, ha presentato il rapporto tra azienda e popolazione: molti gli attori e singolare la peculiarità di un’azienda molto grande in un territorio molto piccolo. Ci sono dipendenze, paure, ammirazione, ci sono il lavoro e il benessere. 
Ricorda Papacella un aneddoto personale: “All’asilo disegnavo su fogli bianchi ma sul retro tubi e bulloni. E se non sapevo cosa disegnare coloravo questi tubi e bulloni. Questo perché la mia insegnante andava alla centrale, prendeva i piani usati, li tagliava a pezzi e ce li dava da utilizzare per i nostri disegni. Nella saletta vicina c’era un televisore. Andavano i giovani a vedere la RAI perché fino al 1972 la RSI non si vedeva qui. E quel televisore era un regalo di Repower”.

Nonostante qualche difficoltà nel reperimento dei documenti, Papacella ha tratteggiato un quadro nel quale si parla dei grandi cantieri e del ruolo delle allora Forze Motrici nel trasformare l’economia ma anche l’urbanistica della Valposchiavo e la sua stessa mentalità.
Ogni storia ha due facciate: da un lato, per esempio, le captazioni del Poschiavino tolsero a Brusio acqua ai ben 27 piccoli canali che alimentavano le botteghe di falegnami, fabbri, mugnai e della fabbrica di tabacchi, dall’altro furono una spinta per l’elettrificazione delle attività. 
Si tolse l’acqua dal fiume, ma si stimolò la creazione di un vero acquedotto, con un miglioramento degli standard igienici.
A risentirne, di certo, nella prima fase, furono i contadini, sino a quando, dopo aspre battaglie, ottennero finalmente la costruzione dell’acquedotto agricolo nel 1943.

È quindi toccato un intermezzo delle Musicantas, un gruppo vocale “familiare” costituito dalle tre talentuose sorelle: Clara Maria, Eva Luisa e Anna Catrina Scherrer insieme alla cugina Giulietta Barenius. L’ensemble vocale si è esibito in un applaudito repertorio di canzoni popolari nelle tre lingue cantonali.

Si è passati successivamente a un piccolo dibattito tra Daniela Vitali, Karl Heiz e Gianpaolo Lardi.
Del gustoso racconto dei tre vorrei ricordare un piccolo scambio che spiega più di molte parole. Risponde Daniela Vitali a una domanda di Papacella: “Che cosa fa un’assistente di direzione? Dopo molti anni deve sapere tutto, anche senza chiedere, intuisce pensieri, capisce le relazioni e anticipa le decisioni… “. “In una parola, comanda!” – esclama bonariamente Karl Heiz tra le risate del pubblico in sala. 

Tutti quanti chiudono con l’augurio che questa storia continui, rimarcando l’importanza della presenza dei Cantoni (ma più in particolare di quello dei Grigioni) e la necessità che la Valposchiavo resti centrale nello sviluppo del gruppo. 

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno