Risate e riflessioni: la commedia “Bis einer weint” incanta Poschiavo

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Lunedì 15 luglio, la Plazeta 35 di Poschiavo è stata palcoscenico per la compagnia Origen, la quale si è esibita con la commedia dal titolo “Bis einer weint” (“Finché qualcuno non piange”), con la regia di Manuel Schunter. Nell’ambito del festival kain+abel, dedicato al rapporto tra fratelli nella storia, questa commedia ha inscenato con fantasiosa ironia alcuni temi dell’esistenza che ci coinvolge tutti.

Il sipario si apre. Sul palco appaiono quattro personaggi: si tratta dei domestici dello gnädige Herr, uomo di sopraffina conoscenza, immensa ricchezza, straordinaria magnanimità, misericordioso a tal punto da creare una competizione all’interno della sua servitù in modo da poter riconoscere meriti al più diligente. Il domestico migliore, in questo caso, non è solo chi sarà superiore nel servizio una volta messo alla prova, perché qui si include anche l’indole al sacrificio e, addirittura, al gioire e al farsi vanto della condizione meno agevole, più svantaggiosa. La gara, da questo punto di vista, è al ribasso: il migliore è chi guadagna meno e si mostra così, in qualche modo, più bravo nel sopportare e a stare alla larga da condotte disdicevoli.

Interviene sul palco il quinto personaggio, una giovane musicista che ha risposto ad un annuncio sul giornale: si deve organizzare un gran banchetto nella meravigliosa reggia del signore misericordioso in occasione di una sua visita. La governante della servitù cerca di avere il controllo della situazione: il motto è aushalten, raushalten, la parola chiave è disziplin. Deve essere tutto perfetto ma i domestici sono impacciati, sempre fuori tempo, necessariamente inadeguati rispetto alla superiorità dell’uomo misericordioso che, quasi, per la sua sublime essenza, non è umano. Per lui devono essere preparate numerose portate, tutte prelibatezze a cui sul palcoscenico, che è lo spazio in cui opera la servitù, risulta sempre più difficile resistere. Tra squisitezze e buon vino, i domestici, uno alla volta, vengono tentati: con tutti i piatti e le bottiglie che lo gnädige Herr dovrebbe mangiare e bere da solo, non sarà un problema assaggiarne un po’, forse. A fine pasto, è il momento per la torta.

In questa fase della commedia si instaura un climax sempre crescente, fino alla fine. La torta è presentata come la vera prelibatezza a cui non si riesce a resistere. L’atmosfera è surreale, incantata, viene messo in scena ciò che è la vera tentazione: qualcosa di difficile da spiegare, quantomeno nel momento in cui la tentazione esercita pienamente la sua forza. L’attrazione è accompagnata da un canto, come il canto delle sirene: la fatica, il sacrificio, la perseveranza e la disciplina che i domestici hanno usato finora è quasi dimenticata. Sembra tutto appannato e confuso tranne l’oggetto della tentazione, che sembra quasi animato, sembra quasi di più di quello che è. Nella relazione instaurata attraverso la tentazione, sembra emergere un’eccedenza che permette una sorta di trasfigurazione reale e simbolica dell’oggetto desiderato. La compagnia di domestici si fa forza rievocando il motto: aushalten, raushalten; e la parola chiave: disziplin. Ma qualcosa, come spesso accade, non va come ci si sarebbe aspettati.

La commedia, dai raffinati toni comici e clownistici, è una efficacie metafora che riguarda molte situazioni della vita di tutti. Non sono mancati diversi numeri quasi circensi: gli attori hanno usato magistralmente il loro corpo, la loro espressività, a comunicare e a trasmettere un senso del ritmo che ha fatto percepire il ritardo e la discrasia insita nell’inadeguatezza rispetto al tempo e alle circostanze. Elemento centrale, oltre alla tentazione, è proprio la differenza. Differenza tra uomo e uomo, fra sogno e realtà, disciplina e piacere, regole e istinto. In questa commedia, lo stile paradossale ma profondamente reale ed esistenziale, non ammette integrazione di tali differenze. Pertanto, l’ordine delle differenze crea realtà separate – ma tangenti – che pongono lo spunto, per l’osservatore esterno, di immaginarsi una soluzione a questo paradosso.

Lunedì 29 luglio, verrà messa in scena la replica.