Buon lavoro scuola!

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Foto di Aaron Burden su Unsplash

Da oggi ritmi e suoni del paese saranno cadenzati sulla scuola: lo si è percepito già presto il mattino col suono delle campane e col chiacchiericcio, ancora discreto e un po assonnato, dei ragazzi che si recavano ai vari culti di apertura. Saranno decisamente più rumorosi al rientro verso casa, quando ognuno darà sfogo al proprio umore dopo aver scoperto compagni, magari nuove amicizie, nuovi maestri, nuove regole e nuovi progetti.
Certo risulta un po’ strano nel 2024 vedere come nel comune di Poschiavo ancora due comunità religiose ci tengono a marcare il terreno ad ogni inizio scolastico: messe a San Carlo e Prada, culto ecumenico a Poschiavo. Inoltre nel comunicato del Consiglio scolastico viene riferito l’invito della Comunità riformata ad un culto domenicale di riflessione sull’educazione. Ma non sarebbe davvero ora di dividere Stato e Chiesa e aprire l’anno scolastico con un rito d’apertura scolastico, di riflessione,  unico per tutti?
E’ una storia che fa discutere da anni, che si ripete tra tentativi diversi di unirsi e distinguersi, ma che di sicuro gli alunni eccitati dal giorno nuovo neppure noteranno.

Bambini nuovi col sacco nuovo pieno di aspettative e forse anche timori, si concentreranno sugli amici e sulla mano sicura dei genitori che dovranno lasciar andare. E lo stesso sacco, meno visibile, l’avranno sulle spalle anche i genitori nuovi in questo ruolo, non meno emozionati dei loro figli.
E’ davvero una ruota che gira la scuola: marca il passare del tempo e intanto lo tiene fermo all’età sempre uguale dei suoi alunni. La sfida di adattarsi ai cambiamenti della società è sempre aperta, perché se gli allievi hanno sempre la stessa età, non sono mai gli stessi col passare degli anni. E non sono più gli stessi neanche i genitori! Una sfida che i docenti conoscono e che cercheranno di affrontare, si spera, col miglior bagaglio disponibile.

Il mio pensiero in questo giorno d’inizio anno torna all’ultimo teatro di fine scuola delle terze superiori: la bellezza e la coralità di quel teatro hanno lasciato un senso di fiducia e gratitudine alla scuola. E’ stato davvero un rito collettivo di iniziazione all’età adulta, emozionante ed emozionato. Ragazzi cresciuti, ognuno con un buon bagaglio, erano lì a prender commiato dalla loro scuola, dai loro genitori, da una comunità e dalla loro infanzia. Dentro quelle palestre scolastiche ti veniva da pensare che aveva lavorato bene la scuola!

Ci sono ora bimbi nuovi da non deludere, da mantenere curiosi e fiduciosi, genitori da accompagnare, e allora:

 buon lavoro Scuola, e grazie.

Serena Bonetti

2 COMMENTI

  1. Stato e Chiesa sono ben separati. La partecipazione alle celebrazioni religiose, seppur sia stata numerosa questa mattina, era totalmente facoltativa.
    Spero che la laicità, che non significa laicismo, consenta ancora di poter invitare a pregare chi lo desidera. Perché la fede non è un fattore intimistico, ma per sua stessa natura (si veda l’etimologia di Chiesa) vive in una dimensione di relazioni e di socialità. Qualcuno il secolo scorso ha provato a eliminare questo aspetto: i regimi totalitari. Quindi, mi permetto di suggerire di pensare meglio al peso di ciò che si auspica.