Dietro le quinte delle Olimpiadi: Danilo Lanfranchi racconta la sua esperienza come Produttore RSI

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Concluse da poco le Olimpiadi di Parigi, Il Bernina ha intervistato Danilo Lanfranchi, classe 1985, originario di Poschiavo, trasferitosi poi a Roveredo, dove attualmente è produttore per la RSI. Danilo ha seguito per l’emittente della Svizzera italiana, direttamente da Parigi, l’intera avventura olimpica.

Danilo, puoi raccontarci brevemente il tuo percorso professionale e come sei arrivato a lavorare come produttore per la RSI?
Come molti, ho svolto l’intero percorso scolastico a Poschiavo, trasferendomi poi a Coira per svolgere il liceo bilingue. Dopo un anno di transizione ho studiato comunicazione e gestione dei media all’Università della Svizzera italiana e parallelamente ho iniziato a collaborare con la RSI come titolista. Dopo il master, stavo per iniziare uno stage nella redazione sportiva del Corriere del Ticino, ma sono stato chiamato dalla RSI per un colloquio e sono stato assunto nel settore degli acquisti fiction. Quindi ho abbandonato la strada del giornalismo, ma non quella dello sport, che è da sempre la mia più grande passione. Dopo tre anni tra contratti di film e serie tv ho avuto la possibilità di cambiare settore ed entrare nel magico mondo dello sport, prima come coordinatore e da alcuni anni come produttore.

Come hai vissuto l’esperienza di seguire tutte le Olimpiadi come produttore RSI? Quali sono state le sfide più grandi?
Sicuramente dopo aver vissuto l’Olimpiade di Tokyo in un contesto ahimè ancora surreale causa covid, queste Olimpiadi sono state vissute in un contesto di normalità. Si avvertiva che il tema caldo fosse la sicurezza: lo spiegamento delle forze dell’ordine in tutta Parigi è stato ingente, così come i controlli durante tutto il periodo dei giochi, ma nonostante ciò il clima ammaliante delle Olimpiadi si poteva respirare a pieni polmoni. Le sfide più grandi, invece, a livello lavorativo sono state principalmente tecniche: quest’anno per la prima volta si è lavorato con la distribuzione dei vari segnali via fibra e non più tramite il satellite. Questo grande cambiamento ha permesso di avere a disposizione la copertura di tutti gli eventi prodotti dall’OBS (l’Olympic Broadcasting Services è la struttura del Comitato Olimpico Internazionale deputata a svolgere il ruolo di radio-televisione ufficiale per le competizioni olimpiche). Abbiamo quindi quintuplicato gli eventi a nostra disposizione potendo costruire una programmazione da zero e in linea con le nostre necessità.

Quali sono stati i momenti più memorabili o emozionanti che hai vissuto a Parigi durante le Olimpiadi?
Essendomi occupato in prima persona della programmazione televisiva e del web, vedere che le nostre scelte abbiano permesso a chi lavorava a Comano in regia di coprire ogni minuto della giornata senza affanni è forse stato il riconoscimento più grande e quindi più memorabile di questa edizione. Nei ritagli di tempo sono riuscito a seguire qualche avvenimento dal vivo. La finale dei 100m nell’atletica maschile è stata una delle gare più emozionanti a cui ho assistito, così come la semifinale tra Stati Uniti e Serbia, con i campo le stelle della NBA, saranno un ricordo che mi porterò per sempre nel cuore. Se devo invece scegliere una location memorabile non posso che pensare ai match di beachvolley: assistere ad una partita ai piedi della Tour Eiffel è stato impagabile.

Come si organizza e gestisce la copertura di un evento così grande come le Olimpiadi dal punto di vista del produttore?
Le Olimpiadi sono un evento di una portata talmente grande che la macchina organizzativa è sempre in movimento. Milano-Cortina è già dietro l’angolo e di conseguenza anche diverse scelte organizzative, tecniche e di personale devono essere prese al più presto. Riassumendo in poche parole, dapprima si deve scegliere quali sono gli sport che hanno più importanza e quindi dove avere una postazione di commento, una postazione per fare le interviste e quali invece che hanno un peso minore per la nostra offerta e quindi che possono essere seguiti da Comano. Un altro argomento importante è la modalità su come seguire l’evento, se con uno studio sul posto o da Comano, se accompagnare le dirette con uno speciale o se, come quest’anno, prediligere l’offerta live. La location, con i relativi fusi orari, è sicuramente un aspetto da non trascurare. Parigi, per esempio, ha permesso di offrire uno spettacolo ai nostri spettatori nell’arco di tutta la giornata, dalla mattina presto fino a quasi mezzanotte. Una volta che si hanno in chiaro queste dinamiche si passa alla parte più pratica e organizzativa di tutta la spedizione. Mi piace pensare che noi produttori prepariamo al meglio tutti gli ingredienti per far sì che poi i giornalisti possano realizzare la propria “magia” e portare in tutte le case della Svizzera italiana le emozioni che solo lo sport sa dare.

Hai avuto modo di interagire direttamente con gli atleti, gli allenatori o i dirigenti durante le Olimpiadi?
Direttamente con gli atleti no, il nostro punto di riferimento era sempre Swiss Olympic che riportava le nostre richieste ai vari atleti e allenatori. Devo dire che è stata un’esperienza fruttuosa che ci ha permesso di presentare al nostro pubblico anche atleti meno affermati ma non per questo meno importanti.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali? Hai già in mente il prossimo grande evento a cui vorresti partecipare come produttore?
Dopo una breve pausa, sarò impegnato nella produzione del Galà dei Castelli ad inizio settembre, un meeting d’atletica che è cresciuto molto negli ultimi anni e che grazie anche alla nostra produzione televisiva ha potuto farsi conoscere in tutto il mondo. Questa forse è la produzione a cui più tengo e ogni anno mi rallegro di poterla seguire. Il prossimo anno, invece, come capo progetto RSI, avrò la possibilità di confrontarmi con i Mondiali di sci di Saalbach. Un’operazione di grande portata visto anche il seguito che ha lo sci alle nostre latitudini. È però innegabile che l’occhio verte già a Los Angeles per le prossime Olimpiadi estive: un po’ come per gli atleti, anche per noi del settore l’Olimpiade è il compimento di un duro ma pur sempre affascinante percorso.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione