Arquint: «È nostro dovere regolare, abbiamo cacciatrici e cacciatori che ora ci aiutano in questo lavoro. Ma non vogliamo parlare di una ‘caccia ai lupi’: non sarebbe corretto nemmeno nei confronti della stessa caccia».
Lunedì 26 agosto, presso le palestre di Santa Maria di Poschiavo, si è tenuta la serata informativa sul coinvolgimento dei cacciatori nella regolazione del lupo. L’incontro, che ha visto la partecipazione di circa 250 cacciatori, è parte di una serie di eventi riservati ai possessori di licenza di caccia e ha l’obiettivo di fornire una formazione specifica che consenta ai cacciatori di ottenere l’autorizzazione per effettuare abbattimenti di lupi in conformità con le direttive federali e sotto la supervisione dell’Ufficio per la Caccia e la Pesca.
Adrian Arquint, capo dell’Ufficio per la Caccia e la Pesca, ha aperto la serata facendo il punto sulla situazione attuale, sia dal punto di vista fattuale che normativo. Nel suo discorso, Arquint ha sottolineato l’importanza di una gestione oculata del lupo. Nel 2018 si contava un solo branco di lupi, mentre oggi se ne registrano 12, con una proiezione che li vede aumentare a 15 entro la fine dell’estate, per un totale di oltre 120 esemplari. «È chiarissimo che si debba intervenire per regolare la popolazione», ha dichiarato Arquint, aggiungendo che la regolazione è un dovere delle autorità, supportate, in questo caso, da cacciatrici e cacciatori. Tuttavia, ha chiarito che, con questo, non si intende promuovere una “caccia al lupo”. «È nostro dovere regolare, -specifica Arquint – abbiamo cacciatrici e cacciatori che ora ci aiutano in questo lavoro. Ma non vogliamo parlare di una ‘caccia ai lupi’: non sarebbe corretto nemmeno nei confronti della stessa caccia».
La serata ha visto una grande partecipazione non solo a Poschiavo, ma anche in altre località del Cantone. Tuttavia, non tutti i cacciatori potranno partecipare agli abbattimenti dei lupi quest’anno. Infatti, solo alcuni cacciatori selezionati potranno intervenire in presenza di determinati branchi interi o di determinati lupi singoli in cui si potrà procedere all’abbattimento se autorizzato. La regolazione dei giovani appartenenti a branchi complessi rimane, invece, esclusiva competenza dei guardacaccia.
Arquint ha anche sottolineato la responsabilità che ricade sui cacciatori di informarsi e rispettare le regole, sia per quanto riguarda i perimetri di caccia sia per le modalità di intervento, sia per le restrizioni previste.
La recente revisione della legge federale ha introdotto la possibilità di interventi preventivi, una novità rispetto al passato, quando si poteva agire solo a danno avvenuto. Per quanto riguarda i ricorsi, è importante ricordare che i cittadini hanno il diritto di presentare ricorso, e questo diritto non può essere negato. Tuttavia, rispetto all’anno scorso, quando le operazioni venivano bloccate dall’oggi al domani, quest’anno si garantirà maggiore trasparenza, e i ricorsi saranno valutati per verificare la correttezza delle operazioni una volta svolte.
Attualmente, la situazione nel Cantone prevede la regolazione di due terzi dei piccoli di ogni branco, indipendentemente dai danni subiti, e l’eliminazione di tre branchi interi. In Valposchiavo, è stato richiesto l’abbattimento di un lupo che ha causato danni, ma la presenza di un secondo esemplare ha fatto sospettare l’esistenza di un intero branco, il che ha reso necessario ulteriori accertamenti prima di dare il via libera alla caccia. L’accoglimento di Berna nei confronti di queste richieste e la stessa revisione della legge federale è la conferma, secondo Arquint, della buona gestione della situazione e del buon management operato dal Cantone in questi anni.
Il coinvolgimento di cacciatrici e cacciatori nella regolazione del lupo avverrà sia durante la caccia alta che in quella speciale. Tuttavia, saranno applicate restrizioni precise, sia territoriali che temporali. Ad esempio, nella caccia alta sarà possibile abbattere solo i giovani esemplari, mentre nella caccia speciale si potrà intervenire su tutto il branco. Inoltre, sarà fondamentale conoscere esattamente in quale regione è consentito l’abbattimento di un lupo per evitare errori. L’informarsi è sempre responsabilità del cacciatore.
Nonostante il lupo rimanga una specie protetta, l’obiettivo delle autorità è quello di ridurre i danni subiti dagli agricoltori e di mantenere la naturale timidezza del lupo nei confronti dell’uomo.
Raggiungere una normalità nella regolazione del lupo sarebbe l’ideale, secondo Arquint, seguendo l’esempio della gestione dello stambecco. Dagli anni ’70, infatti, la regolazione dello stambecco ha portato a un raddoppio della popolazione, riducendo al contempo i conflitti. Si spera che, con un approccio simile, anche la gestione del lupo possa portare a risultati altrettanto positivi nel giro di qualche anno.