Il futuro in movimento: lo sport, tra divertimento e passione

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La casa di riposo di Baar

Le Olimpiadi di Parigi si sono concluse solo da qualche settimana, così come le Paralimpiadi, in calendario a fine agosto; si avvicina anche la data delle Olimpiadi invernali MilanoCortina2026. Per qualche anno, spirito e fiamma olimpica saranno di casa proprio nella nostra Europa. Lo sport però, agonistico o amatoriale, è parte integrante delle nostre società; per molti di noi è un tratto costitutivo della nostra quotidianità. Tra fine luglio e la settimana di Ferragosto, il portale www.admin.ch ha pubblicato due comunicati molto interessanti che, pur trattando temi diversi, sono intimamente legati.

Lo scorso 26 agosto, a Berna, l’Ufficio Federale di Statistica ha presentato alla stampa il rapporto “Panorama della società svizzera 2024: vecchiaia e invecchiamento nella società contemporanea”. L’Ufficio segnala che il rapporto mette a disposizione di autorità pubbliche, politica, economia, scienza e società civile informazioni neutre e affidabili “per preparare il Paese ad affrontare le sfide correlate all’invecchiamento”.
Il 22 luglio, invece, l’Aggruppamento Difesa ha pubblicato i risultati del test di fitness 2023 dell’esercito (TFE), da cui emerge un quadro positivo tanto per gli uomini che per le donne (che partecipano volontariamente al reclutamento). Più della metà delle nuove reclute è considerata ben allenata e circa l’80% soddisfa le raccomandazioni di movimento della Confederazione. Come si legge nel comunicato, il test di fitness dell’esercito comprende cinque esercizi: salto in lungo da fermi, lancio della palla medica, test della forza complessiva del tronco, equilibrio su una gamba e una corsa di resistenza; il punteggio massimo totalizzabile è di 125 punti e la media nel 2023 è stata di 67,6 punti. I dati raccolti dei circa trentacinquemila giovani non sono utilizzati solo dall’esercito ma diventano parte del monitoraggio generale dell’attività fisica della popolazione svizzera.

Una messe di dati, accurati e selezionati, che non manca di offrire molti spunti di riflessione. Giovani e anziani, con questi ultimi parte preponderante della piramide demografica; a unirli, a suggerire un fil rouge tra i due comunicati, è proprio il movimento. E allora ecco tornarmi alla memoria il Rapporto “Sport Svizzera 2020”, realizzato dall’Osservatorio Sport e Movimento Svizzera, autori Markus Lamprecht, Rahel Bürgi, Hanspeter Stamm, ricco di analisi ma anche di spunti più filosofici, che spingono verso domande chiave, come “Cos’è lo Sport”?.

C’è una linea di demarcazione netta tra attività ludiche e di movimento e attività sportive? Il rapporto osserva come non ci siano risposte semplici alla domanda cruciale; “Né la politica dello sport né le scienze dello sport hanno potuto accordarsi su una definizione univoca e vincolante dello sport. (…) Sebbene esista un’ampia concezione dello sport e si registrino le più variate discipline e forme di pratica sportiva, la gente ha una concenzione intuitiva dello sport ricondicibile alla pratica culturale. “Lo studio Sport Svizzera 2020 si basa proprio su questa concezione intuitiva, lasciando gli intervistati liberi, almeno in prima battuta, di decidere se indicare o meno come sport le varie attività motorie e del tempo libero. Così facendo si riconosce la possibilità di registrare l’evoluzione del concetto stesso di sport. Come osservano gli autori, venti o trenta anni fa molte persone non avrebbero considerato le camminate o lo yoga come sport, mentre oggi sono le discipline in cui si registra la crescita più decisa. Facendo riferimento alle raccomandazioni di movimento, pur essendoci una relazione stretta tra attività motorie e sport, può accadere di avere discipline sportive che non soddisfano le raccomandazioni e viceversa.

In genere chi si muove poco nella quotidianità deve fare sport. Sport Svizzera 2020 ha evidenziato il netto aumento della pratica sportiva tra le persone della seconda metà della vita; se tra i 20 e i 40 anni la quota dei molto attivi scende (e lo fa dal 2014), torna a salire con decisione fra i 65 e i 74 anni, attestandosi sulle percentuali dei più giovani (15-24 anni); nel caso delle donne tra i 65 e i 74 anni l’attività sportiva è addirittura superiore alla fascia delle più giovani. Anche le differenze culturali e linguistiche si riflettono nella scelta degli sport praticati. Nella Svizzera tedesca il ciclismo è più popolare che nelle regioni latine; il rampichino (Mtb) ha in proporzione più adepti nella Svizzera francofona e italofona che tedesca. Le camminate sono diffuse in tutta la Confederazione, così come sci di fondo e sci alpinismo. Walking e ginnastica tradizionale si concentrano soprattutto nella Svizzera tedesca. Tra gli sport di squadra, il calcio è il più amato nella Svizzera italiana, l’unihockey nella Svizzera tedesca e la pallacanestro in Romandia. La pallavolo, molto popolare nell’area germanfona, cresce anche nella Svizzera latina. In un continente sempre più maturo, avere una popolazione attiva, soprattutto attiva a lungo, è una delle strategie per la sostenibilità dei sistemi assistenziale e pensionistico.

Il percorso però parte proprio dai più giovani, ai quali proporre percorsi educativi che vedano nel movimento un pilastro della crescita individuale e di comunità. Investire nei giovanissimi oggi, offrire loro molteplici occasioni di gioco e movimento, significa investire a lungo termine in comunità sane e attive più a lungo. Una sfida appassionante, a cui dedicare energie, tempo e passioni.


 Chiara Maria Battistoni