Una ventina i partecipanti alla riunione convocata dalla ACV, giovedì 12 settembre, per la riflessione su “Equa”, la carta prepagata made in Valposchiavo introdotta dal 1° dicembre del 2023. La prenotazione iniziale, si ricorderà, era stata di 500 carte. Quante le carte e quali i numeri oggi? E quali i miglioramenti possibili per rendere lo strumento più utile, agile e adatto alla realtà locale?
L’idea della riunione era quella di esporre, appunto, i dati di questo “quasi anno” di vita, individuare i temi più importanti a livello strategico e, parallelamente, i passi più urgenti da compiere e quelli invece da rinviare a un secondo momento.
Cominciamo dalla cifre: sommando le ricariche di Equa in questi mesi si sono raggiunti 91’000 franchi. Pensando che Ilanz ha impiegato dieci anni per arrivare a un milione complessivo, i numeri sono più che incoraggianti.
Tuttavia, se si guarda al prelievo, cioè a quanto è stato poi effettivamente utilizzato, si registra uno sfasamento importante: i soldi spesi ammontano a poco più di 58’000 franchi, con una rimanenza di oltre 33’000. Questa tendenza sembra però livellarsi progressivamente e, con il tempo, si prevede di arrivare al 25/30% di differenza, fisiologico da un lato vista la natura del bene (si ritrova anche nei buoni acquisto) e dall’altro visto il ritardo con il quale il denaro ricaricato viene utilizzato.
Per quanto riguarda i settori di utilizzo, le preferenze stimate vanno soprattutto in articoli misti (abbigliamento e articoli vari, tra cui i carburanti) ma anche generi alimentari, gastronomia e servizi ai clienti.
Numerose le carte vendute, circa un migliaio, delle quali 400 da Raiffeisen, queste ultime per un ammontare complessivo di 15’000 franchi.
Dal punto di vista tecnico, AACV sottolinea che non vi sono stati problemi di sorta.
Da più parti si è fatto notare che le carte siano soprattutto utilizzate per i regali, specie dai datori di lavoro. Il “freno” a regalare da parte dei commercianti può essere l’anonimato, cioè il fatto che non si noti chi ha propiziato il regalo.
Danilo Nussio ha sottolineato poi che, forse, la conoscenza sui meccanismi tecnici non è così diffusa e, al contempo, “Equa” non è ancora percepita come un “pagamento gradito” da parte del personale e dei commercianti e di converso anche dai clienti.
Stante il successo sui clienti e sui dipendenti, è stata anche espressa la necessità di diffonderla tra il pubblico poschiavino più generale.
Da parte di AACV si sottolinea come ci siano due modi da usarla: da regalare e da usare per sé. Per il primo non vi è alcun problema, ma per il secondo una delle questioni aperte è, per esempio, l’impossibilità di ricaricarla da soli, che andrebbe auspicabilmente implementata.
Anche l’inserimento di tutto il numero della carta in fase di accettazione del pagamento, che può indurre agli errori – è stato rilevato – è un po’ limitante nell’uso.
Un ulteriore questione è che Sum up, il dispositivo per chi è sprovvisto di POS, si è rivelato infine un po’ farraginoso.

L’attrattività della carta resta un punto centrale: cosa può spingere il cliente ad acquistarla e utilizzarla? Forse, per esempio, un vantaggio economico. Il cerchio, però, è già stato allargato, perché i dipendenti frontalieri che ricevono una carta hanno speso in valle, circostanza che prima si verificava molto meno.
La promozione, però, come sottolineato dal presidente di ACV Carlo Vassella, è un compito di tutti i commercianti e non solo dell’associazione, innanzi tutto perché è più efficace.
Sugli sconti c’è chi ha iniziato da solo, come Marantelli che già riconosce un piccolo sconto a coloro che effettuano il rifornimento con “Equa”.
In linea generale, un piccolissimo sconto potrebbe essere riconosciuto anche a compensazione dei mancati costi di transazione, visto che “Equa” non comporta spese per gli esercenti. C’è chi propone anche di usarla per una parte di salario, magari sotto forma di buoni pasto e di gratifica.
La novità sulla quale informa Vassella è che su Twint sarebbero possibili tecnicamente l’auto ricarica e la verifica del saldo e, previa verifica sui costi, si potrebbe anche arrivare ad avere un’app che renderebbe più appetibile la questione.
Le varianti possibili sono sconti personalizzati, altri invece generalizzati e uguali. Nel primo caso il sistema è più “simpatico”, nel secondo più pratico e democratico.
Dopo questa raccolta di idee, verranno quindi effettuate le opportune riflessioni per migliorare il servizio fermo restando l’importanza del progetto e la volontà di farlo entrare ancora più fortemente a far parte dell’economia e delle modalità di pagamento valposchiavine.