Applausi a scena aperta per il teatro in dialetto poschiavino a Coira

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L’affiatato Grüp da teatru pusc’ciavin, dopo la riuscitissima presentazione di sabato scorso nella Loësaal a Coira In piedi, da s. a d.: Cecilia Rossi, Gian-Paolo Pozzy, Barbara Russi Tuena, Natalia Crameri, Emma Pola, Melanie Crameri, Lia Capelli, Annalisa Zala, Flavio Tuena Accovacciati, da s. a d.: Elia Rada, Fabio Tosio, Luca De Gianbattista, Maica Marchesi, Arno Daguati

Il teatro in dialetto poschiavino, andato in scena sabato scorso a Coira per la prima esibizione stagionale, gode di ottima salute, sprizza buon umore da tutti i pori, crea come l’ha sempre fatto un’atmosfera divertita, spassosa, con acuti esilaranti e con i ripetuti applausi del numerosissimo pubblico. Si conferma quindi la lunga tradizione teatrale nel nostro dialetto a Coira, che si avvale pure della passione e del talento di tanti giovani; promettenti, bravi, preparati e introdotti in un gruppo affiatato. È bello assistere a un ventata di giovinezza, in un’epoca in cui in generale l’associazionismo stenta a rinnovarsi.

Quest’anno al Grüp da teatru dai pusc’ciavin a Coira interpreta in modo convincente e coinvolgente una commedia dialettale dell’autore bresciano Stefano Godizzi, dal titolo Tüt par colpa da na Cavra. Il testo originale, in dialetto bresciano, è stato tradotto in poschiavino da Urbano Crameri. Pensiamo, con l’aiuto decisivo di sua moglie Erminia, originaria proprio di Brescia. Il testo è stato pure adattato dal giovane ma già esperto regista Fabio Tosio, che non lascia nulla al caso e soprattutto riesce ad affinare il lato espressivo delle attrici e degli attori (uno più bravo dell’altro); la voce e le sue tonalità, il fascino della mimica, l’atteggiamento comunicativo, la presenza in scena sicura e convinta, l’abilità di recitare, la capacità di catturare l’attenzione e di scrutare le aspettative del pubblico. Queste sono le premesse che fanno pulsare di vita e emozioni una trama attorno a una famiglia dell’alta società, ambientata negli anni ’60 del secolo scorso. Si racconta una storia che ricorda le parole di una canzone di Bennato, ed ecco che la regia la fa sentire in sottofondo “… lui è il gatto, e io la volpe, stiamo in società, di noi ti puoi fidare”.

Infatti! La famiglia vive lo shock in cui la ricca eredità accumulata dagli antenati aristocratici viene scialacquata in un amen. Il tutto è condito da tanta ingenuità, dalla mancanza di un filo di furbizia (fatta eccezione della Contessa Elisabetta), da bizzarrie inattese, da un linguaggio molto schietto oltre che diretto, da futili credenze, da sequenze imbarazzanti e capovolgimenti repentini. Insomma, sono le classiche situazioni in cui il pubblico viene trascinato fino alle lacrime … dal ridere. Nelle vicende familiari, che danno la sensazione di segnare il declino di un passato glorioso, c’è un personaggio che intuisce cosa stia veramente accadendo. È Lena, la cameriera-governante. Lena non governa solo la casa. Governa tutti i personaggi che ci vivono o ci girano attorno, se necessario con una pentola come “arma”. E soprattutto governa con savoir faire anche il palcoscenico, dall’inizio alla fine della divertente presentazione.

Prossime esibizioni Grüp da teatru pusc’ciavin da Coira:

  • Zurigo, sabato, 5.10.24 (ore 20.00)
  • Lugano – Pregassona, sabato 19.10.24 (ore 20.00)
  • Poschiavo, venerdì 25.10.24, sabato 26.10.24 (ore 14.00 e ore 20.00)

Livio Zanolari