Un, due, tre… pensieri

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Si è appena conclusa la quarta edizione del festival “Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo” che nella sua forma felice e, oserei dire, persino gioiosa ha dato colore e vivacità alla vita del borgo in questo ultimo fine settimana.
Interessanti, stimolanti e quasi intimi gli incontri proposti, piccole perle regalate al pubblico. A colpire, oltre il contenuto, era il grande senso di verità e spontaneità dei diversi incontri, che hanno davvero avvicinato poeti e scrittori alla gente.
Bello vedere Sala Torre così animata, in un andare e venire di persone interessate, venute da ogni parte della svizzera, curiose, diverse, colorate, originali. Una mescolanza di lingue che ha creato legami e non divisioni. Guardandomi in giro pensavo a come la cultura e l’arte in genere non solo aprono gli orizzonti, ma sono loro stesse uno spazio aperto e accogliente, che segna così una strada là dove la società e certe collettività ancora non sanno arrivare. Un pubblico ricco di “biodiversità” – uomini, donne, queer , giovani, anziani-  con voglia di condividere, di affermarsi e anche con la libertà di non definirsi. Tutti a cercare, nei tanti incontri proposti, il proprio nutrimento per l’anima.
E’ stato bellissimo cara Begoña, arricchente e importante, grazie!

Nella gratitudine sentita per queste due giornate, qualche pensiero più…  “mortificante” non mi ha abbandonato, tanto da finire ora anche in questo articolo.
Tutti concordi, autorità in primis, a lodare in apertura questo festival, a riconoscerne l’importanza e l’originalità. Ma poi in effetti, nel momento cruciale di decidere un concreto sostegno finanziario alla Cultura, si tirano i remi in barca. Lo ridico e lo ripeto perché davvero non ho ancora digerito il rifiuto della maggioranza dei nostri rappresentanti politici a concedere un aumento di 15.000.-fr alla cultura! Aggiungiamoci pure il mancato interesse del Comune (appena dichiarato) a partecipare al progetto Punto Rosso e facciamo qualche riflessione.
In cambio, visto l’intervallo positivo delle finanze comunali, le maggioranze politiche propongono di abbassare le imposte, rinunciando così ad un introito finanziario nelle casse comunali, leggo, di 260.000.- ! E la bugia più grande di questa proposta populista è che il risparmio sarebbe per tutti!!! Non bisogna esser esperti in economia per capire che quest’abbassamento in effetti favorirà solo pochi cittadini, i più benestanti, e sarà invece irrisorio per la maggioranza. Un pacchetto di 260.000.- fr da investire invece in qualche progetto collettivo (scuole, asili nido, cultura, giovani) lascerebbe ben altra impronta. E sarebbe lì da vedere e da godere anche quando inevitabilmente fra qualche anno le imposte torneranno per forza ad alzarsi.
La delusione (mia, ma mi auguro anche di tanti altri) si diluisce un po’ quando penso a quanto appena proposto in Valle da Begoña e il suo team quest’ultimo fine settimana. Mi da’ un senso di speranza, vedere che tra mille difficoltà non si smetta di rincorrere sogni, di tenere uno sguardo alto, aperto e di dare con questo esempio una lezione alla politica. Una due giorni di letteratura, di poesia, di storie umane, di integrazione, di coesione, di accoglienza, regalata a tutta la popolazione: regalata, sì, perché non si è dovuto pagare nessun biglietto d’entrata, gratis per tutti: è stato in tutta la sua pienezza un invito alla partecipazione.
Una lezione e una scommessa riuscite.

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