A Frosinone è apparsa recentemente, senza indicazione di luogo, di tempo e di casa editrice, una lettera di 40 pagine di prosa d’arte costellata di brevi poesie e di fotografie, dedicata a Paolo Gir, il nostro poeta deceduto nel 2013. Si tratta di un inno alla solidarietà, all’amicizia e alla poesia, considerata sinonimo di bellezza, bontà, giustizia e verità, poesia come corporeità e spiritualità. L’autore è Silvano Gallon, funzionario negli anni Novanta del secolo scorso presso il Consolato d’Italia a Coira, originario della Provincia di Frosinone, dove si è ritirato dopo il pensionamento.
L’opuscolo è in un certo senso il diario della profonda amicizia che lega i due poeti, dal momento che si incontrano per la prima volta fino alle ultime lettere inviate e ricevute ancora pochi giorni prima che Paolo chiudesse gli occhi per sempre. Gallon ricorda, la scoperta dei profondi interessi comuni; le passeggiate insieme nelle viuzze e nei dintorni della città; lo sbocciare dell’amicizia in virtù della poesia di Paolo, l’apprezzamento di Gallon per i Grigioni, la sua gente e le sue valli. Decanta le gioie che la poesia procura loro: le iniziative, i concorsi internazionali di poesia a cui hanno partecipato insieme, in Macedonia a Struga, in Italia a Recanati e a Cervara di Roma, dove in sintonia con la natura sperimentano il superamento di ogni barriera di lingua, cultura e religione e scoprono la vera solidarietà tra i popoli. Concorsi in cui Paolo ottiene premi e riconoscimenti (come il Labris d’oro) impensabili alle nostre latitudini conformemente al detto del Vangelo che “Nessun profeta è bene accetto in patria” (Luca, 4,24), ma che riempiono Paolo e Silvano del più genuino appagamento.
La lettera non dimentica gli amici comuni, in primis Enrico Terracini, il primo console approdato a Coira subito dopo la fine della guerra, innamorato dei Grigioni ed esimio collaboratore dei Quaderni grigionitaliani. Silvano instaura un colloquio pieno di struggente nostalgia con la donna della sua vita, persa sei anni orsono, nonché con il suo amico che l’aiuta ad elevare la mente dalle attuali miserie, dalla solitudine e dal dolore, alimentando la speranza di un ricongiungimento nella vita futura. Lo induce ad approfondire ulteriormente la sua poetica fuori dal tempo, basata sul comune culto delle virtù e sull’ammirazione di modelli come Giovanni Pascoli e Giacomo Leopardi. Una poetica che Gallon esemplifica nelle 27 liriche disseminate sulle 40 pagine. Componimenti che dedica all’amico con commoventi parole «[…] queste poesie sono dedicate a te nel segno della nostra amicizia. Scrivo non per seguire una legge dell’utile o della gloria o della vanità, ma a cercare il bello e tu, mio importante mecenate, mi accompagni» (p. 16).
Questa lettera a Paolo supera l’importanza di un diario. Assume valore universale. È un pezzo della nostra storia culturale svizzero-italiana, è un inno all’amicizia, alla bellezza, alla solidarietà tra i popoli. Una lettera che tutto il Grigioni italiano dovrebbe conoscere. Paolo Gir lo merita.
Il libretto è fuori commercio, ma è reperibile presso la Pgi centrale, la Biblioteca Cantonale e presso le biblioteche di valle.
Massimo Lardi