Vendemmia 2024: annata difficile, ma la qualità non manca

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Conclusa da poche settimane la vendemmia 2024, Il Bernina ha raccolto le impressioni sulla produzione annuale delle Case e Aziende vitivinicole della zona. Il primo sentore generale è quello di un’annata pesantemente condizionata dal clima primaverile. Sul lato quantitativo, il 2024 non sarà annoverato tra i risultati migliori degli ultimi anni; per quanto riguarda la qualità, invece, ci sono dei riscontri positivi.

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Pur parlandoci di un’annata molto difficile, l’imprenditore Marco Triacca dell’azienda vitivinicola “La Perla” si ritiene soddisfatto e contento di essere riuscito a gestirla nel migliore dei modi insieme ai suoi collaboratori: “L’annata è iniziata con una gelata primaverile che fortunatamente non ha danneggiato i nuovi germogli, ma ha però ridotto già in partenza la quantità di uva in vigna. Nei mesi di maggio e giugno le piogge sono state frequenti e quindi, da subito, abbiamo prestato massima attenzione agli aspetti fitosanitari. Di colpo poi è arrivato il gran caldo e le viti hanno subìto un po’ di stress idrico, – ci spiega il titolare dei vigneti situati a Tresenda di Teglio – con grande tenacia e anche un pizzico di fortuna siamo riusciti ad arrivare a settembre con uve sane e di qualità. Da metà/fine settembre e compreso quasi tutto il mese di ottobre le belle giornate di sole non sono state tantissime e la pioggia ha reso difficile la programmazione della raccolta. In ogni caso, siamo riusciti a fare una bella vendemmia, con gradazioni zuccherine più basse rispetto agli ultimi anni”.

Anche Andrea Zanolari, direttore della Plozza Vini, ci racconta di un 2024 con quantità inferiori alla media, impegnativo e complesso in vigna, che ha richiesto attenzione e dedizione in ogni fase.
“Fin dalla primavera, – afferma Zanolari – ci siamo trovati di fronte a un clima capriccioso, segnato da frequenti piogge e un’umidità elevata, condizioni che hanno inciso significativamente sulla fioritura, limitando lo sviluppo ottimale dei grappoli. L’estate è stata favorevole, portando un miglioramento nel processo di maturazione delle uve. Tuttavia, con l’arrivo di settembre, un periodo di cieli grigi e piogge ricorrenti ha rallentato la maturazione, creando non poche preoccupazioni. Paradossalmente, questo rallentamento ha giocato a nostro favore: le uve, non ancora completamente mature, hanno mostrato una resistenza superiore durante le piogge autunnali, mantenendo una qualità ottimale nonostante le difficili condizioni”.

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Concorde con i colleghi anche Elisa Bontognali, giovane imprenditrice vitivinicola valposchiavina. Elisa, che si occupa della produzione del vino a 360° gradi nel suo piccolo podere di Sella (Teglio), ci parla di un 2024 non memorabile per i vitigni valtellinesi: tutta l’annata è andata climaticamente all’opposto di come doveva andare per creare condizioni ottimali per la vite. “Durante la fioritura – spiega Elisa – abbiamo avuto un clima freddo e piovoso, quando la vite in questo periodo idealmente non dovrebbe ricevere molta acqua. La malattia delle piante poi è stata in costante agguato durante tutto l’anno. Speravamo in un autunno con giornate serene e buone escursioni termiche e invece, purtroppo, abbiamo avuto 140mm di pioggia in settembre e 150mm in ottobre con molta nebbia. L’uva, per tutti questi motivi, ha faticato a raggiungere una maturità perfetta, – conclude Elisa – tanto che sono stata indecisa sempre su quando raccoglierla”.

Nonostante tutte le calamità affrontate durante l’anno, la giovane imprenditrice ci conferma che per il 2024 ci saranno comunque dei vini di qualità. Elisa coltiva inoltre anche dei vitigni resistenti “Piwi”, che si confermano essere fonte di soddisfazione anche in un anno tanto piovoso.

Le note positive non mancano nemmeno dal direttore della Plozza Vini, che si dichiara entusiasta delle uve destinate alla produzione dello sforzato Plozza. Questi grappoli, sani e compatti, stanno appassendo con grande soddisfazione, lasciando presagire un’annata di eccellenza per questo vino d’eccezione.

Marco Triacca conclude speranzoso, ma senza sbilanciarsi troppo, parlandoci delle fasi successive alla vendemmia: “In questo momento i vini stanno finendo di fermentare, mentre le uve per lo sforzato sono in appassimento in fruttaio. Negli scorsi giorni di inizio novembre c’è stata la vendemmia tardiva e poi aspetteremo dicembre per la pigiatura dello sforzato. Una volta finite le fermentazioni, il vino andrà poi seguito ancora per diversi anni durante il suo affinamento. La strada è dunque ancora lunga e come al solito preferisco non sbilanciarmi prima”.

Ivan Falcinella
Membro della redazione