Da 38 anni si cerca una soluzione per il ponte di Cimavilla a nord del paese di Poschiavo. Quello attuale è stato approvato provvisoriamente dopo l’alluvione nel 1987. Sul foglio ufficiale cantonale è stata pubblicata ieri l’apertura del concorso per un progetto.
Durante l’alluvione del 1987 il ponte all’entrata del paese di Poschiavo è stato distrutto dall’acqua e dai detriti. Per un anno è stato sostituito da una costruzione temporanea a una sola corsia. Nel 1988 questa è stata demolita e sostituita da una struttura rialzata e rinforzata. Un’opera che da allora è stata approvata solo in via provvisoria. Da quasi quattro decenni si sta cercando una soluzione definitiva.
Nuovo ponte e nuova fermata dell’autopostale
L’Ufficio tecnico descrive la situazione del ponte di Cimavilla “non ottimale” per il traffico motorizzato e “non attrattiva” per i pedoni. Stando ai dati dei modelli di traffico ogni giorno transitano in media 3’223 veicoli sul ponte a nord del paese. Nel 2017 è stata apportato l’ultimo intervento strutturale, ovvero l’installazione di una passerella pedonale in acciaio sul lato nord.
Per migliorare la situazione è stato indetto un concorso di progetto per la riqualifica dell’entrata del paese e del ponte, pubblicato ieri sul Foglio ufficiale cantonale. “L’obiettivo è quello di trovare una soluzione tra una serie di possibili varianti, che crei un valore aggiunto per i residenti e gli utenti della strada attraverso interventi mirati, semplici e pragmatici.
Con questo approccio miriamo ad ottenere la più appia accettazione possibile”, ha detto Matthias Wielatt dell’Ufficio tecnico (UT) grigionese.
L’area presa in considerazione va dal Molino e Pastificio fino alla fermata dell’autopostale Curtinell. In questa zona è prevista la costruzione del nuovo ponte, che andrebbe a sostituire quello attuale, una nuova fermata per gli autobus accessibile alle persone con disabilità, e una strada che soddisfi le esigenze di pedoni, ciclisti e automobilisti.
I fattori della lunga attesa
Ma come mai dopo quasi quarant’anni non si è ancora trovata una soluzione definitiva? “Già nel 1987 il progetto per la nuova costruzione del ponte di Cimavilla con un profilo di portata più elevato ha incontrato resistenza. Questo è anche il motivo per cui la soluzione attuale è stata approvata in via provvisoria solo nel 1988”, ha spiegato Wielatt.
Da allora l’UT ha fatto numerosi tentativi. Tutti sono però finora falliti a causa di diversi fattori. Fra questi, cita Wielatt, ci sono ad esempio i vincoli legati all’attraversamento del fiume Poschiavino, le difficili condizioni altimetriche a causa del profilo di deflusso necessario e il tracciato stradale, che si trova all’interno di un sito protetto dall’inventario federale degli insediamenti svizzeri.
I lavori di costruzione per un ponte definitivo secondo Wielatt non inizieranno prima del 2027, dato che non si possono escludere ritardi, causati anche da possibili ricorsi.
Personalmente faccio il ponte dell’Altavilla tutti i giorni e non vedo la necessità di un cambiamento. Probabilmente non è molto comodo per i veicoli lunghi e articolati, però questo zig-zag, assieme a quello di San Bartolomeo, a quello di La Rasiga e alla strettoia di Sant’Antonio ricordano ai guidatori che siamo in zona villaggio e rallentano il traffico considerevolmente, aumentando la sicurezza dei pedoni. Circonvallazione da Li Curt al Fulon sì, ma non questa correzione.
Credo che spenderemo altri soldi per progetti irrealizzabili. La soluzione più semplice sarebbe, venendo da sud, continuare lungo il fiume sulla riva ovest fino a al mulino pastificio e poi con un ponte in diagonale portarsi sulla riva est del fiume.
Questa soluzione però ha anche tanti grossi svantaggi:
Due case a nord ovest dell’attuale ponte devono essere eliminate per fare posto alla nuova strada. Sono case relativamente storiche che sono nell’inventario federale dei paesaggi.
Le altre case a nord ovest del ponte attuale di Via da Zurcà dovrebbero rinunciare ai terreni in riva al fiume.
Il fiume sarebbe incanalato tra due strade a sud del mulino pastificio, in contrasto con l’esigenza di rinaturalizzare le rive.
La nuova strada porterebbe in linea retta lungo il fiume il traffico cantonale senza ostacoli alla velocità direttamente fino al ponte San Bartolomeo.