I Cantoni alpini sono contrari alla modifica del sistema di tassazione della proprietà abitativa e all’introduzione di un’imposta reale sulle abitazioni secondarie. Lo indica in una nota odierna la Conferenza dei governi dei cantoni alpini (CGCA).
Questo dossier è stato discusso nella sessione delle Camere federali di settembre. Mentre il Consiglio nazionale si è detto favorevole ad abolire l’imposta sul valore locativo per le residenze principali nonché per quelle secondarie, gli Stati vorrebbero farlo solo per quelle principali.
I Cantoni alpini sono contrari a un cambio di sistema. In queste zone infatti “la percentuale di abitazioni di proprietà è notevolmente maggiore (50% o superiore) rispetto a quella delle aree urbane (meno del 30%)”, indica la nota. Le case secondarie sono anche più numerose che in pianura. Eliminando l’imposta sul valore locativo i “Cantoni alpini sarebbero colpiti in modo sproporzionato”, sostiene la CGCA.
“Nel Vallese e nei Grigioni, la sola abolizione della tassazione sulle abitazioni secondarie genererebbe un mancato gettito fiscale nell’ordine di circa 120 milioni di franchi all’anno”, si legge nella nota.
Nella sessione delle Camere federali autunnale, il Nazionale ha anche approvato senza opposizioni un progetto che prevede l’introduzione di un’imposta reale sulle case di vacanza, così da compensare le perdite d’entrate causate dall’abolizione del valore locativo. Il dossier si trova ora nelle mani degli Stati. In fase di consultazione, questo oggetto è stato respinto da 19 Cantoni su 26.
Anche in questo caso i Cantoni alpini si dicono contrari, sottolineando che una nuova imposta “solleverebbe numerosi quesiti di estrema complessità sul piano giuridico ed economico-procedurale”, precisa la nota.
Costituita nel 1981, la CGCA conta otto cantoni membri: Uri, Obvaldo, Nidvaldo, Glarona, Appenzello Interno, Grigioni, Ticino e Vallese.