Tra meno di 13 mesi si apriranno i giochi della della xxv Olimpiade invernale Milano-Cortina. La Valtellina è in fibrillazione per questa manifestazione con rilevante impatto territoriale. Se è vero che la valle non viene menzionata nel logo della manifestazione, tuttavia quasi un terzo delle medaglie verranno assegnate proprio qui da noi: a Bormio dal 16 febbraio le gare di sci alpino maschile, dal 19 al 21 sci alpinismo sempre a Bormio; a Livigno dal 5 al 18 snowboard e dal 7 al 21 freestyle.
I preparativi fervono secondo i programmi di massima, però cammin facendo si aggiungono ulteriori progetti e ne appassiscono altri. E non mancano le polemiche sui ritardi delle infrastrutture di comunicazione e sui possibili sprechi di denaro pubblico.
Lunedì 2 dicembre la sezione sondriese dell’Unitre (Università delle tre età) ha ospitato un incontro con l’ingegner Sergio Schena, assicuratore, da gennaio 2020 nel Cda della Fondazione “Milano Cortina 2026”. Occasione che ha richiamato molte persone visto che era previsto l’illustrazione proprio del ruolo della Valtellina nella manifestazione olimpica.
Schena ha voluto prioritariamente ricordare che gli attori principali sono C.I.O. (Comitato Olimpico Internazionale e la sua articolazione italiana), il Governo italiano, i vari enti locali, SIMICO e ANAS (s.p.a. deputate a realizzare le opere con fondi pubblici) e la Fondazione di cui lo stesso Schena è parte.
Quest’ultima svolge tutte le attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali relativi ai Giochi Olimpici e Paralimpici, non contando su finanziamenti pubblici, ma con i fondi del Comitato olimpico, dei biglietti, delle donazioni e degli sponsor.
Delle attività proprie della Fondazione si è a lungo parlato nel corso dell’incontro, ma anche, per sollecitazione dei presenti, si è fatto il punto anche sulle opere.
Il relatore ha voluto ricordare l’aura e il lascito reputazionale di altre grandi manifestazioni, sportive e non, dalle Olimpiadi invernali di Torino (2006) all’Esposizione universale di Milano (2015): queste hanno impresso una spinta formidabile in primo luogo alle conoscenze e all’imprenditorialità. Si attendono dunque con fondata fiducia risultati analogamente brillati nel tempo anche per la Valtellina nel comparto del Turismo, supportato dalle eccellenze eno-gastronomiche del territorio, ma anche uno sviluppo delle conoscenze e delle relazioni da parte della parte più giovane e dunque più dinamica della popolazione valtellinese.
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Tutto queso ben si collega con l’impegno statutario primario della Fondazione che si propone in premessa di «proteggere e coltivare la bellezza naturale dei luoghi che ospiteranno i Giochi (…) Ma che riflette anche l’esigenza di trasformazione sociale, territoriale e culturale delle nuove generazioni promuovendo lo sviluppo economico locale sostenibile, combattendo lo spopolamento e contribuendo allo sviluppo dell’economia sociale e delle conoscenze. Milano Cortina 2026 intende adottare un approccio alla sostenibilità e al lascito che sia realistico, concreto e progressivo, in cui coinvolgere tutte le parti interessate».
Senza dimenticare il rilievo educazionale: «si sa bene che i Giochi incoraggiano sempre più persone a praticare attività sportiva e a fare più movimento, con un focus particolare su giovani e persone con disabilità».
Tutte ottime intenzioni, che sicuramente si riverseranno in pratiche conseguenti. E tuttavia qualche problema sussiste e qualcosa è emerso nel dibattito.
Domanda posta da chi scrive:«Come arriveranno gli atleti, le delegazione, i turisti?».
«Con il treno sino a Tirano e poi con bus elettrici o alimentati con biocarburanti», la risposta di Schena.
Da qualche anno si stanno investendo cifre considerevoli per migliorare il trasporto ferroviario. I guasti, gli incidenti e dunque i ritardi sulla linea per Milano sono tuttavia continui. Per le Olimpiadi si vorrebbero aumentare le corse, però è difficile ritenere che sia compatibile con lo stato della linea che, ricordiamolo, da Lecco è a binario unico.
Per quanto riguarda la viabilità su strada anche qui i problemi sono evidenti. Limitandoci alla Valtellina tre sono le opere che, per opinione generale, sono necessarie. L’onorevole Mauro Del Barba, morbegnese, ha recentemente fatto conoscere quanto dichiarato dal Ministero dei Lavori pubblici in risposta a precise interrogazioni. La tangenziale di Tirano (i lavori partiti nell’ottobre del 2021 dopo anni di annunci) verrà pronta entro il 31 dicembre 2025, dunque a meno di 40 giorni (!) dall’inizio delle gare.
Nella tratta stradale di fondo valle due punti in corrispondenza della tangenziale di Sondrio sono altamente critici. Com’è noto la tangenziale termina in località Trippi con un passaggio a livello. Si dichiara da parte ministeriale che qui i lavori saranno terminati entro fine gennaio 2026 (dunque a cinque giorni all’inizio delle prime gare a Livigno).
L’altro progetto in itinere riguarda lo svincolo della Sassella, in prossimità della zona commerciale sondriese. Qui il termine dei lavori arriverebbe a “messa incominciata o finita”, ovvero tra febbraio e aprile 2026.
Per inciso, a dicembre 2024, non c’è traccia di lavori né in località Trippi né in località Sassella.
Se è vero che si vuol privilegiare l’arrivo in treno, però non si può impedire l’uso dell’auto. Provocatoriamente chi scrive ha posto all’ingegner Schena questa domanda: «Posto che si cita nelle intenzioni la sostenibilità, visto lo stato dei lavori stradali e i disservizi della ferrovia, quanti elicotteri avete previsto di usare?».
«Nessuno. Tutte le delegazioni ufficiali, come gli atleti, useranno come già detto i treni e i bus a basso impatto ambientale».
Per quanto riguarda infine i possibili sprechi, ancora un paio di questioni poste ancora da scrive.
«Nel 2030 la Francia ospiterà i Giochi invernali. Per il pattinaggio ha deciso di utilizzare gli impianti di Torino, evitando di costruirne uno nuovo. Non sarebbe stato più opportuno per l’Italia usare nel 2026 l’impianto di bob di St. Moritz anziché costruirne uno ex novo a Cortina?».
Da ultimo: «Alla Fondazione compete la promozione e la comunicazione senza gravare sulle casse pubbliche.
Regione Lombardia si è però recentemente intromessa decidendo di installare un simulacro dei cinque cerchi olimpici sulle pendici delle Retiche in Bassa Valle. I 451 mila euro stanziati per l’installazione del manufatto appaio fuori misura pur tenendo conto che sarà necessario qualche opera viaria di accesso. Una cifra troppo alta per giustificare qualche selfie!».
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