Cambiamento climatico: Il futuro incerto dello sci

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Copyright Romano Salis

Con il 2024 che si prospetta come uno degli anni più caldi mai registrati e le previsioni che indicano un aumento della temperatura media globale di 2,8 °C entro la fine del secolo, si pongono seri interrogativi sul destino dello sci e dell’intera industria ad esso connessa. L’analisi delle politiche attuali di riduzione delle emissioni evidenzia un futuro in cui il 53% e il 98% delle stazioni sciistiche europee potrebbero essere esposte a un rischio elevato di scarsa copertura nevosa con incrementi di temperatura di 2°C e 4°C, rispettivamente.

Una recente ricerca pubblicata su “Nature Climate Change” ha valutato i cambiamenti della copertura nevosa di 2234 stazioni sciistiche in 28 paesi europei, evidenziando che anche contenendo l’aumento delle temperature, molte di queste stazioni affronteranno rischi crescenti che potrebbero essere mitigati solo attraverso un’intensa attività di innevamento artificiale.

L’Europa ospita circa il 50% delle stazioni sciistiche globali, ma l’industria sciistica contribuisce solo al 3% del turismo totale nel continente. Tuttavia, il settore genera ricavi significativi, stimati intorno ai 960 miliardi di euro, dando un forte impulso alle economie locali.

L’impiego della neve artificiale potrebbe ridurre il rischio in una certa misura, ma il 27% e il 71% delle stazioni sciistiche rimarrebbero comunque a rischio di carenza di neve con un aumento di temperatura rispettivamente di 2°C e 4°C. Inoltre, l’efficacia dell’innevamento artificiale sarebbe limitata nelle regioni a latitudini più basse e nelle aree meridionali dell’Europa.

Foto di Michal Mrozek su Unsplash

La ricerca suggerisce che, se le emissioni di gas serra rimanessero elevate, il numero di giorni di copertura nevosa nelle Alpi potrebbe dimezzare entro la fine del secolo. Questo avrebbe gravi conseguenze sull’approvvigionamento idrico, con una significativa riduzione delle risorse disponibili per usi agricoli, civili e industriali nelle aree montane.

Se non saranno rispettati gli impegni sulla riduzione delle emissioni, molte stazioni sciistiche potrebbero dover scegliere tra costosi sistemi di innevamento artificiale e la riduzione delle risorse disponibili. È probabile che in futuro le aree sciistiche si spostino a quote più elevate per soddisfare una domanda turistica in continua diminuzione, riflettendo così l’impatto del cambiamento climatico su un settore già fortemente colpito.

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione