Sabato primo febbraio, il Punto Rosso ha avuto l’onore di essere la prima tappa della tournée di Caméléon, la più recente creazione della Compagnie József Trefeli, già ospiti della nostra Valle nell’autunno del 2023 per una residenza artistica e coreograifca. Dopo il debutto al Théâtre du Galpon di Ginevra, lo spettacolo di danza contemporanea ha portato a Poschiavo un’affascinante riflessione sulle dinamiche del duo, sulle interazioni tra corpi e sugli infiniti modi di essere una coppia.
József Trefeli, coreografo e ballerino svizzero-ungherese con una carriera internazionale, ha lavorato con compagnie e artisti di fama mondiale, ricevendo riconoscimenti per la sua capacità di fondere tradizione e innovazione. È proprio da una vita tracciata da incontri – racconta al pubblico prima di andare in scena – avvenuti quasi per caso, con Leif Firnhaber, ballerino ed artista poliedrico, che Caméléon nasce; dall’incontro e dal ritrovamento di due persone, che tra esplorazioni e confronti, si sono trovate a condividere una visione del corpo come strumento di trasformazione. In questo progetto, il movimento non è solo espressione, ma anche metamorfosi, un continuo adattarsi e reinventarsi, in cui la danza diventa mezzo per esplorare nuove forme di connessione e intimità.
“E se davvero il due esistesse?” Con questa domanda si apre Caméléon, un’indagine coreografica che esplora il concetto di coppia, non solo in termini di presenza scenica, ma come fenomeno umano ed emozionale. I cinque danzatori in scena mettono in discussione la rigidità dell’essere due, suggerendo che ogni interazione può generare ambiguità, fraintendimenti, seduzione, conflitto e, soprattutto, gioco.
Attraverso una danza fisica e intensa, il linguaggio dei corpi diventa il mezzo per svelare ciò che nelle parole spesso rimane celato. Chi conduce? Chi segue? Il corpo mente nel momento dell’incontro? Queste domande attraversano la performance, che si snoda tra gesti di complicità e improvvisi slanci di opposizione.
Il titolo stesso, Caméléon, suggerisce la capacità di trasformazione e adattamento. Così come il camaleonte muta colore per mimetizzarsi o per esprimere uno stato emotivo, anche i danzatori in scena sembrano modificare la loro presenza in funzione dell’altro. La coreografia si sviluppa come un dialogo continuo, dove la verità si mescola alla finzione e i confini tra sincerità e simulazione si fanno sfumati, ma anche dove la tensione dell’incontro iniziale va pian piano sfumando, trovando attraverso il passo di danza la congettiura giusta che pare dar vita a dei nuovi rapporti. Il risultato è una performance che affascina e interroga, lasciando il pubblico con un senso di meraviglia e riflessione. Caméléon rappresenta un’opportunità per esplorare, attraverso il movimento, la natura complessa delle relazioni umane.

Come citato, non è la prima volta che József Trefeli e Leif Firnhaber hanno l’occasione di portare la propria arte e il proprio talento a Poschiavo; è infatti anche grazie alla residenza artistica in Valposchiavo del 2023, ospitata e sostenuta da riverbero, che la loro ricerca sulle connessioni tra le persone ha potuto prendere forma e dare vita a Caméléon. Che durante la loro permanenza in Valposchiavo Trefeli e Firnhaber abbiano trovato uno spazio fertile per il loro lavoro, ispirati anche dalla calda apertura della comunità locale, si è evinto sabato sera: oltre ad essere proprio Poschiavo ad aver ospitato la prima tappa della tournée di Caméléon, a (ri)accogliere la compagnia in Valle è stato un Punto Rosso gremito, il quale non solo ha confermato l’apprezzamento del pubblico valligiano per gli eventi promossi da riverbero, ma ha anche fatto emergere un legame più profondo, di reciproco apprezzamento, tra la compagnia e il pubblico. Un legame che, similmente alla performance artistica, ha visto nascere una connessione speciale tra ballerini e spettatori, creando un incontro che sembrava avvolgere tutti.
Con questa prima tappa a Poschiavo, la Compagnie József Trefeli riafferma la danza come linguaggio universale, capace di superare barriere e unire culture e sensibilità diverse. Caméléon non è solo uno spettacolo, ma un’esperienza che stimola la riflessione e coinvolge profondamente, dimostrando come il corpo possa comunicare ciò che spesso le parole non riescono a esprimere. È un invito a lasciarsi coinvolgere dal ritmo della scoperta, a esplorare il dialogo silenzioso tra i danzatori, e a riconoscere il flusso continuo e mutevole delle relazioni umane.