350 giorni (e rotti) alle Olimpiadi invernali

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Foto PGE

Piazza Garibaldi gremita venerdì 14 a Sondrio per il lancio in Valtellina delle prossime Olimpiadi invernali. Prossime sì, perché al 6 gennaio 2026 mancano 356 giorni, secondo l’orologio/calendario installato sul palco della festa.
Un allegra bandella di ottoni ha introdotto la sfilata di una moltitudine di giovani in tuta sportiva, molti dei quali sventolanti  i vessilli delle nazioni,  quasi cento, partecipanti ai Giochi. Il pomeriggio è stato quindi allietato da evoluzioni acrobatiche di atleti e dall’assaggio di prodotti tipici del territorio.

Sul palco hanno portato il loro saluto esponenti di istituzioni ed enti locali e nazionali: Marco Scaramellini, sindaco di Sondrio, Davide Menegola, presidente della Provincia, Massimo Sertori, assessore regionale alla Montagna,  Massimo Sertori, Loretta Credaro, presidente della Camera di Commercio, Sergio Schena, consigliere d’amministrazione della Fondazione Milano Cortina, Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia e Giovanni Malagò, per il suo doppio incarico di presidente del Comitato olimpico nazionale e di Fondazione Milano Cortina.

Il momento corale in piazza è stato preceduto da un incontro per un publico ristretto nel salone dell’Amministrazione provinciale.

«Le Olimpiadi come strumento per promuovere investimenti, potenziare le infrastrutture e valorizzare le eccellenze del territorio, nel quadro di una visione sinergica tra gli “stakeholder” (portatori di interesse, n.d.r.) coinvolti che favorisca una proficua collaborazione tra pubblico e privato», così si è espresso il presidente lombardo Fontana.

«Milano Cortina 2026 – ha continuato Fontana – rappresenta prima di tutto unopportunità per tutto il territorio, un volano per gli investimenti. Un evento che lascerà in eredità infrastrutture e un patrimonio immateriale importante, ma anche unoccasione per valorizzare le eccellenze locali dal punto di vista sportivo, turistico, culturale e tecnologico».

Nota a margine, sulla quale torneremo più avanti: il presidente Fontana ha usato l’espressione “eredità”, mentre l’assessore Sertori ha preferito il corrispondente termine inglese “legacy”.  

Sertori ha voluto appunto evidenziare «il ruolo dei Giochi olimpici e della loro “legacy” come valorizzazione dei territori. La Lombardia sarà assoluta protagonista a livello mondiale nellorganizzazione di grandi eventi sportivi. Un motivo di grande orgoglio per la Valtellina, per lintera nostra regione e per tutto il Paese. E a rendere ancora più significativo il ruolo della Lombardia saranno anche le Olimpiadi Giovanili Invernali del 2028, che abbiamo conquistato insieme a Veneto e Trentino, con il progetto “Dolomiti Valtellina 2028”, un traguardo costruito sulleredità delle Olimpiadi di Milano Cortina. In questo modo si offre al territorio un nuovo importante appuntamento a distanza di due anni».

Aggiunge Sertori: «Il progetto de Giochi, riservato agli “under” 18, si basa sull’uso esclusivo di impianti esistenti nelle tre zone, Valtellina (Livigno, Valdidentro, Bormio), Val di Fiemme (Baselga di Pinè, Predazzo, Tesero, Cavalese) e Cortina d’Ampezzo. Undici le sedi di gara, sette saranno state utilizzate due anni prima per i Giochi di Milano-Cortina 2026. Quindici le discipline sportive: biathlon, hockey su ghiaccio, sci nordico, bob, pattinaggio figura, short track, pattinaggio di velocità, combinata nordica, skeleton, curling, salto, slittino, freestyle, sci alpino e snowboard».

Conclude Sertori così: «Mi piacerebbe che da qui in poi entrassimo nello spirito olimpico e per esempio narrassimo solo le positività. Questo non significa che non ci siano delle criticità o delle negatività (…) Comunque non dobbiamo perdere tempo in distrazioni che siano negative, ma dobbiamo mettere tutto in chiave positiva».

Su quest’ultima indicazione qualcuno ha già avuto modo di eccepire. Martedì 11 febbraio a Montagna Piano “Il comitato spontaneo “No Tangenziale Sud di Sondrio” e l’associazione “Oltre i muri” ha organizza un incontro pubblico: “L’impronta olimpica. L’impatto di Milano Cortina 2026 visto da satellite” con Duccio Facchini, direttore di Altreconomia. Impressionanti le immagini presentate e impietose alcune precisazioni sulla sostenibilità ambientale e finanziaria di alcune opere. A questo proposito un opera milanese. Nel documento presentato in fase di candidatura milanese aveva indicato che solo con fondi privati sarebbe stato edificato il Santa Giulia Hockey Arena. L’Arena è in fase avanzata di costruzione e sarà sicuramente pronta, però i costi, saliti attorno ai 300 milioni, sono ampiamente superiori al preventivo. E i costruttori hanno chiesto al Comune e al Governo un contributo di 40 milioni, peraltro vietato dalle vigenti leggi. In secondo luogo l’Arena ospiterà l’hockey solo per le Olimpiadi, mentre in una struttura provvisoria a lato verrà realizzato il campo di allenamento. E l’Arena voluta in sostanza da una società tedesca (quella di Ticket One) verrà in futuro usata quasi esclusivamente per concerti (16.000 posti).

Per quanto riguarda il territorio valtellinese sono state poi esaminate le diverse criticità della viabilità stradale e ferroviaria, illustrate in particolare da Angelo Costanzo, presidente dell’associazione “Oltre i muri”: «I simboli negativi delle olimpica eredita (la “legacy” di cui sopra) sono stati da noi individuati nella tangenziale sondriese, le cui porte a nord (Sassella) e a sud (Montagna) saranno pronte solo dopo le Olimpiadi. In particolare per quella sud, opera infrastrutturale molto discutibile sotto il profilo dei costi, della progettazione e che non risolverebbero i problemi della viabilità, avanziamo la proposta di allungarla sfruttando una parte dei fondi tornati in valle grazie all’idroelettrico».

«E rispetto al Bormiese?»

«La nuova cabinovia prevista a Bormio, dal costo previsto di 28 milioni di euro, verrà realizzata perché con lattuale cabinovia non verrebbero rispettate le scalette e le tempistiche delle riprese televisive. Comunque il simbolo negativo è la tangenzialina dellAlute nella piana agricola di Bormio. Unopera che ha diviso profondamente la popolazione, che non rientra tra quelle olimpiche, ma ritenuta dal Comune e Regione Lombardia collaterale per levento olimpico. Una tangenzialina dal costo di 7 milioni di euro che verrà costruita in una zona golenale dove il torrente Frodolfo è esondato nellagosto del 2023. Unopera che non serve, che distrugge uno dei simboli storici, agricoli, paesaggistici della Magnifica Terra».

«Allarghiamo il discorso al futuro dello sci…».

«Le ingenti risorse olimpiche potevano e dovevano aprire una riflessione locale sullo sviluppo turistico di lungo respiro e non solo del post olimpiade. Nessuna valutazione  è stata redatta sui cambiamenti di costume e sulle scelte che portano i turisti in montagna.  Da uno studio di Ipsos per lUnione delle Comunità montane del 2022 emerge che solo il 29% degli intervistati vanno in montagna per sciare. Forse lerrore peggiore è continuare ad insistere ad investire ingenti risorse nellindustria dello sci, senza nessuna valutazione dei cambiamenti climatici, senza una visione alternativa alla monocultura dello sci. Questo aspetto è determinante se si vuole superare la narrazione della “legacy” olimpica. Oggi si festeggia e domani si vedrà».