Il nostro giornale ha recentemente pubblicato un articolo in cui denunciavamo un nuovo caso di discriminazione linguistica ai danni delle regioni italofone dei Grigioni. Il problema riguarda la documentazione necessaria per la richiesta di accordi di servizio per gli istituti culturali.
Il testo, parte della Strategia per la promozione della cultura dei Grigioni 2025–2028, fornisce le linee guida fondamentali per la richiesta di accordi di servizio, ma la sua mancata traduzione ha reso più difficile la partecipazione delle istituzioni culturali italofone.
A seguito delle polemiche, l’Ufficio della cultura ha prorogato la scadenza per la presentazione delle domande fino al 31 marzo 2025, mentre le traduzioni dei punti principali del documento sono state nel frattempo pubblicate. Tuttavia, il problema della pubblicazione in contemporanea delle versioni linguistiche resta aperto, come confermato dal Servizio specializzato per il Plurilinguismo, che ha evidenziato le difficoltà legate alle risorse disponibili per le traduzioni.
Un problema strutturale
Non è la prima volta che le comunità italofone dei Grigioni vengono penalizzate dalla mancata traduzione di documenti ufficiali. La questione solleva interrogativi sulla reale tutela del trilinguismo, un principio sancito a livello costituzionale, ma troppo spesso ignorato nella pratica amministrativa.
Abbiamo posto alcune domande a Kaspar Howald, ex direttore di Valposchiavo Turismo e dal 2024 alla guida di graubünden Cultura, un organismo che intende sviluppare il turismo culturale nei Grigioni. Alla domanda se il suo mandato comprendesse un’attenzione a questa problematica, Howald ha risposto: “Sono d’accordo, non va bene che questi documenti non siano disponibili in tutte le lingue del Cantone.”
Tuttavia, ha chiarito che Graubünden Cultura non ha competenza diretta su questa questione, poiché finanziato dall’Ufficio per l’economia e il turismo e non dall’Ufficio per la cultura, responsabile della pubblicazione del bando. Ha inoltre sottolineato che, pur non avendo un mandato specifico sulla tutela del plurilinguismo, il progetto che dirige si impegna a garantire la disponibilità dei contenuti in tutte le tre lingue ufficiali del Cantone.
La risposta del Servizio specializzato per il Plurilinguismo
Abbiamo ricevuto anche la risposta di Alberto Palaia, responsabile del Servizio specializzato per il Plurilinguismo, che ha chiarito la situazione. Secondo Palaia, ci sono stati ritardi nelle traduzioni della Strategia per la promozione della cultura 2025–2028, motivo per cui l’Ufficio della cultura ha deciso di prorogare il termine per la presentazione delle domande per gli accordi di prestazione. Il nuovo termine è stato fissato al 31 marzo 2025 e gli operatori culturali sono stati informati della proroga.
Palaia ha inoltre specificato che le traduzioni dei punti centrali di promozione, degli obiettivi e delle misure sono già disponibili e pubblicate, mentre l’intera strategia sarà resa accessibile sul sito dell’Ufficio della cultura il prima possibile.
Resta aperta la questione della pubblicazione delle versioni linguistiche: come confermato da Palaia, il documento di partenza è quasi sempre in tedesco e la scelta se pubblicare immediatamente questa versione o attendere le traduzioni viene valutata di volta in volta. L’obiettivo è garantire la contemporaneità, ma le risorse del Servizio traduzioni non sempre lo permettono. Nel caso di documenti legati a scadenze, come questo, si tende a mirare alla pubblicazione simultanea o ad adattare le scadenze, mentre per testi informativi più lunghi si pubblica prima la versione tedesca e le traduzioni successivamente.
Un problema ancora aperto
Sebbene la proroga dei termini rappresenti un passo per evitare discriminazioni immediate, la questione della parità linguistica nei Grigioni rimane un tema critico. La pubblicazione dei documenti ufficiali prima in tedesco e solo successivamente nelle altre lingue cantonali continua a rappresentare un ostacolo per la piena inclusione delle comunità italofone. Serve un intervento chiaro e deciso da parte delle autorità competenti per garantire che il trilinguismo non resti solo un principio sulla carta, ma venga effettivamente applicato nella prassi amministrativa.