
Un articolo di Dototea Franciolli pubblicato dall’Almanacco del Grigioni Italiano (1992) fa parte della copiosa documentazione che contribuirà molto presto a definire “Giusto tra le nazioni” il pittore italiano Gianfilippo Usellini (1903-1971). Il memoriale gerosolimitano dello Yad Vashem rende così omaggio e commemora il non ebreo che rischiò la vita per salvare degli ebrei.
Ecco uno stralcio dell’articolo: “La famiglia Lopez era composta da Sabatino, dalla moglie Sisa e dal figlio Guido. Per motivi razziali, in quanto ebrei, furono costretti a lasciare l’Italia. Fu il noto pittore Gian Filippo Usellini a convincere Sabatino alla fuga, gli procurò le carte false e organizzò il passaggio clandestino”.
Franciolli disegna in “Roveredo: luogo di rifugiati” una mappa di quanti si salvarono negli anni durissimi del secondo conflitto mondiale. All’inizio, già nel ’40 si registrò la presenza di militari polacchi in fuga dai rastrellamenti in Francia delle truppe tedesche. A questi si aggiunsero, in particolare tra il ’43 e il ’44, numerosi profughi, soprattutto ebrei, dall’Italia. Con gustosi cenni Franciolli illustra come costoro vennero accolti dagli indigeni. E come i rifugiati si prodigarono. Due esempi: Vittore Veneziani, direttore dei cori alla Scala, guidò, portando alle stelle, la locale Corale di Santa Cecilia; furono organizzate recite teatrali alle quali contribuì Sabatino Lopez, famosissimo drammaturgo.
Di Lopez abbiamo un ritratto austero, cupo, dolente dipinto nel 1943 da Gianfilippo Usellini.

Usellini e la Valtellina
Venerdì 21 febbraio è stata inaugurata al Museo Valtellinese di Storia e Arte una mostra a lui dedicata con una ventina di opere. Le chiavi (o forse, meglio, alcune delle chiavi) le troviamo in esergo: “I miei quadri esprimono lo stupore…La vita e la favola, prima di fondersi, si incontrano nei miei quadri”.
Usellini fu in Valle negli anni ’30 del Novecento. Venne incaricato dall’architetto Giovanni Muzio di decorare con affreschi il salone principale dell’erigendo Palazzo del Governo. Usellini accettò, preferendo la tecnica ad encausto (con i pigmenti mescolati a cera), e girò le valli per documentarsi sul paesaggio e sugli usi e costumi locali.
Sei grandi pannelli sono ben visibili nella loro complessità e bellezza oggi a 90 anni dall’esecuzione.
In due pannelli sono ritratti personaggi viventi. In uno c’è un autoritratto del pittore intento a spaccare pietre malenche. Nel secondo troviamo all’estrema destra l’amico Muzio nei panni di cacciatore. Sulla parte sinistra troviamo tre donne in costume grosino. Della prima, con il cappello, si vociferò che fosse amica del pittore: del resto una lettera di ringraziamento indirizzata da Usellini ad una signora grosina, per la messa a disposizione del costume, è conservata presso il Museo Etnografico di Tirano.

Le mostre del 1994 e quella odierna

Sessant’anni dopo Usellini fu ricordato con una grande mostra a Sondrio, che balzò agli onori nazionali. Una persona particolare, si precipitò in Valle. La mostra era stata definitivamente chiusa la domenica. Il lunedì sera costui pressò che questa fosse riaperta. Il suo nome: Vittorio Sgarbi.
Venerdì scorso durante la presentazione dell’attuale mostra chi scrive ha consultato il catalogo di 30 anni fa riscoprendo una dedica autografata da una illustre visitatrice: la celeberrima attrice Alida Valli.

Luigi Sansone , critico d’Arte e genero di Usellini, si è ricordato che il quadro “Le maschere” del 1947 venne acquistato proprio da Valli (oggi è di proprietà di un collezionista di Arona, dove la famiglia Usellini ha una dimora settecentesca). Nella stessa pagina si trova il dipinto “Fotoreporter” (del 1949) acquistato da Dario Soria, ebreo italo-americano direttore della famosa casa discografica RCA, e poi riacquistato dalla famiglia Usellini (e presente in mostra oggi)
Due quadri con prelatini sfuggenti: probabilmente echi felliniani (però prima che il regista riminese si esprimesse così al cinema!). In faccia all’Isola di San Giorgio sfilano gondole velate: alle coppie ufficiali spettano i piccoli angeli dell’Amore, per le coppie clandestine i gondolieri diavoletti. E i preti scappano, come s’è detto, incalzati dagli amori carnali, mentre nel quadro di Alida Valli sono spinti dalle maschere, irrituali e irriverenti per definizione.

Ancora sulla mostra odierna. Elena Pontiggia, curatrice della mostra e docente a Brera, autrice di una sintetica ed avvincente presentazione, ha voluto scegliere come manifesto della mostra “Principe azzurro” (del 1940) così motivando: “Un muretto di cinta, che Usellini riprende da quella della sua casa di Arona, separa un gruppetto di ragazze chiuse in un giardino, dallo spazio aperto. lo spazio della vita. Davanti a loro appare, adagiato su una nuvola, il principe azzurro che tutte le adolescenti sognano e che abita in un castello lontano, anch’esso sospeso fra le nubi. Le giovani donne lo guardano affascinate. Lo guardano tutte tranne una, che gli volge le spalle perché ha visto che dietro la maschera si nasconde un teschio. L’opera assume allora un significato ampio: non si limita a rappresentare la distanza fra sogno e realtà, fra desideri giovanili e la concretezza della vita, ma ricorda anche la brevità dell’esistenza stessa, come un memento mori. Il tema etico, da grande apologo morale, non deve però far dimenticare la sapienza della pittura dell’artista, la bellezza del suo colore, la sua capacità di disporre armoniosamente le figure nella composizione”.
L’ opera fu acquistata dall’attore (famosissimo all’epoca) Osvaldo Valenti. Questi, arruolatosi nelle famigerate bande nere fasciste sorte dopo l’armistizio del 1943, venne accusato di avere torturato partigiani, connivente la sua compagna Luisa Ferida, anch’ella attrice famosissima. Entrambi vennero fucilati nel 1945. Il quadro (oggi in mostra) venne poi riacquistato dalla famiglia Usellini.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 2 giugno 2025, è promossa dal Comune di Sondrio, con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Sondrio, Comunità Montana Valtellina di Sondrio, Fondazione Provaltellina, Ordine degli ingegneri della Provincia di Sondrio, Ordine Architetti Sondrio.
Orari: dal martedì alla domenica 10-12 e 14-18.