Sabato e domenica scorsi, la rassegna dei Monologanti ha ospitato alle Ex Scuole di Campocologno il doppio spettacolo “Vu”, una performance che fonde teatro di oggetti e circo in miniatura per raccontare le peripezie di un uomo alle prese con la preparazione di una tazza di tè. Un gesto quotidiano all’apparenza semplice, quasi banale, ma che si trasforma in una sequenza di situazioni imprevedibili e surreali, in cui piccole manie e abitudini si esasperano fino a diventare irresistibilmente comiche.
Un uomo entra in scena, si avvicina a un tavolo trascinando le scarpe, apre una sedia pieghevole e si accomoda, e poi prepara una tazza di tè. Ma quel che sembra un semplice gesto quotidiano si disfa e si ricompone in una spirale di imprevisti meticolosamente orchestrati. Il pubblico si trova immerso all’improvviso in un mondo dove ogni dettaglio acquista un’importanza cruciale, mentre il protagonista, con una precisione quasi maniacale, trasforma gesti ordinari in gag sorprendenti. Così, nell’ossessione del protagonista verso la preparazione della tazza di tè perfetta, si sviluppano delle mini-performance in cui zollette di zucchero, bustine di tè, latte, candele e riviste diventano strumenti di un gioco di precisione e destrezza. La tensione, costruita con minuziosità e portata all’estremo, si dissolve in esiti comicamente anticlimatici, trasformando quella che era una semplice preparazione di un tè in un’ossessione sempre più esilarante. Il rapporto tra l’uomo e gli oggetti diventa così il fulcro della narrazione: essi non sono meri strumenti, ma veri e propri interlocutori che influenzano – e ribaltano – le sue intenzioni.
Creato nel 2012, “Vu” è uno spettacolo che, pur essendo interamente muto, riesce a raccontare e divertire con straordinaria efficacia. Il talento di Étienne Manceau, comico e giocoliere di formazione, si esprime attraverso la sua grande capacità di manipolare gli oggetti, la gestualità e le espressioni facciali. Di fronte alla minuziosità dei dettagli e alla straordinaria destrezza con cui Manceau li governa, ci si meraviglia tanto quanto si ride. Il suo personaggio, tanto meticoloso quanto vulnerabile, riesce con grande ingegno a creare intensità partendo da situazioni e oggetti semplicissimi, catturando il pubblico con tic e ossessioni che si amplificano progressivamente, fino all’inevitabile esplosione finale, che sfocia nelle risate del pubblico.

Con movimenti tanto studiati quanto comici, una precisione quasi ossessiva e un’innata eccentricità, Étienne Manceau dimostra arguzia, straordinaria destrezza e tutta la genialità di un circo su piccola scala. “Vu” chiude idealmente il ciclo di spettacoli senza parole che I Monologanti ha proposto per il 2024-25 (la stagione si concluderà poi il 13 aprile, con “Storia di un no”), dimostrando ancora una volta come il linguaggio del corpo possa essere potente, espressivo e, non da ultimo, divertente.