Alla scoperta dell’arte del caffè artigianale al Cafè Bernina

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Un viaggio olfattivo e sensoriale nel cuore della tradizione del caffè si è compiuto giovedì 1° maggio, nell’ambito della rassegna “sConfini”, presso la torrefazione artigianale Cafè Bernina a Poschiavo. Ad accompagnare i visitatori alla scoperta dei segreti di questa amata bevanda è stato Renzo, un affascinante maestro in pensione che, spinto dalla passione e dal desiderio di onorare l’eredità paterna, continua a tostare e distribuire caffè con dedizione ai bar locali.

La storia di Renzo, detto Renzo, è un racconto di svolte inaspettate e una passione ritrovata. Durante la sua giovinezza e fino agli anni ’90, aiutava suo padre nella produzione di caffè, ma poi decise di abbandonare tutto e mettere da parte questa passione, cimentandosi completamente in un altro ambito lavorativo. Dopo una lunga carriera dietro al bancone di una farmacia, sono stati i figli, pochi anni fa, a incoraggiarlo a seguire le orme del padre e a dedicarsi all’arte della torrefazione.

Varcando la soglia del suo laboratorio, un ambiente intimo e accogliente, si respira subito un’aria di autenticità. Alle pareti fanno bella mostra di sé antichi strumenti per la macinatura, testimoni di un’epoca passata; mentre imponenti dispenser custodiscono gelosamente le diverse varietà di caffè.

“Mi diverto a fare questo lavoro, è il mio passatempo”, confida Renzo con un sorriso. Del lavoro del padre, spiega, non è rimasto quasi nulla, se non un tesoro inestimabile: le ricette delle miscele. Una preziosa eredità che Renzo ha dovuto reinterpretare, adattandola ai mutati gusti del pubblico e alle nuove qualità di caffè sul mercato.

Il suo è un vero e proprio viaggio intorno al mondo attraverso nove pregiate provenienze: Brasile, Uganda, Guatemala, Colombia, India, Vietnam, Indonesia e Nicaragua. A queste si aggiungono quattro sezioni biologiche provenienti da Messico, Nicaragua, Honduras e India, a testimonianza di una sensibilità verso la sostenibilità.

Per comprendere appieno l’unicità del Cafè Bernina è stato mostrato in modo pratico il processo di tostatura: Renzo, con gesti esperti e precisi, ha introdotto una miscela di chicchi crudi in un macchinario di sei chili, che si è occupato di sbucciarli. “La tostatura è la parte più importante”, ha sottolineato, spiegando come i chicchi vengano portati a una temperatura di circa 200 gradi. “Bisogna trovare il giusto equilibrio di colori, altrimenti si rischia di ottenere un caffè dal sapore amaro”.

In un’epoca dominata dalla tecnologia, Renzo rivendica con orgoglio la sua preferenza per un macchinario con comandi manuali, “altrimenti – spiega sottolineando il valore dell’esperienza e della manualità – si perde il bello di farlo”.
Per circa 20-25 minuti, attraverso un piccolo oblò, è stato possibile osservare la trasformazione dei chicchi, che gradualmente assumevano una tonalità più scura. L’occhio attento del mastro torrefattore monitorava costantemente il colore, l’odore e il peso, assicurandosi che ogni dettaglio fosse perfetto. Una volta raggiunta la tostatura ideale, i chicchi vengono riversati in un’altra parte del macchinario per la fase di raffreddamento. Questo passaggio cruciale permette un ulteriore controllo qualità, eliminando eventuali chicchi cotti in eccesso che potrebbero compromettere l’aroma finale.
In questo momento, l’aria si satura di un profumo intenso e inconfondibile di caffè appena tostato.

L’ultima tappa del processo è il raffreddamento definitivo in un grande contenitore semiaperto, dove i chicchi riposano per circa 5-7 giorni, permettendo ai gas di evaporare; solo allora il caffè è pronto per essere distribuito.

La visita al Cafè Bernina è stata un’immersione affascinante in un mondo di tradizione e profumi: un omaggio all’artigianalità e alla passione per un rito che, grazie a persone come Renzo, continua a regalarci piccoli momenti di piacere autentico.