“Prendermi cura di me per prendermi cura di te”: il cuore dell’auto-aiuto risuona a Poschiavo

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Mercoledì 21 maggio il centro parrocchiale di Poschiavo ha ospitato un evento toccante e partecipato in occasione della giornata nazionale dell’auto-aiuto. L’incontro, intitolato significativamente “Prendermi cura di me per prendermi cura di te”, ha messo in luce il potere della condivisione e del sostegno reciproco come fondamenta per il benessere individuale e collettivo.

Ad aprire la giornata sono state Rosanna Pasini e Denise Branchi, che hanno sottolineato come “poter avere un gruppo che si sostiene può fare la differenza, può alleggerire il proprio viaggio”. Le loro parole hanno introdotto il cuore dell’auto-aiuto, un approccio che valorizza la forza del gruppo nel superare le sfide della vita.

Il momento clou dell’evento è stato l’intervento di Claudia Curia, health coach e nature coach, oltre che docente presso una scuola professionale di Lugano. Visibilmente emozionata, con una voce che tradiva la profondità del suo vissuto, Curia ha condiviso con il pubblico la sua personale storia di trasformazione.

Il suo percorso l’ha portata a scoprire il coaching, una figura professionale dedita alla relazione di cura in senso lato. Come ha spiegato, il coach accompagna le persone in un percorso di crescita, prendendole per mano per aiutarle a riconoscere i propri talenti e potenziali, manifestare le proprie capacità e, infine, realizzare i propri sogni e obiettivi, promuovendo un benessere a 360 gradi.

Un elemento distintivo del suo approccio è il forte legame con la natura, vista come un prezioso alleato in questo processo di scoperta di sé.

“Mettersi al centro, grazie alla propria energia per portare qualcosa fuori” è stato uno dei concetti chiave espressi da Claudia Curia. La sua narrazione si è fatta particolarmente intensa quando ha introdotto il suo “compagno di viaggio”: uno zaino pesante. Questo zaino, ha raccontato, l’ha accompagnata circa otto anni fa nel viaggio più profondo della sua vita, un percorso fatto di passi e di sentieri interiori: il Cammino di Santiago. Lo zaino simboleggiava lei stessa e il significato trasformativo di quell’esperienza. Al suo interno, c’erano anche dei sassi, rappresentanti la pesantezza mentale con cui aveva iniziato il cammino.

Ricordando la sua infanzia, Claudia si descriveva piena di allegria, desiderosa di movimento e immersa nella natura, con una forte passione per la creatività e lo studio.

Tuttavia, nella sua vita adulta, questa luce aveva iniziato a spegnersi a causa del giudizio altrui, del sentirsi inadeguata e della solitudine. Questi pensieri, causati da una relazione tossica che viveva col suo ex marito, avevano costruito attorno a lei un fragile “castello di sabbia”, basato su credenze che, con il tempo, si era resa conto non appartenerle.

La svolta è arrivata con una decisione radicale: “devo fare qualcosa per me”. Così, un giorno, ha prenotato un volo di sola andata per intraprendere il Cammino di Santiago, senza conoscerne i dettagli, ma con la ferma volontà di stare da sola e ascoltare la propria voce interiore, silenziando le mille voci esterne. Il sostegno incondizionato della sorella e delle sue tre figlie è stato fondamentale in questa fase iniziale.

“Da lì è iniziata una magia – ha confidato con emozione – ho la certezza di essermi incontrata”. Ha diviso il suo cammino in tre parti, e ogni ritorno a casa rappresentava una nuova scoperta. Dopo la prima tappa, ha preso la difficile ma liberatoria decisione di separarsi, ritrovando finalmente la serenità. Tra un Cammino e l’altro, ha intrapreso un profondo lavoro su di sé, concedendosi la possibilità di essere autenticamente se stessa.

Il Cammino l’ha aiutata in questo processo, permettendole di scoprire e riconoscere parti di sé di cui non era consapevole. “Ci serve poco per stare bene perché abbiamo già tutto dentro di noi”, ha affermato con convinzione. Questo percorso l’ha anche condotta all’incontro con il coaching e all’importanza di chiedere aiuto e ha imparato a trasformare i sacrifici e le difficoltà in preziose risorse.

Dopo la terza fase del Cammino, Claudia ha iniziato a costruire la sua “casa”, metaforicamente rappresentata da un cartonato che ha mostrato al pubblico. Questa “casa del benessere” era composta da elementi essenziali per una vita appagante: l’ambiente, l’amore, l’alleanza, l’alimentazione, l’allenamento e l’atteggiamento.

Questa toccante storia di rinascita è narrata nel suo libro “Ricordati di splendere – In cammino verso il tuo fuoco creativo”.

L’evento si è rivelato un’esperienza profondamente motivante. La sala era gremita di persone, un’affluenza inaspettata che testimonia il crescente interesse per l’auto-aiuto e percorsi di crescita personale autentici e significativi. La testimonianza di Claudia Curia ha lasciato un segno tangibile nel pubblico, ricordando a tutti il potere intrinseco che risiede in ognuno di noi per prenderci cura di sé e, di conseguenza, degli altri.