Apicoltura di Valposchiavo, premiata tradizione centenaria

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Con un totale di circa 70 alveari fra Cantone e Miralago, l’Apicoltura di Valposchiavo, gestita da Carlo Crameri dal 1977, ha raggiunto nel 2025 i 110 anni di vita. Il Bernina è andato al Cantone a trovare Carlo Crameri per qualche informazione in più.  

Carlo, una vera e propria attività secolare di famiglia, da dove nasce?
Tutto è nato con mio nonno Attilio che nel 1915, al rientro dall’Australia, decise di trasformare la sua passione per l’apicoltura in una parte rilevante della sua attività, producendo del miele pregiato. A raccogliere il suo testimone fu mio padre Anselmo che, in una zona soleggiata e particolarmente mite al Cantone, sulle rive del lago a Le Prese, realizzò un nuovo apiario, dove erano ospitati fino a 30 alveari. Dal 1977 mi sono preso carico io dell’attività di famiglia, portando il numero di alveari fino a 70.

Come mai non tieni le api tutte insieme ma le dividi fra Miralago e al Cantone?
Faccio due zone distinte così possiamo allevare le api regine in modo che spostandole non ci sia ritorno. Fino a qualche anno fa avevo anche una terza postazione in zona Golbia, sopra Brusio, dove le api a un certo punto hanno iniziato a bottinare anche sul castagno. La mia clientela abituale non gradiva molto il cambio di colore e soprattutto di gusto e ho deciso di toglierle. Attualmente, nel periodo estivo vado in località Albartusc sotto il Sassalbo e a Suasar (1600 metri) dove ricavo principalmente miele di lampone e miele di rododendro.

Come commercializzate il miele?
Bisogna dire che gli apicoltori in Valposchiavo ricercano più la qualità che la quantità, anche noi non abbiamo una produzione eccessiva, pertanto non andiamo sulla grande distribuzione, il nostro è più che altro un prodotto di nicchia che negli anni ha creato un suo “giro” di vendita. Addirittura, una piccola parte di clientela è ancora quella che avevano mio papà e mio nonno. I clienti più grandi che serviamo sono le ditte che fanno i regali di Natale ai propri clienti. Devo dire comunque che il miele che facciamo viene quasi sempre venduto tutto.

Avete ricevuto riconoscimenti per la vostra produzione?
Abbiamo partecipato due volte al “Concorso Svizzero dei prodotti regionali” e al nostro miele sono state conferite una medaglia d’oro e una medaglia di bronzo con la menzione “ottima qualità di miele pregiato di montagna”.

E vero che l’etichetta del vostro miele è stata realizzata in collaborazione con l’Officina protetta L’INCONTRO?
Sì è vero, dopo aver vinto la medaglia d’oro al “Concorso nazionale dei prodotti regionali” volevamo dare un tocco particolare alla nostra etichetta; pertanto, abbiamo chiesto a L’INCONTRO di Poschiavo di realizzare un’etichetta originale e moderna che usiamo ancora oggi. L’autore del disegno è stato Daniele Della Cà.

Ad accompagnare questo disegno si torva un testo esplicativo del lavoro svolto da Daniele per realizzarlo.
Le arnie sono cassette trasportabili di colori diversi, che ospitano le colonie di api.
Daniele Della Cà, utente presso L’Incontro a Poschiavo, le osserva a breve distanza, con attenzione. Poi forme, proporzioni e prospettive si riversano sul foglio da disegno e diventano la sua espressione grafica, particolare e forte
.”

In questi anni, sempre più spesso, si sente parlare della minaccia di scomparsa delle api legata alle tante malattie: in Valposchiavo esiste questo fenomeno?
Direi proprio di sì, le malattie delle api sono aumentate esponenzialmente e ci troviamo a confrontarci con queste ogni anno di più. Per farti capire, ricordo che mio nonno e addirittura mio padre mettevano a fine primavera i telaini da melario, a inizio estate si controllavano, a fine luglio/inizio agosto si smielavano, le nutrivano e poi non facevano più nulla fino alla primavera successiva. Oggi, lasciare le api incustodite per un periodo prolungato di più settimane, senza controllarle o senza fare i vari trattamenti per le malattie significa quasi certamente a primavera perderle tutte. C’è da dire che l’industria farmaceutica non investe molto nei prodotti per curare le malattie delle api, non essendo il settore molto remunerativo. I prodotti per le cure che utilizziamo sono, in gran parte generici e adattati al settore apistico.

Ivan Falcinella
Membro della redazione