Al Museo, si entra a fatica ma si esce col sorriso

0
540

Con la fine di ottobre chiude il Museo poschiavino, “un luogo in cui è difficile fare entrare le persone – afferma Paolo Raselli, presidente della fondazione – ma dal quale si esce sempre molto soddisfatti”. Uno dei motivi per fare visita alla struttura in queste settimane è sicuramente il fatto che con il 2017 verrà smantellata l’esposizione riguardante l’orso M13 (anche se la creatura imbalsamata rimarrà, fino a data da destinarsi, negli spazi appositamente costruiti).

L’allestimento intorno al plantigrado ha riscosso notevole successo nell’anno del suo lancio, nel 2016. Nel 2017, invece, il museo ha registrato un calo dei visitatori, sopratutto all’inizio della stagione. Fortunatamente, a partire da luglio, la tendenza si è invertita, anche se Raselli coglie comunque l’occasione per invitare la popolazione a fare visita alla struttura.

I motivi del calo delle visite, secondo il presidente della fondazione, sono da ricercare nel calo dell’effetto novità sulla mostra dell’orso e al fatto che le risorse interne sono state destinate per nuovi progetti. A questo proposito è stata allestita recentemente una nuova sala che racchiude la storia delle famiglie che hanno vissuto nel palazzo De Bassus Mengotti.

In contemporanea sono stati prodotti tre filmati promozionali (di cui parleremo diffusamente in un altro contributo) riguardanti lo stesso palazzo, Casa Tomè e il Mulino Aino, mentre è in fase di preparazione la seconda giornata internazionale del Pan Ner. Gli sforzi per il 2018, invece, si stanno concentrando verso una mostra, della durata di due anni, dedicata ai vestiti tipici della Valposchiavo, una mostra etrusca, una indiana ed alla realizzazione di una guida multimediale.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione