I Liberali e il turismo grigionese

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Da sempre durante la campagna elettorale si tende a dimenticare i fatti.
La stessa sorte è toccata alla discussione per una riduzione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) al 2,5% per il turismo. Il PLR ha rigettato questa richiesta.

Questo rifiuto ha provocato malumori tra gli albergatori ed i ristoratori delle regioni di montagna, toccati in modo particolare delle conseguenze del forte apprezzamento del franco. Questo atteggiamento in parte lo si può comprendere. Ciò che non posso comprendere ed accogliere come legittima istanza, è il voler attribuire a tutti i costi al PLR un atteggiamento contrario o addirittura un’avversione al turismo. Ponendo, in toni quasi esasperati, il quesito a sapere, se il PLR sia favorevole o contrario alla nostra industria turistica, l’UDC sfrutta il tema per fini meramente elettorali, tralasciando volutamente la realtà dei fatti. Con l’invio a tappeto di mail, si suggerisce all’elettorato che il PLR danneggia il turismo svizzero. Questa affermazione si rivela alla luce dei fatti palesemente errata.

Ora i fatti

Il PLR rigetta la riduzione dell’IVA, in quanto assieme all’Unione svizzera delle arti e mestieri, si batte per un tasso unitario dell’IVA del 5,5%, che metterebbe in moto la crescita di tutti i rami dell’economia svizzera. Se riusciremo nel nostro intento, avremo il tasso unitario più basso di tutta Europa: con un tasso del 5,5% saremo in grado di risparmiare l‘11% di burocrazia ed aumentare dell‘ 1% la crescita economica.

Ciò che il turismo soprattutto necessita, sono delle migliori condizioni-quadro, ad esempio per quanto concerne i costi del lavoro. L’attacco sferrato da alcuni circoli contro i Bilaterali è molto pericoloso. Invece della possibilità di assumere personale di servizio dall’UE senza troppe lungaggini burocratiche e con una certa flessibilità, coloro che prediligono l’isolamento della Svizzera, pretendono dei contingenti molto costosi, la preferenza per personale svizzero e la prova d’integrazione individuale.

I costi dei prodotti alimentari sono un fattore determinante. I prodotti alimentari costano in Svizzera il 50% in più che all’estero. Questo fattore incide direttamente non solo sul budget delle famiglie svizzere, ma ha forti ripercussioni anche sull’industria turistica ed alberghiera. Pur di curare il proprio elettorato tradizionale, l’UDC blocca qualsiasi riforma della politica agricola, come ad esempio l’Accordo di libero scambio.

Misura prioritaria per il turismo svizzero è un’aliquota minima fissa di cambio sull’euro. Questa misura ha potuto essere adottata, solo quando l’UDC, grazie alle pressioni esercitate dal Consigliere federale del PLR Schneider-Ammann, ha smesso di attaccare in varie sedi la Banca nazionale.

Esistono altri provvedimenti che possono essere adottati a favore dell’industria alberghiera di montagna, che attualmente sta passando un periodo particolarmente difficile, per migliorare sensibilmente la sua competitività? Lo scorso 4 ottobre a Zernez, ho avuto modo di porre personalmente questa domanda al Consigliere federale Johann Schneider-Ammann. La sua risposta è stata affermativa: egli stesso ha incaricato la Segreteria di Stato dell’economia SECO, di analizzare e di valutare le possibilità esistenti nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR) della Confederazione.

Tarzisius Caviezel, Consigliere nazionale PLR, Davos