“Non vogliamo ammalarci e morire per consentire a Repower di diventare più ricca!”

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Riceviamo e pubblichiamo due lettere aperte del Coordinamento Associazioni Area Grecanica
Gli autori si assumono la responsabilità dei contenuti. Persone coinvolte godono del diritto di replica.
La Redazione



A Gruppo Repower
Kurt Bobst, Direttore Generale di Repower.

Oggetto: lettera aperta


Spett.le mr. Kurt Bobst,

nel leggere il Suo comunicato siamo rimasti molto perplessi.

Le risposte che Lei ha dato a proposito degli scandali che hanno colpito Repower e i comitati del sì al carbone pongono ulteriori interrogativi.

È una strategia di Repower quella di inserire tra i suoi collaboratori persone che con falsità tentano, inutilmente, di screditare e sminuire il lavoro del Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica che si batte contro il carbone?

Lei ritiene che dei comitati che vengono foraggiati da Repower e che inviano a questa società i loro comunicati stampa per essere corretti e approvati, possano essere definiti indipendenti?

In che modo esplicitano la loro indipendenza, se hanno un rapporto di sudditanza con la Sua società?

Esistono altre persone e/o associazioni che, pur avendo sposato “spontaneamente” il progetto della centrale a carbone, hanno ricevuto o ricevono tutt’oggi finanziamenti da Repower?

Lei afferma di avere sostenitori negli enti locali. Chi sono, visto che la Provincia, la Regione, il comune di Montebello Jonico dov’è sita l’area di Saline Joniche, e tutti i sindaci del comprensorio si sono espressi in modo inequivocabile contro la centrale a carbone, scendendo in piazza pubblicamente e senza esitazione?

Lei ha affermato che se la popolazione non vorrà la centrale la Sua azienda non la costruirà.

Noi, che il territorio lo viviamo ogni giorno e abbiamo ben chiara qual è l’opinione della gente sulla centrale a carbone, sappiamo che la stragrande maggioranza della popolazione la centrale a carbone NON LA VUOLE!

La nostra è sì una terra povera di lavoro, ma ricca di ideali e non può essere comprata nemmeno a suon di miliardi.

Nella speranza che la società che Lei dirige voglia accantonare la scellerata idea della centrale a carbone, che causerebbe la morte della nostra terra, le rendiamo noto che ci opporremo con tutte le forze a questo progetto e ci auguriamo che Repower si decida ad investire su questo nostro amato territorio con progetti che siano in armonia con esso.

Cordiali saluti.

Il Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica

info@nocarbonesaline.it



A Gruppo Repower
Eduard Rikli, Presidente del Consiglio d’Amministrazione e del Comitato del Consiglio d’Amministrazione

Oggetto: lettera aperta



Spet.le mr. Eduard Rikli,

Le dobbiamo confessare che non conoscevamo Repower, quando abbiamo letto il nome tra le consociate alla SEI s.p.a. abbiamo cercato su internet e con non poca sorpresa abbiamo appreso che la società, di cui Lei è presidente del consiglio di amministrazione, è conosciuta per la sua produzione di energia pulita. Energia prodotta con sole, acqua e vento che trovavano la loro sintesi nell’azienda che Lei dirige.

La nostra terra, dove Repower vorrebbe impiantare una centrale a carbone, ha una cultura antichissima, è piena di bellezze naturali, ma purtroppo sfortunata. È una terra che in passato ha conosciuto il dramma dell’emigrazione, anche verso la Svizzera. Le braccia dei nostri conterranei hanno contribuito, con enormi sacrifici, allo sviluppo dell’Europa. I minatori di Motta San Giovanni, un paese vicino Saline Joniche, hanno dato un enorme contributo in termini di vite umane per il progresso dell’industria.

Ancora oggi muoiono migliaia di persone, padri di famiglia che si alzano la mattina, salutano moglie e figli e si avviano verso le miniere per estrarre il carbone che Repower vuole utilizzare per produrre energia, 6000 ogni anno solo in Cina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che ogni anno ci sono 2 milioni di decessi a causa dell’inquinamento da polveri sottili, e, sempre secondo l’OMS, le centrali a carbone sono una delle cause principali dell’emissione di queste polveri.

Nel nostro territorio c’è uno spaventoso incremento di casi di tumore e leucemie e noi non vogliamo peggiorare la situazione, né vogliamo essere corresponsabili delle morti causate dalle polveri sottili che le centrali a carbone immettono nell’aria, né della morte dei minatori costretti a rinunciare al diritto alla salute per avere un posto di lavoro.

Sappiamo che gli abitanti del Cantone dei Grigioni non lo vogliono, e non capiamo perché invece Repower voglia partecipare a questa mattanza. Siamo coscienti che il carbone sia una fonte energetica appetibile, ma chi ne paga il prezzo reale? Repower comprerebbe un prodotto che sul mercato ha un basso costo e che rende moltissimo, ma il prezzo più alto lo pagheremo NOI con la nostra salute, con le nostre vite! Non ci stiamo! Non vogliamo ammalarci e morire per consentire a Repower di diventare più ricca!

Siamo stati lieti di leggere che Repower abbia dichiarato che non costruirà la centrale a carbone se questo andrà contro la volontà popolare. Lei sa molto bene che la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria, i Comuni e la cittadinanza hanno dichiarato in modo inequivocabile il loro “NO AL CARBONE” e che il piano energetico Calabrese esclude l’utilizzo del combustibile fossile più inquinante al mondo per la produzione di energia, allora ci chiediamo perché Repower sia così irrispettosa della chiara e ferma volontà delle istituzioni e della popolazione calabrese.

Ci ha fatto piacere leggere le Sue critiche all’operato della SEI e di alcuni dipendenti e dirigenti Repower, per il modo scandaloso con cui hanno gestito le cose in Calabria, attraverso le bugie e i movimenti di denaro, ne siamo stati contenti perché abbiamo apprezzato la Sua rettitudine e la Sua capacità di autocritica.

A Coira, il 27 agosto 2011, abbiamo conosciuto centinaia di persone che amano la nostra terra, anche se non l’hanno mai vista, sono scesi in piazza per difenderla, gridando “NO CARBONE!”, ognuno di loro è per noi un amico fraterno, un amico della nostra amata Calabria. Speriamo un giorno di poter dire “anche mr. Eduard Rikli è un amico fraterno della Calabria, perché ha preferito rinunciare a un po’ di soldi, accantonando l’idea del carbone, investendo su progetti compatibili con la vocazione del territorio, per amore della nostra terra e della nostra salute”.

Cordiali saluti.

Il Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica

info@nocarbonesaline.it