Presa di posizione della Pgi Poschiavo contro la riforma territoriale
“La sezione Valposchiavo della Pro Grigioni Italiano (Pgi) prende atto con stupore e rammarico della prevista riforma territoriale.”
Stimato Consigliere di Stato, Dott. M. Schmid, Onorevoli membri del Governo Grigionese
La sezione Valposchiavo della Pro Grigioni Italiano (Pgi) prende atto con stupore e rammarico della prevista riforma territoriale. Quale associazione che promuove la lingua e la cultura nelle zone italofone del Cantone, intendiamo esprimere il nostro completo dissenso per qualsiasi scelta che non tenga sufficientemente conto dell’identità culturale della nostra valle e a quella dell’intero Cantone.
La Valposchiavo è sempre stata terra di confine, in bilico fra due bacini culturali. Da oltre due secoli, però, l’annessione della Valtellina alla Repubblica Cisalpina ha sancito lo spostamento verso Coira della nostra realtà economica. Non deve quindi meravigliare se in passato il riconoscimento dei diritti costituzionali per l’utilizzo della lingua italiana nel cantone dei Grigioni sia spesso stato trascurato. Si è infatti formata solo in tempi relativamente recenti la consapevolezza che l’italiano debba essere considerato alla stregua degli altri idiomi nazionali. Una vera e propria conquista culturale, di cui il Cantone va giustamente fiero quale chiara dimostrazione del pluralismo svizzero.
Nel corso dei decenni, le valli italofone come la nostra, tramite l’attività d’innumerevoli protagonisti della vita sociale – in primis quella della nostra associazione – hanno dato voce alle proprie aspettative, influendo significativamente su determinate scelte in ambito governativo e contribuendo a formare una forte coscienza culturale locale. Il perseguimento di questi obiettivi, uniti a un continuo dialogo con gli interlocutori politico-istituzionali, ha permesso di ottenere parecchi risultati positivi. A titolo indicativo si può menzionare l’adeguamento dei programmi e delle strutture scolastiche per l’insegnamento dell’italiano, l’intensa attività editoriale, nonché la promozione dell’animazione culturale in valle (concerti, teatri, mostre, cori, bande musicali, associazioni folcloristiche). È su questa base che si sono potuti sviluppare la vita sociale e la faticosa crescita economica in una zona periferica come la nostra.

Tutto questo rischia ora di subire una grave battuta d’arresto. La ventilata riforma, originata da considerazioni di carattere politico ed economico, ne trascura le conseguenze linguistiche e culturali. L’integrazione dei nostri due comuni in una regione tedescofona svilirebbe ulteriormente la nostra posizione di cultura minoritaria in qualsiasi ambito di pertinenza regionale.
Quali gravi pericoli possa rappresentare l’isolamento linguistico lo dimostra la nostra quarta lingua nazionale, il romancio, il cui perenne confronto con realtà linguistiche dominanti rischia notoriamente di pregiudicarne de facto la sua stessa esistenza.
Ben diversa è la situazione di Poschiavo e di Brusio che in questi ultimi decenni hanno assistito a un duplice orientamento: al forte legame culturale con la lingua italiana si è affiancato un rilevantissimo influsso economico con le regioni svizzere di lingua tedesca. Questo binomio, che condividiamo con altre valli grigionitaliane, ha favorito l’apparire di una sentita identità locale che continua ad affascinare i turisti che scelgono la nostra valle apprezzandone l’idioma e tutto ciò che ad esso si riconduce.
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Fin’ora, grazie anche alla lungimiranza delle forze politiche cantonali, è stato inoltre possibile tutelare le nostre radici culturali permettendo che in ambito economico le occasioni di crescita e di sviluppo per la Valposchiavo si orientassero prevalentemente a nord. Il rispetto dell’identità linguistica non è quindi stato un freno allo sviluppo economico, bensì un volano dal quale la popolazione ha sempre tratto l’energia par favorire lo sviluppo economico. Oggi questo presupposto sta pericolosamente venendo meno alla luce della prevista riforma territoriale.
Quale associazione molto attiva e impegnata a tutelare le sorti della lingua parlata dalla popolazione locale chiediamo senza indugi un ripensamento della proposta in questione.
Ed è alla luce di questo auspicio che formuliamo per Lei, signor Presidente, così come per tutto il Governo, il nostro più cordiale saluto e sentito apprezzamento per il riesame di questa materia da noi tanto sentita.
Comitato della Pgi Valposchiavo
Franco Milani, Angela Brunoldi, Danila Guidi, Irena Monigatti, Fabio Zanetti