Legge scolastica: fatti nudi e crudi

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di Nicoletta Noi Togni
Il Gran Consiglio retico ha trattato la scorsa settimana i primi 30 articoli della Legge scolastica. Al 23esimo – inizio anno scolastico – ho formulato una proposta che avrebbe messo il Moesano al riparo da brutte sorprese future.

La mia proposta basava sulle preoccupazioni espresse dalle autorità scolastiche mesolcinesi che– vista la nuova formulazione dell’articolo 23 – paventavano un inizio d’anno scolastico in disarmonia con quello del Ticino (300, per inciso, i giovani moesani che studiano in Ticino). Infatti la competenza di stabilire l’inizio dell’anno scolastico (portato ora, sempre dall’articolo 23, a 39 settimane) spetta, secondo questa nuova Legge, interamente al Cantone. La mia proposta consisteva nell’imporre al Cantone il rispetto delle esigenze regionali; che doveva perciò essere messo nella Legge, segnatamente nell’articolo 23. Una proposta che avevo a due riprese portato nella Deputazione del Grigioni Italiano che mi aveva assicurato il sostegno in sede di dibattito. Nel quale dibattito il Consigliere di Stato Martin Jäger aveva dichiarato si, che l’inizio d’anno nel Moesano non sarebbe mai stato a svantaggio della nostra regione, ma….; a questo punto allora perché non metterlo nella Legge già che la stavamo trattando??


Non si tratta qui di mettere in dubbio le parole di un Consigliere di Stato che oltretutto apprezzo molto per la sua serietà. No, semplicemente l’esperienza mi ha insegnato che le sole parole in Gran Consiglio valgono molto poco. Sia perché la Legge sopravvive ai Consiglieri di Stato, i quali Consiglieri di Stato quali comuni mortali sono soggetti alle leggi della natura e ai voleri del popolo; non solo, l’esperienza ci ha dimostrato che possono nel giro di 24 ore andarsene a Berna (caso Eveline Widmer-Schlumpf ma anche Martin Schmid) e che la realizzazione della Legge passa in gran parte ai funzionari dipartimentali; ai quali molte volte si fa già fatica a far rispettare ciò che nella legge c’è (vedi borse di studio), figuriamoci quello che non c’è. In questo caso addirittura non ci è stato promesso di inserire la clausola regionale nell’ordinanza. Ciò che non c’è nella Legge quindi, non esiste o esiste molto male. Me lo hanno dimostrato le centinaia di telefonate che ho fatto in questi anni all’Amministrazione cantonale su richiesta di molte persone in difficoltà; alle quali richieste mi sono sempre sentita rispondere “cara signora, nella Legge non c’è, voi in GC fate le Leggi non noi!”, cosa che mi ha fatto sentire molto in colpa.


Oggi però io non mi devo sentire in colpa. Anche se alla mia proposta hanno aderito solo 3 altri deputati, tutti del Grigioni tedesco; 87 hanno detto di no, tra loro anche deputati del Grigioni Italiano, segnatamente del Moesano. Mi astengo da ogni commento al riguardo, lo faccia chi legge. Il fatto nudo e crudo è che la mia proposta (che i deputati in questione conoscevano) avrebbe fatto al Moesano un servigio e non sarebbe costata nulla, né ai Comuni, né al Cantone. Il fatto nudo e crudo è – oltre la lingua dei numeri che non potrebbe essere più chiara – che l’articolo accettato dagli 87 deputati dice “Il Dipartimento fissa l’inizio dell’anno scolastico in accordo con altri Cantoni”, quali? Forse Zurigo che inizia subito dopo metà agosto? Oppure con il confinate San Gallo che ha iniziato il 15 di agosto quest’anno e l’anno scorso il 13 di agosto?? E chi ci dice che con 39 settimane ci sarà ancora quello spazio di manovra che ci permette l’armonizzazione scolastica con il Ticino?



Nicoletta Noi-Togni