A dieci anni dall’acquisto, la famiglia Zanolari ha rinnovato dieci camere dell’albergo.
Con l’Albergo Le Prese, di prossima ristrutturazione, sono due i fiori all’occhiello fra le strutture ricettive in Valposchiavo. E il numero di stelle non conta.

Andrea Zanolari, presidente del consiglio di Amministrazione dell’Albergo Albrici, e il cugino Claudio Zanolari, direttore dello storico “Hôtel Albrici à la Poste” di Poschiavo, accolgono gli invitati al momento inaugurale nell’atrio del primo piano per presentare i lavori eseguiti durante la stagione invernale 2011-2112.
“Siamo lieti di poter ospitare nei prossimi anni molti clienti appassionati di palazzi storici. Per noi è un po’ una “missione” poter raccontare a tante persone la storia del nostro albergo, solo così potrà essere tramandata alle generazioni future la nostra ricca e interessante cultura,” così si esprime Claudio Zanolari.
Venduto dalla famiglia de Bassus e acquistato dal podestà Pietro Albrici, nel 1848 l’Albrici diventa il primo hotel di Poschiavo; così testimoniano i libri degli ospiti custoditi nella loro completezza. L’albergo fungeva da stazione di transito per le persone in viaggio verso il passo del Bernina o verso la Lobardia e l’Italia e fu punto d’incontro degli Illuminati, congregazione di cui oltre al barone de Bassus, facevano parte fra altri anche il poeta e scrittore Goethe e il grande musicista Mozart. Se la prima tipografia del Cantone dei Grigioni nasceva a Poschiavo nel 1547, anche nel palazzo Albrici fu successivamente aperta da de Bassus una staperia che diede alla luce la prima traduzione in italiano de „I dolori del giovane Werther“. L’albergo è molto conosciuto per la sua Sala delle Sibille che da oltre 300 anni ospita 12 quadri che rappresentano le mitologiche figure femminili. Dal 2004 l’Albrici è Membro degli Swiss Historic Hotel.

I bagni in comune al piano sostituiti da bagni moderni in tutte le camere

Verso il 1900 l’albergo subisce un importante intervento e sono costruite alcune camere al secondo piano ed un bagno ad uso comune per tutti gli ospiti. Nella seconda metà del 900 la struttura viene dotata dell’impianto elettrico e subisce numerosi interventi che ne rovinano in parte pareti e pavimenti. Nel 2011 gli architetti Michael Hemmi e Michele Vassella sono incaricati di creare 10 camere confortevoli e accoglienti, comprensive di un bagno cadauna. In considerazione che spazi al secondo piano presentano un’altezza inconsueta, i bagni sono stati inseriti quali elementi individuali al loro interno. Le camere non hanno pertanto perso le loro proporzioni originali e l’intervento risulta armonioso e rispettoso del passato.

L’albergo è anche le persone che lo frequentano

Dal mitico barone de Bassus alla famiglia Albrici, alla famiglia Zanolari; da camerieri, ai cuochi e agl’inservienti, dagli artigiani agli architetti, e soprattutto dai numerosi ospiti, un albergo storico vive soprattutto dalla storia delle genti che lo frequentano nel tempo e nella sua evoluzione. Ben vengano le camere rammodernate e più che necessarie per rispondere alle richieste dell’ospite del terzo millennio, ma l’Albrici vive e sopravvive anche grazie alle storie, agli aneddoti, ai miti, alle vicende che l’hanno visto come una sorta di palcoscenico dove è stata rappresenta, e continua a rappresentare, parte della storia del Borgo di Poschiavo. Proprio la presentazione del romanzo biografico “Barone de Bassus” di Massimo Lardi, corredata di gustosissimi cenni storici sul palazzo albergo, è riuscita a collocare la struttura alberghiera che si affaccia sulla Piazza comunale di Poschiavo in un contesto storico in continuo sviluppo.

Galleria fotografica
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[Fotografie: Albergo Albrici, Poschiavo e IL BERNINA]