L’impegno del Parlamento a favore dell’ambiente è diminuito nel 2017. Lo indica la speciale classifica dell’Alleanza Ambiente.
Al Consiglio nazionale nel 2017 – precisa l’associazione che riunisce Greenpeace, Associazione traffico e ambiente, Pro Natura, e WWF – “il 37% delle votazioni esaminate è andato a favore della tutela ambientale”. L’anno scorso la quota era al 38%, mentre nella passata legislatura (2011-2015) ammontava al 60%.
Il forte calo, spiega l’associazione, è dovuto al fatto che nelle elezioni federali del 2015 UDC e PLR hanno guadagnato diversi seggi, quest’ultimo partito ha inoltre avuto posizioni meno favorevoli all’ambiente.
A livello di partiti Verdi e PS si posizionano ai vertici con percentuali vicine al 98%. Il PPD si è espresso a favore dell’ambiente nella metà delle votazioni esaminate. Quanto al PLR, se nella legislatura 2011-2015 si posizionava ancora al 27,6%, quest’anno è arrivato “solo” al 18,5%. UDC e Lega ottengono “pessime” valutazioni (8-9%).
A livello di singoli parlamentari, nella Svizzera italiana hanno avuto posizioni al 100% ecocompatibili le due socialiste Silva Semadeni (GR) e Marina Carobbio (TI). Marco Romano (PPD/TI) si è espresso a favore dell’ambiente in oltre la metà dei voti (55,3%).
Tutti gli altri ticinesi hanno ottenuto risultati inferiori al 50%: Fabio Regazzi (PPD) è al 39,5%, Ignazio Cassis (PLR) al 23,7%, Giovanni Merlini (PLR) al 16,7%, Marco Chiesa (UDC) al 13,2%, Roberta Pantani (Lega) al 10,5% e Lorenzo Quadri (Lega) al 7,9%.
Al Consiglio degli Stati Filippo Lombardi (PPD/TI), con un 42,1%, fa meglio di Fabio Abate (PLR/TI), che si situa al 32,5%. Nei Grigioni, Stefan Engler (PPD) ottiene un risultato (55,0%) di molto superiore a quello del liberale-radicale Martin Schmid (17,5%).
Ats