Arno Zanolari, da panettiere a guardia carceraria

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    In questi mesi, sulle pagine de Il Bernina, hanno trovato spazio molti giovani poschiavini che sono tornati in valle dopo gli studi per iniziare la loro carriera lavorativa nel Borgo. Oggi, invece, vogliamo dare spazio a un poschiavino che ha fatto una scelta di vita diversa. In questo articolo intervisteremo Arno Zanolari, che, appena terminati gli studi, andò fuori valle a proseguire la sua carriera lavorativa.

     

    Arno Zanolari, classe 1979, è nato e cresciuto a Poschiavo. Quindicenne, appena finita la scuola, si trasferisce per un breve periodo in Germania per imparare la lingua. Successivamente, in attesa di un posto come apprendista panettiere/pasticcere a St.Moritz, fa ritorno in valle come dipendente Repower (ai tempi ancora Forze Motrici Brusio SA). Fresco di apprendistato, sul finire del 1999, a 20 anni, Arno si trasferisce definitivamente a Coira, lavorando per 10 anni presso la rinomata “Panetteria/pasticceria Merz”, diventandone col tempo responsabile del settore panetteria e esperto per gli esami di fine tirocinio.

    Nel 2010 Arno lascia Coira e il “Merz” e si trasferisce prima in un panificio di Tiefencastel e poi uno di Bonaduz, lasciato il quale, nel 2012, decide che per lui è ora di cambiare attività. Dopo aver assolto la scuola di guardia carceraria, intraprende una nuova carriera nel carcere «Sennhof» di Coira , dove lavora da circa sei anni.

     

    Arno, puoi raccontarci come ci si abitua a vivere e lavorare in un posto lontano per un giovane che è cresciuto qui a Poschiavo?
    Sono dell’idea che per abituarsi ad un altro posto in primo luogo bisogna star bene con se stessi, bisogna avere un lavoro che ti dia delle soddisfazioni, hobby e una buona cerchia d’amici. Nei primi periodi che mi trovavo a Coira ammetto che mi sentivo un pesce fuori dall’acqua. Effettivamente la mia idea era di fare un po’ d’esperienza lavorativa e poi ritornare in valle per riaprire la panetteria Dorizzi. Poi però, col tempo, conobbi nuovi amici e mia moglie, con la quale ho avuto due splendidi bambini. Grazie a questi incontri mi accorsi che anche a Coira si può stare bene. Anche qui posso praticare i miei hobby – la pesca, lo snowboard, fare escursioni in montagna – come facevo a Poschiavo.

    Cosa ti manca di più della Valposchiavo? 
    Poschiavo è una valle bellissima ed ampia con stupende montagne, laghi e boschi, che le donano un fascino molto particolare e della quale provo nostalgia. Oltre a questo mi manca molto la famiglia e il monte. Sono dell’idea che il posto dove si nasce rimarrà sempre un posto molto speciale.

    Come mai questo cambio “stravolgente” nel tipo di lavoro? Quale è stato il motivo della tua scelta?
    Dopo ben 15 anni come panettiere/pasticcere mi resi conto che era ora di un cambiamento. La voglia di conoscere un nuovo mondo lavorativo e di fare delle nuove esperienze mi portò a questa grande decisione.

    Puoi spiegarci com’era fare il panettiere/pasticcere? E com’è ora fare la guardia carceraria?
    Sicuramente sono due cose ben differenti!
    Da un lato il panettiere/pasticcere che dà vita a delle nuove creazioni, forma del bel pane, osserva con orgoglio i suoi prodotti appena sfornati, cercando così di soddisfare una numerosa clientela sempre esigente e allo stesso tempo cerca di tener testa alla concorrenza.
    Dall’altro lato la guardia carceraria, che mantiene ordine tra i prigionieri ed ascolta le varie lamentele di carcerati frustrati. Nei penitenziari svizzeri si cerca di risocializzare il più possibile i detenuti, affinché una volta rilasciati riescano a condurre una vita senza delinquere. Dietro le mura si cerca di dare alle giornate una struttura ben definita. Ciò consiste nell’incitare i prigionieri a mantenere la propria cella in ordine, a lavorare, a rispettare i vari orari, ecc. Riuscire ad aiutare delle persone che hanno commesso degli sbagli, dando loro il buon esempio, può dare delle belle soddisfazioni. Inoltre, questa professione, dà più spazio alla mia vita sociale sia nell’ambito lavorativo che nel tempo libero.

    A fine 2019 il penitenziario di Coira chiuderà i battenti, il personale si trasferirà a Cazis (circa 20 minuti da Coira), anche tu? Ti peserà questo cambio?
    Sì, pure io andrò a Cazis e ciò non mi pesa affatto; visto che ora abito a Domat/Ems e sono più o meno a metà strada.
    Per me questa è un’occasione unica, poiché Cazis-Tignez – così si chiamerà il nuovo penitenziario – sarà quattro volte più grande dell’attuale Sennhof e dunque nasceranno parecchi nuovi posti di lavoro molto interessanti, rendendo il lavoro ancora più variegato e stimolante.


    Ivan Falcinella

    Ivan Falcinella
    Membro della redazione