Nelle scorse settimane il Consiglio nazionale ha approvato una mozione del Consiglio degli Stati riguardante gli immobili agricoli in disuso. Essa mira a rendere gli edifici rurali inutilizzati più facilmente trasformabili in abitazioni. Tale mozione, che presenta solo alcune modifiche rispetto all’iniziativa cantonale dei Grigioni e del Vallese presentata e poi respinta precedentemente, tornerà ora nella sua versione ritoccata all’esame della Camera dei cantoni.
Il Bernina, per fare chiarezza su questa mozione, che aprirebbe nuove possibilità per i possessori di “munt” in Valposchiavo, ha intervistato l’avvocato Reto Crameri che presentò, già nel dicembre 2015, questa modifica alla legge federale sulla pianificazione territoriale nel Gran Consiglio grigionese.
Qual è il motivo che l’ha spinta a presentare questa mozione?
Nella sessione di dicembre 2015 ho inoltrato in Gran Consiglio un incarico al Governo con il sostegno di 80 deputati di tutti i partiti. Lo scopo di questo intervento parlamentare è stato quello d’incaricare il Governo retico di presentare alla Confederazione un’iniziativa cantonale per modificare la legge federale sulla pianificazione territoriale. La legge federale doveva essere ampliata, nel senso che gli edifici dei quali non si ha più bisogno per scopi agricoli possano essere oggetto di trasformazioni di modeste dimensioni per un’utilizzo a scopo abitativo, preservandone l’identità e nell’ambito delle possibilità di ampliamento esistenti. Unica condizione quella che, per l’ente pubblico, non derivino costi od obbligazioni supplementari (per esempio urbanizzazioni). Il Gran Consiglio ha approvato il mio intervento nella sessione di aprile 2016.
La motivazione principale è stata quella che, nel nostro bellissimo paesaggio, ci sono numerosi edifici fuori zona che hanno perso il loro scopo agricolo negli ultimi decenni e quindi oggigiorno, con un progressivo abbandono, stanno crollando. Il problema è che la legge federale ci proibisce di trasformare queste stalle e di portarle ad un’utilizzo abitativo. Quindi, mi son detto, dobbiamo modificare la legge federale e questo, come parlamentare cantonale, è possibile solitamente con un’iniziativa cantonale.
Per le stalle fuori zona, per i cosiddetti “munt”, vedo soltanto tre possibilità: le lasciamo crollare come nel passato, le conserviamo con milioni di franchi a carico dello Stato (cioè con sovvenzioni da parte di enti pubblici), oppure diamo loro un nuovo scopo, cioè quello abitativo. Se diamo quest‘ultima possibilità, i proprietari avranno un certo interesse nel conservare le loro stalle; in questo modo verranno preservate per il futuro, a favore delle prossime generazioni.
Quali risultati si aspetta?
Recentemente il Consiglio nazionale ha deciso di respingere l‘iniziativa cantonale dei Grigioni e del Vallese, ma ha approvato una mozione del Consiglio degli Stati. Con questa mozione la decisione se trasformare o meno le stalle fuori zona in “monti” dovrebbe spettare in futuro ai Cantoni. Prossimamente sarà il Consiglio degli Stati a decidere ancora una volta sulla sua mozione, dato che quello nazionale ha accettato la mozione con la seguente modifica: “le corrispondenti disposizioni per la trasformazione delle stalle a scopo abitativo si fondano su una pianificazione regionale e devono portare un miglioramento della situazione generale per quanto concerne la natura, il patrimonio culturale, il paesaggio e l’agricoltura”. Cosa significhi quest’ultima modifica non è per niente chiaro e limita i Cantoni inutilmente.
Se il Consiglio degli Stati approva la mozione con la modifica del Consiglio nazionale, il Consiglio federale viene incaricato di elaborare una modifica della legge federale della pianificazione territoriale. Successivamente tocca ai Cantoni prevedere le basi legali nel loro piano direttivo ed in futuro sarebbe possibile che le stalle fuori zona possano essere trasformate per uno scopo abitativo. Importante sarà la proposta che farà il Consiglio federale per la modifica della legge e lì sarà determinante che i Cantoni alpini ed i partiti borghesi uniscano le loro forze affinché si ricevano più possibilità e più libertà per la trasformazione degli edifici fuori zona che hanno perso il loro scopo agricolo.
Esistono dei numeri ufficiali, una statistica, di quanti edifici agricoli sono coinvolti?
In Svizzera si parla di 400’000 edifici; nei Grigioni si parla di 20’000 edifici. Però bisogna relativizzare: tantissimi di questi edifici vengono ancora oggi usati per l’agricoltura. E se vengono utilizzati in questo senso, secondo la nostra iniziativa, come anche secondo la mozione del Parlamento federale, non sarà possibile trasformare gli edifici in case di vacanza, dato che il nostro obiettivo è quello di proteggere l’agricoltura. In aggiunta, tanti di questi edifici non dispongono di un’urbanizzazione, in particolar modo di una strada di collegamento. La trasformazione è inoltre possibile soltanto a condizione che per l’ente pubblico non ne derivino dei costi o degli obblighi supplementari (per esempio urbanizzazione). In definitiva, tanti di questi edifici non saranno trasformati in case di vacanze.
In questo senso è interessante ricordare il caso del comune di Casti-Wergenstein, nei Grigioni, dove già da dieci anni è possibile trasformare le stalle in abitazioni. Questo comune ha creato una zona di edifici tipici del paesaggio secondo l’art. 39 dell’ordinanza sulla pianificazione del territorio (una zona molto difficile da creare che mette sotto protezione tutto il paesaggio). In totale sono 50 gli edifici che sarebbe possibile trasformare già da un decennio, ma in questo periodo solo due hanno beneficiato di questa possibilità. Quindi, benché sia possibile trasformare gli edifici, non vuol dire che tutti saranno trasformati!
Quali sono, secondo la mozione, le caratteristiche per considerare un edificio “agricolo” e quindi trasformabile in abitazione?
Gli edifici tipici che sono compresi nella mozione del Parlamento sono le stalle fuori zona che ai tempi servivano ai contadini per depositare il fieno in inverno e per alloggiare il bestiame in autunno o in inverno. Naturalmente questi edifici devono trovarsi ancora in una certa condizione: ruderi o edifici che sono crollati del tutto sono esclusi dalla mozione.
Quali passi mancano perché questa mozione sia approvata?
Come già detto, il Consiglio nazionale ha deciso sull’iniziativa come anche sulla mozione del Consiglio degli Stati. Ha accettato la mozione del Consiglio degli Stati, purtroppo, a mio modo di vedere, con una modifica superflua ed inutile che limita i Cantoni nella realizzazione delle nuove realtà che darà loro la futura legge federale. Per me è incomprensibile come i liberali abbiano potuto schierarsi in questa importantissima votazione per il nostro Cantone con la sinistra, cioè con il PS ed i verdi. Gli unici partiti che hanno sostenuto la liberalizzazione della legge federale sulla pianificazione territoriale sono il PDC, con il fortissimo sostegno dei nostri parlamentari, il consigliere nazionale Martin Candinas e il consigliere degli Stati Stefan Engler, e l’UDC.
Il prossimo passo sarà quello in cui la mozione torna di nuovo all’esame del Consiglio degli Stati e, se viene approvata, tocca al Consiglio federale elaborare una proposta concreta per la trasformazione delle stalle fuori zona. Poi, come ultimo passo, spetterà ai Cantoni prevedere questa possibilità nel loro piano direttivo.
Quindi, ci vogliono ancora un paio di passi per la liberalizzazione della legge sulla pianificazione del territorio, ma siamo sulla strada giusta. La lotta per i nostri monti continua. Ai tempi, diceva il precedente consigliere nazionale dott. Ettore Tenchio: “Forza e corraggio!”. Le sue parole valgono ancora oggi, forza e coraggio per i nostri “monti”! Ci impegniamo con piacere, passione e resistenza!
A cura di Falcinella Ivan