Frutta e vino come se la cavano?
Due aziende che si occupano di importazione ed esportazione esprimono il loro punto di vista riguardo all’attuale situazione del cambio franchi/euro.
La revoca del cambio fisso euro/franco ha sorpreso tutti, in bene e in male. All’indomani della decisione della Banca nazionale svizzera, i media svizzeri e IL BERNINA hanno tentato di tracciare i possibili scenari per l’economia elvetica e locale con l’aiuto di vari attori. Settore turistico, la multinazionale dell’energia Repower, commercianti e artigiani hanno espresso i loro timori rispetto alla forza del franco e alle ripercussioni che potrebbe avere per la Valposchiavo.
L’abolizione del tasso di cambio minimo con l’euro non ha prodotto solo perdenti, ma anche dei vincitori. I turisti degli acquisti – lo abbiamo ricordato in un articolo – le destinazioni turistiche alpine in Austria, la piazza finanziaria, i circa 300’000 frontalieri (900 in Valposchiavo) salariati in franchi e le ditte importatrici. Fare acquisti nella zona euro costerà meno. In Svizzera, ad approfittare di questa particolare situazione saranno sicuramente le importatrici di autoveicoli. E in Valposchiavo? Abbiamo rivolto la domanda alle aziende Iseppi Frutta SA e alla Plozza Vini.
“L’importazione non risulta essere un problema, tranne forse che i frutti d’importazione, come per esempio le arance e le banane, saranno ancora più convenienti rispetto alla frutta di prevalenza svizzera come le mele e le pere”, specifica Andrea Iseppi, responsabile commerciale della ditta Iseppi Frutta SA di Campascio. “Invece per l’esportazione di prodotti agricoli svizzeri, per la nostra ditta marginale (già complicata per i prezzi molto bassi in Europa), diventa con un -20% di calo euro/franco ancora più difficile.”
Andrea Zanolari, direttore Plozza Vini, ci ricorda che i vini che mettono ora in vendita sono stati importati già due o tre anni fa. “Attualmente si importa a prezzi più bassi. Se il cambio rimarrà tale sicuramente dovremmo adattare i prezzi dei nostri prodotti, ma attendiamo giovedì, giorno in cui la Banca Centrale Europea prenderà una decisione, forse darà il via alla stampa di 500 miliardi di euro e si avrà un rialzo del 10 o 15%.”
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