Centro giovanile pronto a partire

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Franco Albertini

L’ottavo punto all’ordine del giorno della seduta di Giunta di lunedì 23 aprile ha riguardato la presentazione del Centro giovanile Valposchiavo, un progetto generalmente ben accolto dall’assemblea ma che ha presentato alcuni dubbi che solo la sua messa in funzione potrà fugare.

Come noto, la Giunta comunale ha deliberato, per i prossimi 3 anni, 20’000 CHF annui a favore della sua realizzazione (il Cantone non elargisce contributi per queste iniziative). Franco Albertini,  presidente dell’Associazione appoggio familiare, ha fatto il punto della situazione su questa iniziativa, che prende le mosse dal progetto “Tra palco e realtà” di Luca Beti e Igor Sertori risalente al 2006 e dalle settimane “Jugendmobil” del 2016, presa in carico, appunto, dall’Associazione appoggio familiare e promossa dal maestro Luca Crameri.

Gli obiettivi principali del progetto, la cui fattibilità è stata sondata anche attraverso sei incontri con i giovani del territorio nel corso del 2017, sono quelli di creare un’offerta di accompagnamento rivolta agli adolescenti della valle: integrazione nella società, accompagnamento sulla via dell’autonomia, proposte di attività, progetti, idee e azioni per aumentare le competenze sociali e personali e per agire nella e per la società.

Per mettere in atto queste intenzioni servirà una struttura, la quale è stata già individuata ma non ancora svelata ai membri dell’assemblea. L’idea, comunque, è quella di fornire un luogo accanto alla famiglia e alla scuola per trascorrere il tempo libero, concretizzare proposte di attività con gli adolescenti e sostenere i ragazzi nella realizzazione dei loro progetti. Per fare questo l’associazione, a breve, metterà a concorso un posto di animatore. Le prossime tappe, previste nelle prossime settimane, riguardano l’Assemblea annuale dell’associazione, la delibera del finanziamento comunale di Brusio e Poschiavo, l’affitto della struttura e l’inizio delle proposte di animazione.

Luca Crameri

A seguito dei complimenti di Flavio Lardi (PLD), il consigliere Fulvio Betti (UDC ) ha chiesto delucidazioni in merito alle stime di utilizzo del servizio da parte dei giovani ed ha espresso la propria preoccupazione in merito alla possibile concorrenza con altre associazioni o con attività ancora più importanti, come la scuola.

Riguardo al primo punto, secondo Franco Albertini è difficile fare delle previsioni prima che il progetto sia partito: “Molto – ha affermato – dipenderà per esempio dai volontari che si riusciranno a trovare oppure dalla persona che verrà assunta come animatrice”. Per quanto concerne il secondo punto, il presidente dell’Associazione appoggio familiare ha rassicurato i presenti sul fatto che il servizio non andrà in concorrenza con le realtà già presenti, ma che sarà piuttosto un complemento nel quale potranno confluire sia giovani già attivi, ma anche ragazzi che magari non sono coinvolti né in attività sportive né in attività culturali.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione

3 COMMENTI

  1. Commento di Lucrezia Albertini
    Non ho moltissimi ricordi della mia infanzia e spesso faccio fatica a riposizionare le immagini conservate in un ordine cronologico. Ma non importa, quel che importa è ciò che mi ha permesso di salvare dei momenti significativi per la mia crescita personale. Una pagina di questo album contiene due sole immagini: una locandina A4 intitolata “TRA PALCO E REALTÀ” e una discussione seduti in cerchio in un’aula di scuola. Un momento unico, in cui siamo stati chiamati a concepire una passerella tra i nostri sogni adolescenziali e la realtà del nostro quotidiano. Potremmo andare ancora più indietro nel tempo per dar voce ai giovani che crearono il giornale “la Scarizzà”, quelli che crearono il “Coro Italiano di Coira” o quelli che crearono il centro giovanile “Alte Fabrik” ecc. Siamo stati tutti adolescenti e tutti sappiamo che è quello il tempo più propizio per sognare, creare e innovare, per incominciare ad esprimersi nel mondo e a contribuire al miglioramento dei valori sui quali costruiamo la nostra esistenza umana.
    Condivido l’iniziativa di un centro culturale in Valposchiavo. Credo che i soldi messi a disposizione per questo progetto debbano essere investiti sia nella struttura che nel suo contenuto. Non basta dare ai giovani uno spazio in cui stare, bisogna dar loro la possibilità di costruirsi uno spazio soprattuto per pensare, ideare, organizzare, creare, giocare e costruire nel loro presente il loro futuro.
    Questo progetto non minaccia le altre attività valligiane, perché non è paragonabile a quest’ultime. Un centro giovanile è volubile perché i suoi interessi si trasformano al ritmo delle generazioni; esso non si concentra su un’attività precisa come la musica, lo sport, il catechismo o gli scout e inoltre non è guidato da una sola società e da una sola morale.
    Credo che ancor meno questo progetto possa entrare in concorrenza con la scuola. Un centro giovanile può diventare, oltre che uno spazio di creazione, anche uno spazio di formazione e informazione, complementare a quello dell’istituzione scolastica che non riesce e forse non può insegnare tutto ai giovani.
    Perciò sono aperta all’iniziativa e mi auguro che i giovani di cui parliamo e a cui si dedica questo progetto, possano contribuire al dibattito e agire nel progetto il prima possibile.
    Lucrezia Albertini

  2. Commento di Igor Sertori
    “Ho accolto con piacere questa notizia, dopo che gli anni avevano sì sopito questo sogno. Invece ora leggo con piacere che chi è rimasto in Valle ha avuto lo spirito di non dimenticare e ha mantenuto viva la visione. Come scrive il mio amico Luca, i tempi della politica, si sa, sono lunghi, e “i nostri tempi” ora sono passati, lasciando respiro a nuove idee, alle nuove generazioni che hanno bisogno di rinnovarsi. La società perfetta non esiste, ma una sana società non può prescindere dalla sua storia e tradizione, come non può fuggire il vento dell’innovazione. Con Luca Beti vivemmo un periodo carico di idealismo e passione, con Luca Crameri, trascorsi ore dell’infanzia sul campo da calcio, di hockey e in giro per il paese, dunque non posso che compiacermi nel vedere che le redini di quell’idea pre-matura siano oggi in mano ad una persona che stimo. Son trascorsi tanti anni, è innegabile, ma mi piace immaginare che sia proprio nella determinazione di chi crede fermamente in un’idea che si fonda il successo più duraturo. “E ce l’abbiamo qualche speranza …” – Ligabue, Palco e Realtà, 1997 – ”
    Igor Sertori

  3. È proprio vero: i tempi della politica sono lunghi. Ma dodici anni per creare un centro giovanile mi sembrano davvero tanti. I giovani di allora, che tanto ci avevano sperato sono ormai adulti: papà e mamme che oggi accompagnano i figli a scuola. Allora erano in classe con noi, Igor ed io, a presentare ai politici e alle autorità locali il nostro progetto nato nell’ambito delle attività di «Palco e realtà». Mi sembra ieri: noi pieni di entusiasmo e di voglia di dare un luogo di aggregazione ai giovani della valle siamo usciti con le ali tarpate da chi l’adolescenza se l’era lasciata alle spalle cinquant’anni prima. «Ai nostri tempi…», così i politici giustificarono il loro NO al sostegno finanziario del centro. E le cifre, se ben ricordo, erano quelle presentate nell’articolo: qualche decina di migliaia di franchi all’anno per i giovani di allora. A distanza di anni, alcuni di loro li ho rivisti sulla lista di una delle varie compagini politiche della Valle. E allora, alla fine, mi rimane una bella consolazione: forse lo spirito che animava «Palco e realtà» ha resistito al vento di fronda di chi allora diceva «ai nostri tempi…». E mi piace pensare, ormai lontano dalla valle e dalla scuola, che proprio quello spirito, a dodici anni di distanza, sia riuscito finalmente a spazzare via lo scetticismo di chi non vuole investire nel futuro: nelle giovani e nei giovani della valle.