L’agonia dei ghiacciai, Scotti: “Situazione allarmante”

0
8

La colpa è dell’uomo
(di I. Falcinella)
Dopo aver riferito dell’assemblea del Giardino dei Ghiacciai dello scorso 15 aprile, proseguiamo il resoconto della serata con la conferenza del morbegnese Dr. Riccardo Scotti, dal titolo “L’agonia dei Ghiacciai – Il ghiacciaio terrestre è il termometro più efficace dello stato di salute del nostro pianeta!”.

 

Sulla Terra ci sono circa 198’000 ghiacciai montani (escludendo Antartide e Groenlandia); le Alpi ne contano circa 3’770, ovvero lo 0,28% del totale. La situazione attuale di queste formazioni glaciali è allarmante: negli ultimi 30 anni il ritmo del loro ritiro (perdita di massa) si è moltiplicato 7 volte tanto rispetto al periodo precedente. Questo fenomeno è da attribuirsi al costante innalzamento delle temperature dovuto ai gas serra immessi nell’ambiente dall’uomo (402 parti per milione il volume dell’anidride carbonica ad oggi).

La situazione, come mostrato nei grafici dal Dr. Scotti è allarmante in tutto il mondo in egual misura; fattore da tenere particolarmente in considerazione è che le Alpi sono una delle zone più densamente popolate. Si è calcolato che senza l’effetto dell’uomo, dal 1940 in poi, le temperature, invece che alzarsi a ritmo sempre più vertiginoso (per es. luglio 2015 periodo più caldo da quando si effettuano registrazioni), avrebbero cominciato a mantenersi costanti o addirittura a diminuire.

Diverse sono state le immagini mostrate durante la serata, a testimonianza dell’arretramento dei ghiacciai e in alcuni casi della quasi completa scomparsa.

Questi agglomerati di ghiaccio sono un’importantissima risorsa idrica; nel caso della Lombardia una riserva di 3,5 chilometri cubi d’acqua (per capire 19 volte gli invasi delle dighe di Fraele e Cancano); il solo comparto idroelettrico, poi, frutta circa 800’000 milioni di euro all’anno.

Lo studio dei ghiacciai ha avuto un grosso contributo grazie ai carotaggi della calotta antartica (progetto italofrancese “Epica”, fino a 3 km di profondità): gli strati di ghiaccio antichi contenevano informazioni dentro le bolle d’aria che hanno permesso di scoprire l’atmosfera terrestre, andando indietro fino a 1 milione di anni. Scotti spiega che capire questi arretramenti dei ghiacci perenni, nel corso di migliaia e migliaia di anni, è molto complicato. Spesso bisogna basarsi solo sulla linea della vegetazione o inventarsi degli stratagemmi, come lo studio degli strati del limo al lago di Silvaplana per datare e ripercorrere le fasi che hanno portato ad oggi.

L’ultima grande glaciazione risale a circa 20’000 anni fa; agli intervenuti  è stata mostrata una foto delle Alpi sepolte dal ghiaccio. Sopra Pontresina si nota un duomo di ghiaccio talmente spesso che scavalla il Bernina. Per farsi un’idea delle condizioni si può calcolare un muro alto 1,4 km sopra la testa degli abitanti di Poschiavo. Tra i 18 e i 20 milioni di anni fa questa calotta sparisce e passiamo nella fase interglaciale; facendo un balzo di migliaia di anni arriviamo ai tre periodi più recenti oggetto di studio:

  • caldo medioevo (prima del 1250)
  • piccola età glaciale (1250-1860)
  • era moderna.
Si stima che dal 1860, con la rivoluzione industriale e l’immissione in atmosfera di fuliggine e pm10 andati a depositarsi sui ghiacciai, gli stessi abbiano cominciato subito a risentirne per via di un cambiamento della riflettività e, dopo 50 anni, le temperature abbiano cominciato a salire. Dal 1860 al 2007 l’arretramento medio per ghiacciaio è stato di 20,3 chilometri quadrati; solo dal 2007 ad oggi 7,1 chilometri quadrati. Le precipitazioni sul lungo periodo si mantengono stabili, mutando solo nella tipologia (neve, pioggia), ma non nei numeri.
Il meeting di Parigi, che si è occupato della situazione, evidenzia una difficile situazione climatica ed ha auspicato che, per salvaguardare il pianeta, non va superato un riscaldamento di 2 gradi entro l’anno 2’100. Attualmente, però, l’aumento è già di 1,5 gradi; questo significa che, in 84 anni a nostra disposizione, rimane solo mezzo grado.

Articolo correlato:

 

Ivan Falcinella
Membro della redazione