Appello dell’UFP: Serve un nuovo comitato, candidatevi!

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Foto di Remo Tosio

L’Unione femminile Poschiavo (UFP) è un’associazione senza scopo di lucro, fondata negli anni ’30 del secolo scorso quale diramazione laica dell’Azione cattolica, che ha assunto la denominazione attuale nel 1984. L’ultima assemblea ordinaria dell’UFP, avvenuta di recente, come da tempo previsto, ha fatto registrare le dimissioni in blocco delle responsabili del comitato in carica: Elena Bondolfi, Fulvia Costa, Riccarda Costa, Elvira Lanfranchi e Anna Maria Lardi; scopo principale di questo scioglimento quello di far spazio alle nuove leve, con nuova spinta e nuova linfa vitale da impiegare per le innumerevoli attività del sodalizio. Nuove leve che, purtroppo, contrariamente a quanto si aspettavano le ”veterane”, non è stato possibile eleggere durante il corso dell’assemblea. Da questa situazione di incertezza sul futuro dell’UFP è nato un appello, sostenuto da Il Bernina, rivolto alle donne che hanno la volontà di aiutare l’associazione a superare questo momento particolarmente delicato. Le interessate alla candidatura andranno a contribuire alla formazione di un nuovo comitato UFP.

L’UFP, nel corso dei decenni, ha raggruppato e dato voce a generazioni di donne, svolgendo numerosissime attività sempre con spirito di servizio: attività con e per i bambini, corsi di cucito e di cucina, lavoro in gruppi per approntare manufatti venduti in parte al “Marcù in plaza”, sostegno agli anziani, collaborazione con altre società in occasione di eventi particolari, conferenze pubbliche (l’ultima delle quali la scorsa primavera, incentrata sulla lotta contro le zecche), passeggiate in Svizzera e all’estero. L’annuale festa di beneficenza, che ha sempre potuto contare sul vivo sostegno della popolazione, ha poi permesso di raccogliere somme importanti, in gran parte devolute a opere caritatevoli nel “Terzo mondo”, in parte utilizzati quale sostegno a istituzioni pubbliche in valle.

Le volontarie al lavoro nel 2015

Il Bernina, che, a sua volta, da associazione, comprende appieno la difficoltà a reperire sempre ”nuove energie volontarie”, ha deciso di sostenere fortemente questa ricerca. Per l’occasione ha voluto intervistare, quale portavoce del comitato UFP uscente, una delle più attive e longeve volontarie del sodalizio: Anna Maria Lardi. 

Anna Maria, anche lei darà le dimissioni per fare spazio alle nuove leve: cosa può raccontarci di questa sua esperienza nella UFP?
Sì, anche io ho inoltrato le dimissioni in vista dell’assemblea generale che si è svolta a metà febbraio. Le mie esperienze in seno all’UFP sono state positive e, soprattutto, arricchenti. Penso in modo particolare all’importante momento integrativo con le donne di ogni età che, per circa un ventennio, si incontravano regolarmente per approntare manufatti e lavori di cucito da devolvere alle istituzioni filantropiche. Ricordo poi con vivo piacere la soddisfazione provata dopo una qualche azione di solidarietà sostenuta fattivamente dalla nostra gente: ti senti appagata e, nonostante l’impegno, saresti pronta il giorno dopo a ricominciare da capo.

Crede che i valori che da circa 90 anni spingono la UFP, oggi, nel 2020, si siano trasformati rispetto al passato?
Ci sono stati dei cambiamenti dal punto di vista formale, ma lo spirito di fondo è sempre lo stesso, quello indicato dallo statuto originale: «Promuovere gli interessi spirituali e materiali del prossimo».
L’associazione è stata fondata negli anni ’30 del secolo scorso quale diramazione laica dell’Azione cattolica, dunque sotto l’ala della Chiesa. Nel corso degli anni, con i cambiamenti socio-culturali che hanno parzialmente modificato la nostra maniera di vivere e di riflesso anche il rapporto con la Chiesa, questo legame si è allentato e le attività portate avanti dal sodalizio si sono diversificate. Il cambiamento si rispecchia anche nella nuova denominazione di “Unione femminile Poschiavo” adottata nel 1984. Dunque un nome nuovo, con proposte di attività differenziate per le diverse fasce di età, dai bambini agli anziani, ma sempre con gli stessi valori di servizio a favore del prossimo. Pur mantenendo tutta una serie di proposte a favore della nostra gente (corsi, conferenze, gite, contributi a progetti locali ecc.) nel corso dei decenni l’ottica si è spostata anche verso chi vive in situazioni di forte disagio; infatti, gran parte del ricavo dell’annuale Festa di beneficenza viene devoluto a opere caritatevoli nel Terzo mondo.

Da quanti anni il comitato dimissionario era in carica?
Per quanto riguarda la mia persona, da troppi: sono infatti quasi trenta. Due altre hanno addirittura superato questo limite. Altre ancora fanno parte del comitato “solamente” da 14, rispettivamente da 3 anni.
Mi preme però sottolineare che la pluridecennale presenza nel comitato di alcune colleghe, non è in nessuna maniera indice di ambizioni personali nel voler occupare gli scranni, anzi… Rispecchia invece la difficoltà incontrata già negli anni scorsi non solo nel reclutare forze giovani disposte a collaborare nel comitato, ma anche ad aderire al sodalizio. Si manifesta infatti una specie di contraddizione in termini: nel senso che c’è un forte (e gradito) sostegno per la Festa di beneficenza e per altre attività, ma che poi non i riesce tradurre nel reclutamento di persone disposte a far parte del comitato per portare avanti le proposte concordate.

Quali requisiti sono richiesti per entrare a far parte del nuovo comitato?
Nessun requisito particolare al di là della disponibilità ad assumere con spirito innovativo, a titolo di volontariato e in un’ottica di servizio, determinate incombenze. Al di là degli incarichi “ufficiali” di cassiera e di segretaria, sarebbe importante passare a una suddivisione dei compiti nel comitato, e con l’aiuto anche di forze esterne, poter affidare a singole persone la responsabilità di compiti specifici: passeggiate, corsi, conferenze, servizi parrocchiali quali le decorazioni floreali in chiesa ecc.

Parlando delle sue esperienze alla UFP, cosa direbbe a un’eventuale interessata per invogliarla a candidarsi per il comitato?
Direi che è più ciò che si riceve di ritorno, che ciò che si dà. Penso al sorriso di un bambino, a una stretta di mano quale ringraziamento per il sostegno ricevuto, alla soddisfazione provata per un’iniziativa apprezzata dalla gente. Mi fa piacere pensare, tanto per fare un esempio più che attuale, che quanto è stato devoluto lo scorso autunno ai profughi siriani impantanati sulle isole greche, abbia permesso ai bambini, per un giorno, di seguire alcune lezioni di scuola.
C’è tanto da fare. Non spezziamo questa catena di solidarietà: siamo responsabili di ciò che facciamo, ma in modo ancora più incisivo di ciò che non facciamo!

Non mi resta, a nome dell’UFP, che invitare chi ha la volontà di aiutare a superare questa fase delicata dando vita a un nuovo comitato, di contattare entro il 20 marzo 2020 Anna Maria Lardi (tel. 081 844 12 48).
Le ringrazio già sin d’ora!


A cura di Ivan Falcinella

Ivan Falcinella
Membro della redazione