Il postino Coronavirus

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Angoscia e speranza (foto di E.M.)

Riceviamo, e pubblichiamo, dal tiranese Ezio Maifrè una poesia e una nota sulla difficile situazione che stiamo vivendo.


Dalla finestra della mia stanza
non entra più l’abbaiar dei cani,
né il rombo del passar d’auto,
né il quieto passo del viandante.
In questo silenzio
c’è il messaggio di angoscia
che ha portato il postino Coronavirus. 
Solo il suono della campana
che batte l’ora e il fiorir delle margherite
nel prato mi avverte che il tempo passa
come prima.
Il fiorir della natura è come prima,
ma nessun uomo sarà come prima.


“Tirano è deserta! Il suono lacerante delle autoambulanze e il rimbombare d’elicottero spesso lacerano il silenzio. Solo la Preghiera e il “canto dai balconi” può sfumare, ma non cancellare, questa desolazione. Quanto mi manca la serenità, quanto mi manca la “mia chiesa” del lago di Poschiavo dove potevo intravedere il “Dio delle cime” e parlare con la natura. Quel lago, per me, è la carezza di una mamma. Forse la piaga del Coronavirus è un ammonimento per tutti noi che spesso offendiamo il Creato in ogni modo possibile con il nostro sfrenato egoismo e per il nostro ostentato benessere. Dopo questa piaga, tutti noi, dovremo interrogarci sui nostri comportamenti. Da parte mia, se mi capiterà di percorrere ancora le magnifiche sponde del vostro lago, ogni mio passo sarà una preghiera di ringraziamento”.

1 COMMENTO

  1. Mi piace molto sia la poesia sia la riflessione sulla situazione attuale di Tirano dove io non posso più andare.
    Per fortuna il lago di Poschiavo lo vedo ogni giorno e alzo lo sguardo verso la millenaria chiesetta di San Remigio.
    Nando Nussio.