L’energia solare può essere trasformata in energia elettrica grazie agli impianti fotovoltaici, che sono veri e propri impianti elettrici formati da diversi moduli fotovoltaici uniti insieme. Questo tipo di energia rinnovabile ricavata dal sole diventerà, verosimilmente, sempre più diffusa da qui al prossimo futuro, non solo perché meno inquinante, ma anche perché costituisce un’ancora di salvezza per rilanciare un’economia basata sull’autosufficienza energetica delle imprese e delle comunità. In Svizzera il comparto fotovoltaico è cresciuto lo scorso anno del 20%; i nuovi pannelli solari installati forniscono in totale 2,5 Gigawatt, pari al 3,8% del fabbisogno nazionale. Ma a che punto siamo in Valposchiavo? Il Bernina lo ha chiesto ad alcune ditte del territorio.
CAOTEC SA (Brusio)
Dal lontano 1992 la Caotec SA di Brusio ha sempre cercato di essere all’avanguardia nel settore delle energie rinnovabili. Il titolare, Dario Cao, ricorda ancora gli esordi con le installazioni di stufe a legna in cucina e la ripartizione del caldo nella casa tramite termosifoni, passando in seguito alle pompe di calore e ai pannelli solari termici prodotti dalla ditta nel 1995, per arrivare oggi ad impianti più complessi e una produzione propria di pannelli ibridi.
Alla domanda su quanto la Valposchiavo percentualmente sia coperta dai pannelli fotovoltaici il titolare della Caotec SA ci risponde: “Troppo poco”. La politica federale e cantonale, infatti, in chiave futura, va verso un incremento dei numeri di diffusione di questa energia rinnovabile, ma questo al momento non sembra essere, come ci spiega Cao, nei piani del Comune di Brusio.
“Parlando per Brusio, – ci illustra il titolare della Caotec SA – siccome ci vivo ed è la mia sede principale, devo dire che purtroppo il Comune non segue il Cantone e la Confederazione, a partire proprio dagli edifici di proprietà comunale. Pensiamo che lo scorso anno è stato rifatto il tetto dell’asilo senza installare un solo fotovoltaico; quest’anno invece è toccato alle scuole di Brusio e alla Casa comunale, la quale ha tra l’altro aggiunto una dependance (posta dietro la casa esistente) con il tetto rivolto perfettamente a sud, ma nemmeno su queste due proprietà è stato posato un singolo pannello”.
“Se un privato o un azienda installa dei pannelli e la corrente in esubero viene venduta all’azienda elettrica del Comune, questo la paga 4,5 ct al kWh, – prosegue Cao – non vorrei sbagliare, ma Brusio è il luogo dove questa energia viene remunerata meno di tutta la Svizzera. E chi di competenza non si deve nascondere dietro il famoso discorso che a Brusio la corrente è più a buon mercato che in tutto il resto del Cantone: quel prezzo è solo la base dalla quale la corrente viene acquistata sul mercato libero di produzione fossile. Non possiamo paragonare le due produzioni, ma credo che se un privato o un azienda produce corrente in loco, per il Comune è un ottimo valore aggiunto”.

Parlando di fotovoltaico va fatta una doverosa distinzione fra impianti totalmente autonomi, detti ad isola, ed impianti semiautonomi, che si affidano ad altre reti per completare il proprio fabbisogno energetico. Come ci spiega Cao, in Valpochiavo, contando i Munt alimentati con impianti totalmente autonomi, probabilmente a livello numerico vi sono più impianti ad isola. Per quanto riguarda il livello di potenza installata, invece, a primeggiare sono gli impianti allacciati alla rete.
“A chi ancora è indeciso se puntare o meno sul fotovoltaico, – conclude Dario Cao – posso dire che: sapere che una parte della corrente prodotta la autoconsumo, sapere che la corrente che immetto in rete va direttamente a me o ai mie vicini senza essere trasferita dalla Germania o da chissà quale centrale fossile è una bella sensazione, se poi ci aggiungiamo la mobilità elettrica il cerchio si chiude”.
Il punto sul fotovoltaico in Valposchiavo continua nel corso dei prossimi giorni…
A cura di Ivan Falcinella
Il comune di Brusio segue la strategia di guardare il passato ( retroattiva ) per non avere il tempo di guardare il futuro.
Pensando alle imprese pioneristiche delle forze motrici Brusio si potrebbe pretendere delle lungimiranti decisioni per il futuro, a un prezzo onesto e non i 4,5 centesimi offerti.
Concordo pienamente con Dario. Non riesco a capire questi indugi da parte del Comune. Io stesso durante la presentazione del progetto di risanamento della casa comunale (assemblea comunale del 31 marzo 2019) avevo suggerito di installare dei pannelli solari sul tetto della nuova costruzione annessa all’edificio comunale. Penso pure che con il rifacimento dei tetti dell’asilo e delle scuole di Brusio si poteva approfittare di mettere un impianto fotovoltaico. Ciò facendo avremmo contribuito a trasmettere alla popolazione un’immagine di un Comune sensibile ai cambiamenti climatici.
Libertà di pensiero… ma si può dedurre che il comune e in parte diversi cittadini sono più sensibili ad altri progetti…
vedi MOTTA di MIRALAGO!!!
P.S. Il Governo ci obbliga già ad investire in energia sostenibile!!!
Il signor Cao ha perfettamente ragione!
Luciano Pedrazzi, Leiter erneuerbare Energien LAVEBA Genossenschaft St. Gallen, Vorstand Neue Energien SG-Appenzell