Fotovoltaico parte 2^: Verso un futuro sempre più rinnovabile e accessibile

0
841

L’energia solare può essere trasformata in energia elettrica grazie agli impianti fotovoltaici, che sono veri e propri impianti elettrici formati da diversi moduli fotovoltaici uniti insieme. Questo tipo di energia rinnovabile ricavata dal sole diventerà, verosimilmente, sempre più diffusa da qui al prossimo futuro, non solo perché meno inquinante, ma anche perché costituisce un’ancora di salvezza per rilanciare un’economia basata sull’autosufficienza energetica delle imprese e delle comunità. In Svizzera il comparto fotovoltaico è cresciuto lo scorso anno del 20%; i nuovi pannelli solari installati forniscono in totale 2,5 Gigawatt, pari al 3,8% del fabbisogno nazionale. Ma a che punto siamo in Valposchiavo? Il Bernina prosegue e conclude la sua mini inchiesta sui pannelli solari intervistando Carlo Vassella, titolare della Vassella Energie. 

Da quanti anni sei nel settore delle energie rinnovabili? E’ cambiato molto dall’inizio a oggi?
Mi occupo di energie rinnovabili dalla fine del mia formazione, nel 2008, quando ho cominciato a lavorare per l’Institut für Solartechnik, presso la scuola universitaria superiore di Rapperswil. In Valle me ne occupo dal 2014, quando ho aperto la mia attività.

Il settore delle energie rinnovabili, e in special modo lo sfruttamento dell’energia solare, ha subito un grande cambiamento positivo negli ultimi 10/15 anni. Tra le energie rinnovabili, dal mio punto di vista, il maggior sviluppo si è visto nel fotovoltaico. Dapprima sono stati incentivati impianti di grosse dimensioni con la remunerazione per l’immissione in rete a copertura dei costi (KEV), poi negli ultimi anni gli incentivi statali si sono orientati sempre più verso soluzioni volte ad ottimizzare l’autoconsumo dell’energia prodotta in loco con la remunerazione unica. In Svizzera e in una gran parte dei paesi industrializzati queste misure di sostegno finanziario hanno portato a realizzare impianti in crescendo, di anno in anno, con una conseguente riduzione dei prezzi della tecnologia. Si parla di una riduzione dei prezzi per i moduli fotovoltaici dal 2010 al 2019 del 65/70%. Allo stato attuale, un impianto senza particolari accorgimenti tecnici, a livello finanziario si lascia ammortizzare con facilità nei 25 anni di durata di vita nominale.

Di contro, il forte sviluppo del fotovoltaico ha però messo un po’ in crisi il settore del solare termico, che negli ultimi ha visto rallentare la crescita annua degli impianti installati. Il comparto al momento sopravvive trovando ancora uno sbocco dove c’è un forte bisogno di calore nell’arco di tutto l’anno e dove lo spazio a disposizione per l’installazione dei pannelli è limitata.

Parlando di fotovoltaico, che percentuale circa della Valposchiavo viene coperta da pannelli solari?
Dirvi una percentuale è estremamente difficile, comunque si tratta ancora di una piccola parte del potenziale a disposizione, escludendo già a priori i tetti sensibili dal punto di vista storico e paesaggistico.

Per quel che osservi, in chiave futura si va verso un incremento dei numeri di diffusione di questa energia rinnovabile?
Io credo proprio di sì: secondo me, nell’arco di 10/15 anni, tutti i risanamenti e le nuove coperture dei tetti con un irraggiamento ideale e in zone non paesaggisticamente sensibili saranno realizzate con dei materiali in grado di produrre energia rinnovabile. Già attualmente, nelle maggioranza dei casi queste installazioni ripagano da un punto di vista energetico e finanziario. Al momento, il grande dibattito si svolge sull’integrazione estetica di questo nuovo tipo di copertura, anche perché negli anni scorsi il settore si concentrava più sull’aspetto tecnico degli impianti tralasciando in certi casi l’aspetto estetico e di integrazione nel contesto dell’edificio. In futuro è auspicabile e necessaria una collaborazione più stretta tra architetti e progettisti del solare, dove i primi si occuperanno di integrare dei nuovi elementi nelle costruzioni e i secondi saranno in grado di fornire una consulenza esaustiva riguardo alle possibili soluzioni tecniche ed estetiche.

Un ulteriore sviluppo di può prevedere in relazione alle soluzioni di stoccaggio dell’energia prodotta mediante batterie al litio, al sale o all’idrogeno, visto che al momento i prezzi sono ancora relativamente alti. In futuro, se l’elettromobilità sarà in grado di abbattere i prezzi grazie alla produzione di massa, è ipotizzabile ed auspicabile che un impianto fotovoltaico sarà abbinato normalmente, di standard, ad un sistema di stoccaggio. Questo aumenterà la quota di autoconsumo e alleggerirà la rete dai carichi di immissione nei momenti di forte irraggiamento e basso consumo.

In Valposchiavo ci sono più impianti fotovoltaici a isola (casa totalmente autonoma) o la maggior parte degli utenti usa i pannelli solo come supporto alla rete principale?
In Valposchiavo, escludendo i maggesi, sono stati installati quasi solo impianti collegati alla rete. Questo tipo di soluzione è la più efficiente sia da un punto di vista economico che energetico, in quanto tutta l’energia prodotta viene sfruttata come consumo proprio o altrimenti immessa in rete e sfruttata dai gestori di rete per la rivendita. La corrente immessa in rete deve essere retribuita al produttore dai gestori di rete secondo le direttive federali. Sugli edifici non collegati alla rete di distribuzione come maggesi e alpeggi gli impianti sono sempre a isola, nel modo classico sfruttando come medio di stoccaggio delle batterie al piombo. Tuttavia, quando le batterie sono cariche, una parte dell’energia solare che irraggia i moduli fotovoltaici va persa. Ci sono diverse soluzioni per aumentare l’autoconsumo anche in questi casi, ma va sempre messo in relazione l’investimento con il ricavo.

Carlo e Mauro Vassella

Infine, quale consiglio puoi dare a un utente che è ancora indeciso se installare o meno il fotovoltaico?
Primo consiglio è quello di contattare un professionista del settore e fare una prima valutazione su potenziale e fattibilità di un possibile impianto. Se ci sono i presupposti tecnici si può pensare alla miglior integrazione dell’impianto nel contesto dell’edificio e richiedere le offerte per la realizzazione.

Mi preme in questa occasione anche sfatare un luogo comune riguardo all’impatto ambientale sul riciclaggio dei moduli fotovoltaici. Il 95% dei moduli fotovoltaici prodotti a livello globale sono composti dal semiconduttore Silicio, il quale è un elemento molto diffuso sulla crosta terrestre e non presenta rilevanti problemi ambientali nella lavorazione e nel riciclaggio. Assieme a questo elemento, un modulo fotovoltaico è composto da una lastra di vetro e da una cornice di alluminio, due materiali perfettamente riciclabili. Il retro del pannello è composto da una lamina in polimero (plastica) e tedlar. In minima parte sono presenti materiali come argento e rame per le saldature dei contatti delle celle. Se calcoliamo una durata di vita di un modulo pari a 25 anni, l’impatto ambientale per la produzione ed il riciclaggio di questi materiali sono accettabili, senza voler fare dei paragoni con altri beni di consumo che ci accompagnano per periodi molto più corti.


A cura di Ivan Falcinella

Ivan Falcinella
Membro della redazione