Sessione ottobre Gran Consiglio – ora delle domande
Soppressione del reparto di ginecologia/ostetricia stazionaria presso il Centro sanitario Valposchiavo
Con comunicato del 25 settembre 2020 il consiglio di fondazione del Centro sanitario Valposchiavo ha informato in merito alla chiusura immediata del reparto di ginecologia/ostetricia stazionaria ed il rispettivo trapasso di questo servizio al Ospedale dell‘ Engadina Alta a Samedan. La decisione di questa misura incisiva per la valle di Poschiavo è stata motivata con la continua diminuzione dei parti e con la crescente difficoltà di reclutare personale qualificato in questo ambito. La comunicazione ha suscitato grande perplessità e insicurezza tra la popolazione, ma anche tra tutti gli attori politici, per quanto riguarda l’approvvigionamento sanitario nella valle. Immancabilmente si sono verificate delle difficoltà già durante uno dei primi parti fuorivalle: questo è infatti avvenuto in un’automobile privata durante la trasferta all’Ospedale a Samedan. Tali eventi dimostrano anche che le condizioni geografiche del Cantone dei Grigioni non permettono una centralizzazione delle isitituzioni ospedaliere. In questo contesto anche il Governo si è espresso più volte positivamente in merito alla qualità dei servizi del Centro sanitario, riconoscendo il centro quale datore di lavoro rilevante e l’importanza del mantenimento di servizi ospedalieri nelle regioni periferiche. La soppressione del reparto stazionario di ginecologia/ostetricia rappresenta un significante indebolimento dell’approvvigionamento sanitario valligiano con un impatto a sfavore di posti di lavoro e di attrattiva della valle.
Domande al Governo
- Il Governo riconosce l’importanza per la popolazione della Valposchiavo di mantenere questo servizio sanitario ed è a conoscenza delle difficoltà di reclutamento di personale qualificato in questo settore?
- Il Governo ritiene che i reparti di ginecologia/ostetricia stazionaria devono essere mantenuti negli ospedali regionali? In caso affermativo, quale strategia seguirà il Cantone per contrastare le chiusure dei reparti?
La risposta del Governo è stata comunicata in data 21 ottobre 2020 durante la sessione di ottobre del Gran Consiglio ed è riportata a seguire in forma sintetica:
Considerazioni introduttive
Da più anni, diversi ospedali (Bregaglia, Val Monastero, Sursees) sono già stati costretti a sopprimere i reparti ostetrici. Un’analisi dell’evoluzione delle nascite dal 2016-2019 presso le varie istituzioni nel Cantone dei Grigioni dimostra che questa sia generalmente in calo. C’è l’ospedale cantonale a Coira che presenta ca. 1‘000 nascite l‘anno, mentre le nascite presso tutti gli altri ospedali regionali si aggirano tra 140 e 170. Eccezione fatta per il Centro sanitario dell’Engadina bassa (con mediamente 55 nascite) e il Centro sanitario Valposchiavo (con mediamente 32 nascite). In genere si può partire dal presupposto che una gestione economica di questo tipo di reparto sia giustificata partendo da alcune centinaia di nascite l’anno. Questo è unicamente il caso presso l’ospedale cantonale a Coira. Per questo motivo i reparti di ginecologia/ostetricia stazionaria esistenti sono sostenuti da parte del Cantone già da anni con un importo di fr. 150‘000 ciascuno (contributo 2020).
Risposta alla domanda 1
In base alle informazioni ricevute dal Centro sanitario Valposchiavo il reparto di ginecologia/ostetricia ambulante sarà mantenuto, mentre chiuso solo quello stazionario. Nel 2018 il Centro sanitario contava 30 nascite e 27 nel 2019. Questo corrisponde a ca. una nascita ogni due settimane, frequenze che non permettono lontanamente la gestione di un reparto di ostetricia (24/7) a copertura dei costi. A queste nascite si sono aggiunti nove e dieci soggiorni stazionari relativi a diagnosi ginecologhe nel 2018 risp. nel 2019. In generale un reparto stazionario di ginecologia (24/7) non si lascia finanziare. La decisione del Centro sanitario Valposchiavo è quindi condivisibile.
Risposta alla domanda 2
Da alcuni decenni il reclutamento di personale qualificato presso ospedali regionali con un numero di nascite in calo si presenta difficile. Per questo motivo sono già stati chiusi i reparti di ginecologia/ostetricia presso gli Ospedali di Promontogno, Sta. Maria e Savognin. Contemporaneamente sono stati introdotti a livello nazionale dei requsiti riguardanti la qualificazione del personale del settore di ginecologia/ostetricia, i quali devono essere disponibili 24 ore su 24. Per questo motivo il Governo ritiene che la strategia del Centro sanitario Valposchiavo, di collaborare con l’Ospedale Engadina Alta, mantenendo i servizi ambulanti a Poschiavo, sia adeguata e soprattutto orientata al futuro. Inoltre, la collaborazione tra le due istituzioni sopra menzionate corrisponde ai sensi della revisione parziale della legge sulla promozione della cura degli ammalati e dell’assistenza delle persone anziane e bisognose di cure (Legge sulla cura degli ammalati, LCA), approvata dal Gran Consiglio e che mira ad una collaborazione tra le varie istituzioni del Cantone dei Grigioni.
Gabriela Menghini-Inauen, deputata supplente al Gran Consiglio