Patrick Lardi alle 1000 miglia: “Un sogno che si realizza”

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Da sx: Patrick Lardi e il copilota Francesco Tagliabue

Dal 16 al 19 giugno avrà luogo, in Italia (da Brescia a Roma e ritorno) la leggendaria 1000 miglia. Tra i partecipanti ci sarà anche Patrick Lardi, l’unico valposchiavino che prenderà il via alla competizione di quest’anno. Nonostante qualche guasto meccanico avuto durante le prove dei giorni scorsi, grazie all’aiuto dei meccanici è riuscito ad arrivare, ieri, a Brescia, per iscriversi alla competizione. Impegnato lavorativamente negli investimenti immobiliari, dividendosi tra l’Australia, gli Stati Uniti e l’Africa, Patrick realizzerà un sogno che aveva sin da bambino.

IL PERCORSO DELLA 1000 MIGLIA – Da Brescia, gli equipaggi faranno rotta verso la costa Tirrenica per sostare a Viareggio, ripartendo il giorno successivo alla volta di Roma. La terza tappa, al via dalla Capitale, risalirà verso nord per concludersi oltre l’Appennino, nel capoluogo Emiliano. La quarta e ultima tappa, da Bologna condurrà fino al tradizionale arrivo a Brescia.

Ciao Patrick, cosa ti ha spinto a partecipare a questa rinomata gara?

La partecipazione alle 1000 miglia è uno dei desideri che coltivo fin da quando sono bambino: prendere parte a una gara poetica, nostalgica e cercare di farlo con una vera macchina d’epoca è un sogno che si realizza. L’altro aspetto fondamentale della vicenda è che userò la macchina di un amico indiano bloccato dal Covid-19 nel suo Paese; lui ci teneva perché altrimenti avrebbe perso alcuni privilegi legati ad un’iscrizione continuativa negli anni, e io, di contro, ricevo un grosso favore!

Che macchina guiderai?

Guiderò un’automobile francese: una Salmson Grand Sport del 1927. Immatricolata nel ’28, è una delle vetture più anziane in corsa; la più vecchia è del ’22, ma ci sono anche auto degli anni ’50. La Salmson veniva prodotta negli attuali stabilimenti della Peugeout. L’auto che guido avrà tutti pezzi originali, un criterio fondamentale per poter partecipare alla 1000 miglia. Questo andrà a influire sul coefficiente di difficoltà stabilito dagli organizzatori per guidare l’automobile, che è determinato, per esempio, dall’anzianità del veicolo e dai cavalli del motore: si va da un coefficiente minore, per un’auto del ’54, di 1,35, ad uno maggiore di 1,80; la nostra Salmson ha un coefficiente di tutto rispetto: 1,75.

Chi ti accompagnerà nell’impresa?

Naturalmente ci sarà il copilota, l’avvocato italiano Francesco Tagliabue, per lui non sarà la prima volta in questo tipo di competizioni, anche se sarà, anche per lui, la prima esperienza alla 1000 miglia; con Francesco sarà fondamentale avere un buon affiatamento, determinante nelle gare cronometrare. Poi abbiamo dei meccanici al seguito che, tra le altre cose, mi stanno insegnando un po’ di trucchi del mestiere: alcune cose sulla rimessa in sesto, ma anche come ascoltare e interpretare i rumori della macchina. Questi signori presteranno il loro servizio anche su un’altra Salmson, appena due numeri dietro di noi.

Occorre un qualche tipo di preparazione specifica per affrontare la 1000 miglia?

Non si può dire che sia una cosa faticosa, però bisognerà fare i conti con le difficoltà che un’auto d’epoca ti impone. Bisogna star bene fisicamente e, per questo, è richiesto un certificato medico. Un’altra cosa, forse la più importante, è che bisogna apprendere alcune conoscenze meccaniche, l’aspetto su cui ho lavorato di più in questo periodi preparazione, oltre che sull’affiatamento con il copilota. Inoltre, saranno quattro giorni di gran caldo perciò, oltre a fare benzina alla macchina, sarà importante fare acqua a pilota e co-pilota… a parte gli scherzi, tenersi idratati sarà importante!

Pensi che in futuro potrai tornare ad affrontare questa competizione?

Penso che, attualmente, ci siano due possibilità: o ti innamori della cosa oppure la fai una volta e va bene così. Per orientarmi nella scelta sarà fondamentale capire come funziona la macchina, il cambio e tutte le sue particolarità. Per ora sono contento di realizzare un sogno che avevo fin da piccolo, poi si vedrà.

Ti sei posto degli obiettivi?

Come detto, per ora mi basta realizzare questo sogno nel cassetto. La macchina è stata appena messo a posto e non ha fatto tanti chilometri: la sfida, quindi, sarà riportarla a Brescia. Non ho ambizioni di classifica, ma sicuramente sarà un piacere rivivere questa corsa epica, rivivere parte degli ‘anni 20, tra strade sterrate e posti esclusivi.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione