Circa 30 anni fa uscivo una sera felice dalla sala del Gran Consiglio. Finalmente era stata varata la legge sui sussidi maternità nel nostro cantone. Addirittura il Parlamento aveva votato una mia proposta che eliminava un periodo di carenza per quelle famiglie o madri che si fossero stabilite da poco nel cantone. In tal modo tutte le neomamme che ne avessero avuto bisogno, avrebbero ricevuto durante i 10 mesi di postnatalità un sostegno finanziario. Una legge della quale non si è certo abusato se si pensa che circa 80 mamme (informazione pag. 40 del messaggio) annualmente ne fanno richiesta. La proposta, portata avanti da Governo e Parlamento – votata da 69 membri del GC e rifiutata da 26 con una astensione – vuole eliminare questi sussidi maternità in favore di un’integrazione di questo sostegno nell’assistenza sociale. Che comunque dovrebbe ancora essere richiesta e accordata. In pratica chi vuole accedere ai sussidi maternità deve fare richiesta di aiuto sociale, avviando quella macchina burocratica che tocca direttamente i Comuni ed è, come scrive il comitato referendario, un aiuto “tuttora malvisto da molte persone”. Vogliamo esporre le mamme e le loro famiglie a tutto cio’ per un aiuto finanziario che puo’ essere dato direttamente dal Cantone durante i 10 mesi dopo il parto, quindi limitato a quel periodo sensibile nel quale la relazione mamma-bambino o anche padre-bambino, è particolarmente importante? Eppure, 30 anni fa, la discussione in GC poneva al centro il benessere del bambino. Chiaramente oggi mettiamo al centro il benessere di tutta la famiglia che puo’ essere benissimo sostenuto dalla legge maternità attualmente in vigore, senza necessariamente passare dall’aiuto sociale come vorrebbe il cambiamento proposto. Mi permetto di dubitare inoltre dell’intenzione sociale di questa proposta, fatta nell’ambito di prospettive di risparmio per il Cantone. Di certo non sono i Comuni ad avvantaggiarsene. Ma anche se cio’ fosse, restano il nostro buon senso e la capacità d’empatia verso gli altri. Diciamo per favore NO alla cancellazione di un aiuto modesto ma prezioso e carico di significato.
Nicoletta Noi-Togni