“Vaccinarsi è una responsabilità verso la collettività”

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La lotta contro il Covid-19 prosegue senza sosta: l’obiettivo principale è quello di scongiurare altri lockdown o chiusure, misure estreme che potrebbero mettere in ginocchio la nostra economia e il nostro tessuto sociale. Per ottenere questo risultato, però, l’unica via perseguibile sembrerebbe essere quella delle vaccinazioni che, però, secondo gli esperti dovrebbero raggiungere almeno l’80-85% della popolazione. Un obiettivo ancora lontano, visto che in Svizzera risulta essere vaccinato (con almeno 1 dose) solamente il 57,5%; in Valposchiavo, la situazione sembra essere lievemente migliore, in quanto arriviamo al 60% circa.

“Questa settimana – conferma Ivan Pola, Responsabile comunicazione del Centro sanitario Valposchiavo – dovremmo raggiungere il 60% della popolazione, vale a dire circa 2’500 persone. Abbiamo in lista di attesa un centinaio di cittadini e probabilmente ci saranno ancora altri annunci, ma tutto questo potrebbe subire un rallentamento a causa dell’inizio della caccia: forse in tanti aspetteranno ottobre”.

Se qualcuno avesse dei dubbi circa la strategia delle vaccinazioni, sarebbe sufficiente un confronto dei numeri: “Se a dicembre – spiega Pola – avevamo mediamente circa 15-20 contagi al giorno e fino a 70 persone in isolamento, nel mese di agosto ne abbiamo circa 1 al giorno; a questo si aggiunga il lungo periodo covid-free, durato dall’8 al 29 luglio”. In più, l’età delle persone ricoverate (principalmente non vaccinati) è scesa, in quanto gli over 70, la categoria più a rischio, risulta essere quasi completamente vaccinata.

“Complessivamente – afferma Ivan Pola – possiamo dire che, a livello organizzativo, per il Centro sanitario Valposchiavo è andato tutto bene. Rispetto alla fine di giugno abbiamo avuto alcuni problemi di ritardi nel numero di vaccinazioni, probabilmente a causa delle vacanze estive. Forse le persone non volevano prendere impegni e quindi gli appuntamenti, tramite sistema informatico, sono stati spostati ad agosto o a settembre. A inizio luglio ci siamo accorti della situazione e quindi abbiamo ridotto il numero di vaccinazioni giornaliere: invece delle 80-100 programmate siamo arrivati a 40”.

Fonte: it Dipartimento di giustizia, sicurezza e sanità

Grazie ad un’attenta gestione del servizio, il Centro sanitario, confrontato anche con il problema dell’ordinazione dei vaccini, è riuscito a gestire al meglio la situazione e a non sprecare neanche una dose di medicinale. A partire da questa settimana, in Valposchiavo, iniziano anche le vaccinazioni per i minorenni: al momento, risultano in lista 21 ragazzi. “A giugno, con il via libera del vaccino Pfizer, abbiamo avuto la domanda di una decina di giovani che sono stati dirottati su St. Moritz: grazie al team mobile, sono stati vaccinati tutti assieme in due giornate. Con la recente omologazione di Moderna (Spikevax®) per i ragazzi dai 12 anni in su, il Centro vaccinale di Coira ci ha dato la possibilità di coprire anche questa fascia di età: per essere completamente sicuri abbiamo aspettato il parere dei medici, in quanto la responsabilità è loro”.

Per avvicinare gli indecisi alla vaccinazione, Coira ha imposto al Centro sanitario di organizzare una giornata “walk-in”, ossia una precisa finestra oraria nella quale è possibile vaccinarsi senza appuntamento (l’unica condizione è che gli interessati abbiano con sé la tessera della cassa malati e un documento d’identità valido). “Noi – spiega Ivan Pola – facciamo un’ora e mezza la sera, per provare ad andare incontro alle persone che lavorano, sperando che possano cogliere l’occasione: vediamo quante persone arriveranno”. Un evento simile è stato organizzato a Brusio con il “vaxbus” proveniente da Coira (sono state circa 50 le persone che hanno approfittato dell’occasione) e che tornerà nello stesso posto fra circa un mese per i richiami.

Anche in vista della riapertura delle scuole, per quale motivo è consigliabile vaccinare i ragazzi fino ai 12 anni? “È una questione – spiega Ivan Pola – anche di responsabilità verso gli altri: è vero che principalmente proteggi te stesso, ma se sei vaccinato proteggi anche gli altri. Si tratta di una responsabilità verso la collettività al fine di interrompere la catena della trasmissione: solo in questo modo riusciremo a bloccare la continua diffusione”.

E interrompere la catena della trasmissione significa anche dare un freno alle nuove varianti, colpevoli di mettere in dubbio la validità dei vaccini finora omologati. “Bisogna sperare che, – spiega Pola – qualora dovessero arrivare le varianti, siano ancora coperte dai vaccini diffusi perché altrimenti le ditte produttrici dovranno cercare di adattare i farmaci e, probabilmente, non scapperemo da una terza vaccinazione: sinceramente, speriamo tutti che ciò non avvenga”.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione