Qualche settimana fa Poschiavo è stata teatro di un forum internazionale che ha visto la partecipazione di circa 250 persone, di cui 110 in presenza e 140 a distanza, provenienti da oltre 60 paesi. Il Forum internazionale Origin, Diversity and Territories, questo il nome ufficiale della manifestazione giunta alla sua nona edizione, ospitato per l’occasione dal Polo Poschiavo, era dedicato al tema dell’impatto della crisi legata alla pandemia nei vari territori e al rinnovo/ricostituzione dei loro sistemi alimentari.
La stessa ideatrice del forum, Dominique Barjolle, ha scelto la Valposchiavo come scenario ideale per l’evento, elogiandone le iniziative e le collaborazioni fra gli artigiani del luogo, che hanno precorso i tempi e contribuito alla nascita dei primi “Smart Villages”.
Ben quattro sono stati i differenti workshop e diverse le conferenze plenarie che si sono tenute presso le Palestre comunali di Poschiavo e presso la Scuola Professionale. Numerose anche le visite guidate, dedicate agli intervenuti al Summit, presso le realtà produttive ed economiche delle Valposchiavo. Innumerevoli anche i video nati dagli organizzatori del forum, che sono serviti a presentare la Valposchiavo alle persone che non sono potute venire.
Nel corso della settimana si è svolta anche una tavola rotonda di alto livello, organizzata nell’ambito del progetto Valposchiavo Smart Valley Bio, che ha offerto l’opportunità di esplorare il potenziale di un “Globally Important Agricultural Heritage Systems” (GIAHS) per l’agricoltura alpina da attuare nel quadro della strategia dell’Unione europea per la regione alpina (EUSALP).
Il Bernina ha intervistato Marco Trentin, project manager del forum ODT e coordinatore delle visite, che ha girato diversi video per presentare la Valposchiavo ai partecipanti a distanza.

Per visualizzare i video realizzati da Marco Trentin e il suo team clicca qui.
Marco, è stato difficoltoso organizzare un forum con così tante presenze online e da diversi paesi?
Dalla sua nascita uno degli obiettivi principali del forum è sempre stato quello di creare una comunità nella quale ci potesse essere uno scambio di idee e informazioni a livello teorico, ma anche pratico. In questo senso è importante una miscellanea di figure (dai professionisti, ai ricercatori, finanche al privato cittadino interessato) che siano dalla nostra per organizzare tali eventi. Dominique Barjolle, ideatrice e anima del forum, ha sempre lavorato per creare una rete di contatti, via via sempre più ampia, sempre in crescita negli anni. Se vogliamo, la possibilità di fare il forum in Valposchiavo è proprio nata così, da un incontro con Cassiano Luminati.
Questa rete di contatti, già molto sviluppata, può avvalersi di partnership molto importanti, come quella con con la scuola francese (ESA – Ecole Superieure d’Agriculture à Angers) che propone il Master Food Identity e che ospita studenti a livello internazionale, o quella con la FAO, che ha già una sua rete globale di contatti che lavorano sui temi dell’alimentazione che trattiamo anche noi. Tutto ciò ci consente di avere tanti sguardi tutti diversi sulla situazione.
Per quanto riguarda l’organizzazione delle parti virtuali del forum, che dal 2019, causa pandemia, sono sempre entrate più a far parte del nostro lavoro, debbo dire che il 2020 è stato un bel banco di prova. Abbiamo capito quali canali utilizzare e abbiamo riscontrato un miglioramento della tecnologia a sostegno delle conferenze virtuali. Ci siamo un po’ accodati a questa scia che il Covid ha imposto, ma siamo quasi dei pionieri del campo, tanto che non ci mancano le richieste di gestione di altri forum online. Diciamo che abbiamo la volontà di vedere in maniera differente e in ogni caso ci proviamo.
Chi ha incontrato sul territorio per la realizzazione dei video e dei vari appuntamenti del forum?
Prima di tutto, va da sé, il Polo Poschiavo che è stato ente co-organizzatore del forum e ci ha fornito un appoggio organizzativo basilare. Siamo andati a riprendere le coltivazioni di Reto Raselli, la sua agricoltura biologica, le erbe aromatiche per l’agricoltura di montagna. Presso il Caseificio Valposchiavo, per conoscere la storia del latte bio e del formaggio della Valposchiavo. Insieme alla poschiavina Martina Menghini Cortesi, architetto paesaggista, abbiamo parlato dei muri a secco, dei runchett da Sotsass e del patrimonio paesaggistico della valle. Con il forestale Diego Battilana abbiamo parlato di impatto del cambiamento climatico sul sistema bosco. Con Davide Migliacci (ma anche Sandro e Giovanna) abbiamo assaggiato il raviolo 100% Valposchiavo. Diego Rinallo ci ha parlato del 100% Valposchiavo e Francesco Vassella del progetto 100% bioValposchiavo. Presso l’albergo Motrice abbiamo condotto un test per capire le differenze fra prodotti 100% Valposchiavo e non. Abbiamo incontrato Nicolò Pagnini della Piccoli Frutti di Campascio. Tutto il catering dell’evento era firmato Croce Bianca, con prodotti tipici locali con cui in ogni istante abbiamo potuto assaporare ancora meglio la Valposchiavo.
Infine, cosa le ha lasciato la Valposchiavo?
Mi sono proprio reso conto cosa significa una comunità dove l’agricoltura è messa al centro e gli altri settori si sviluppano attorno a un sistema alimentare territorializzato. Questo permette di creare sinergia in una comunità: la stessa parola comunità, il senso che ha in Valposchiavo, mi ha fatto pensare a come sia tutto collegato in questa piccola realtà e quanto questo permetta di andare andare verso una transition ecologica dei territori. Tutto questo funziona in Valposchiavo e altre zone possono provare a prendere esempio. La Valposchiavo è, diciamo, un laboratorio dal punto di vista territoriale per tutti i progetti virtuosi nati, i quali possono anche insegnare ad altri territori come attrezzarsi, partendo dall’agricoltura.
Non ero mai venuto in Valposchiavo e devo dire che è un territorio che mi ha un po’ stregato, partendo dalla bellezza paesaggistica, per arrivare alla coerenza che trovo tra popolazione, settore economico, paesaggio, montagna e agricoltura. Credo sia un connubio eccezionale, che si trova raramente altrove.
L’appoggio che il Polo Poschiavo ci ha fornito è stato importantissimo per la riuscita del forum, ma anche il suo ruolo su territorio è fondamentale: dando dinamicità all’ambiente diventa un motore per tutti.
A cura di Ivan Falcinella